Tradimenti (Un racconto di Anastassja)

0 commenti 28 dicembre 2010 alle 05:57 - Edit entry?

Preferisco un movimento più rapido e lieve, ma il ritmo lento e metodico di quella lingua su e giù dal culo al clitoride non mi dispiaceva. Dalla mia fica aperta colavano umori in fili trasparenti che lui si affrettava a bere, diligente e attento. Sdraiata sul divano, gambe divaricate e testa reclinata all'indietro, occhi chiusi sulla realtà ma spalancati sul mio mondo fantastico fatto di immagini sadiche ed estreme. Se il proprietario di quella lingua un po' dura ma piacevole avesse potuto scorgere le immagini che mi stavano portando all'orgasmo, sarebbe scappato urlando. Il trillo del cellulare mi trascinò via da quel sogno lubrico. "Continua" Intimai al suo sguardo interrogativo, e lui si rituffò nelle pieghe morbide della mia carne. "Ehi, ma dove sei? Sono giorni che ti cerco..." "Ciao cucciolo. Mi hai cercata? Davvero? Strano... il telefono non ha mai squillato..." "Ma no, ti ho lasciato qualche messaggio tra mail e ICQ..." "Non esiste solo il computer: se volevi sentirmi potevi chiamare. Bastava prendere la macchina e fare pochi chilometri verso la civiltà" "Vabbè, il pc è sempre un mezzo di comunicazione, non sottilizzare..." "E chi sottilizza? Figurati..." "Volevo dirti che pensavo di venire da te domani. Mi sei mancata in questi giorni..." "Ah sì?" ansimai, cercando di controllare l'orgasmo che montava. La sua voce partiva dal mio orecchio e serpeggiava giù fino alla fica, carezzandola come la sua lingua soltanto sa fare. Una lingua lieve, che frulla sul mio clitoride come l'ala di un colibrì. Una lingua attenta, che sa trovare la strada del mio piacere senza bisogno di ricorrere alle immagini perverse con le quali di solito sopperisco alla carenza di fantasia degli uomini che mi scopo. "Ana... tesoro... ma dove sei?? Che stai facendo???" "Sono a casa di un amico... " risposi evasiva. "Un amico? Che amico?" s'insospettì. Geloso lo era sempre stato. Anche degli sguardi. Dei ricordi. Gelosia che graffia e morde, per scacciare la paura. Paura di amare. Avevo giocato in passato con questa sua morbosa possessività. Ma non eravamo ancora così legati a quel tempo. Una volta capitò che lui non venisse a trovarmi un fine settimana, nonostante lo avesse promesso. Una 'buca' data all'ultimo istante, che mi fece incazzare. Tanto. Mi telefonò casualmente un amico proprio quella sera, gli chiesi passare da me dopo cena. Un'ora dopo era a casa mia, inginocchiato a massaggiarmi i piedi mentre ero al computer, collegata in rete. E chattavo proprio con lui su ICQ. "Scusa, ora debbo staccare... è venuto un mio amico, e ho voglia di dedicarmi un po' a lui" digitai pigiando i tasti con forza, con cattiveria. Colto alla sprovvista, mostrò indifferenza. Sembrava avesse incassato il colpo senza fare una piega. Ma la sera successiva mi scatenò addosso tutta la sua rabbia. Quando facemmo pace, gli confessai che la sua incazzatura mi aveva eccitata terribilmente. Così tanto da spaventarmi. Farsi male nel corpo è una cosa. Massacrarsi l'anima è pericoloso. Giocare con i sentimenti è roba da 'grandi'. Un lusso riservato a coppie solide, tanto complici da poter sopportare l'uragano emotivo di un tradimento usato come strumento di gioco. Noi eravamo fragili, diffidenti, persino antagonisti a volte. E la complicità per noi era solo una bella parola. Superammo comunque l'episodio di 'corna'. Anche perché non avevo poi fatto granché col mio amico. Accadde ancora un paio di volte. Storie di sesso giocato in occasione di festini sadomaso. Altra storia però. Psicologicamente qualcosa di accettabile nel nostro gioco di ruolo: io Padrona, lui schiavo. Ribelle, ma schiavo. Ma stavolta era diverso. Lui sparito per giorni, risucchiato da una vacanza con i suoi in un luogo sperduto: niente segnale per il suo cellulare, niente pc... comunicazione interrotta. Solo tre o quattro mail in 10 giorni, inviate da un palmarino minuscolo in rare occasioni di collegamento col mondo. Troppo poco per me, che l'ultima volta avevo avuto finalmente il coraggio di dirgli 'ti amo'. Provate a dire 'ti amo' ad un uomo per la prima volta e poi vederlo sparire per 10 giorni. Ci si incazza. E parecchio. Garantito. "Un amico... non lo conosci..." Ero indecisa... tentata di dirgli la verità... e tremendamente eccitata. "E che state facendo?" incalzò. "Siamo sul divano... e lui... beh, mi sta leccando la fica" Immersi la lama a fondo con un cinismo che mi sorprese. E mi eccitò tanto da farmi quasi venire. "Non ci credo... non è vero..." "Verissimo invece. Vuoi che te lo passi?" domandai sarcastica. "Ma io... io ti ammazzo... io ti ammazzo..." mormorò. Poi un tonfo e un urlo. Un grido di dolore autentico. Favoloso. Cominciò a piangere. Singhiozzi inframezzati da frasi sconnesse e violente che mi colpivano come schiaffi. Insulti. Ma erano parole d'amore. A modo suo. Non so come riuscii a trattenere ancora l'orgasmo. Poi riprese il telefono che aveva sbattuto per terra. "Chi è? E perché??" Rantolava, la voce stravolta dal dolore e dalla rabbia. "Un amico che mi vuole molto bene, cucciolo..." Il pianto si fece sommesso, una nenia di dolore sussurrata piano, per non coprire le urla del cuore in agonia. "Vieni qui, cucciolo, non piangere... Stai con me. Ora. E toccati" rischiai. Battiti cardiaci sopra il livello di guardia. Ma ero quasi sicura che avrebbe finito col cedere. Quasi. "No... no... non voglio..." "Sì che vuoi invece... ti toccherai per me. Adesso" Lo dissi con un tono che non ammetteva repliche. Non si accorse del mio bluff. Mugolò un accenno di protesta. Poi si arrese. Sentii lo zip della cerniera che s'apriva. Il fruscìo della sua mano che tirava fuori il cazzo. Era già duro. Lo sapevo... Con la mano continuavo a tenere schiacciata sulla fica la testa del mio amante. "Sei eccitato, cucciolo, vero?" "Io... no..." "Bugiardo... sei infoiato come un cane in calore. Strofinati bene il cazzo adesso. Voglio sentire da qui la tua cappella gonfiarsi fino a scoppiare" Avevo vinto: non mi avrebbe negato nulla a quel punto. Potevo osare senza paura. "Ana.... no... ti prego..." "shhhhhh... zitto... toccati e taci" Il suo respiro era sempre più affannoso. Stesso ritmo del mio. Il mio amante faticava a bere il torrente di umori che colava dalla mia fica come io faticavo a trattenere l'orgasmo che premeva le pareti della mia incoscienza. "Più svelto cucciolo... voglio sentirti venire..." Gemeva... trafitto dalla gelosia, consolato dalla sua mano morbida, eccitato dalla mia voce imperiosa che toccava le corde più profonde della sua naturale sottomissione. L'umiliazione... potentissimo afrodisiaco per alcune persone. Altro che viagra. "Ana... sto per venire..." "Bravo cagnolino... anch'io sto per venire, sai? Il mio amico ci sa fare davvero con la lingua. Su, fai sentire alla tua padrona quanto ti piace soffrire per lei..." Il suo orgasmo scoppiò assieme alle lacrime. Forte. Intenso. Devastante. "mmm... bene... hai schizzato tutto per terra, vero cucciolo?" "Sì... " "Allora inginocchiati e ripulisci tutto con la lingua, da bravo" Singhiozzò una debole protesta. S'inginocchiò. Leccò via il suo sperma. L'orgasmo mi travolse scuotendomi l'anima. Forte. Intenso. Devastante. "Ora ti passo il mio amico, cucciolo: devi ringraziarlo per l'orgasmo che ci ha regalato" "Ana... no... per favore... ti prego..." mormorò lui al telefono. "Ana... no... per favore... ti prego..." supplicò l'altro con lo sguardo. Gli tesi il cellulare con un sorriso dolcissimo. "Pronto?... grazie... grazie..." Il mio amante annuì con la testa. E tacque. Ripresi il telefono. "Bene... allora ci vediamo domani. Fammi sapere a che ora arrivi. Buona serata e fai il bravo" "Ana... Ana... perché mi fai questo, Ana?" sussurrò tra le lacrime. "Perché ti amo, cucciolo" Click.

MARIA (Un raccondo di Red)

1 commenti 22 dicembre 2010 alle 20:50 - Edit entry?

La mia padrona mi applica il morso e colloca una sella sulla mia schiena… non le importa se io in realtà sono un essere umano, mi fa mettere a quattro zampe e si accomoda sulla mia schiena, infilando i suoi deliziosi piedi nelle staffe. Sento il suo peso su di me e inizio ad eccitarmi, ma non ho il tempo di pensare… i suoi bellissimi piedi subito mi spronano, e capisco che mi ordina di partire… arriva una dolorosa frustata e così inizio a trottare, ma lei subito pretende che io corra più in fretta e inizia a frustarmi ripetutamente… comincio a correre sul serio, i miei muscoli sono al massimo sforzo e la schiena inizia a darmi dei dolori, sudo sempre di più… ma la mia padrona nel frattempo è seduta comodamente sulla mia schiena, a bordo del suo schiavo che la trasporterà ovunque voglia sino a che le sue forze non si saranno esaurite del tutto… un’altra frustata: "Più veloce!"… al galoppo raggiungo un sentiero sterrato, le mie mani e le mie ginocchia iniziano a sanguinare mentre sono sempre più esausto… e la mia padrona, comoda sulla mia schiena, non muove un muscolo. Lascia che sia il suo schiavo a sgobbare per lei, e si gode il vento fresco e la cavalcata… "Più veloce!"… E’ la prima volta che la mia nuova padrona mi mette alla prova, e così mi obbliga ad una cavalcata di alcune ore… ad un certo punto, stremato, inciampo e cado al suolo… la mia padrona, senza scendere dalla mia schiena, mi ordina di alzarmi e inizia a frustarmi incessantemente, non più sul sedere ma sulle spalle e sulla nuca, senza smettere sino a quando io, per disperazione, con la schiena sanguinante per le frustate, riesco a rialzarmi a quattro zampe (nonostante lei sia ancora sulla mia schiena) e riparto. Dopo questa prova, la mia padrona si convince che io possa godere dell’onore di essere il suo schiavo per sempre. Da quel giorno, continua a cavalcarmi quando ne ha voglia (è l’utilizzo che preferisce di me, e anche quello che io preferisco), ma mi usa anche come poggiapiedi, sedia, sgabello o tappeto. Ciascuna di queste funzioni può richiedere che io resti immobile con il suo peso su di me anche per ore, ma non le importa… la mia vita ha un senso soltanto in quanto possa servire alla sua comodità e al suo piacere… La mia padrona ha molta fantasia, e inventa sempre nuovi compiti per il suo schiavo… talvolta mi utilizza come cavallo da tiro, accomodandosi assieme ad un paio di sue amiche su una specie di risciò, altre volte vuole che io lecchi e baci i suoi piedi sino a consumarmi la lingua… se ne ha voglia mi schiaffeggia, mi frusta e mi riempie di calci, anche senza motivo, e ogni volta che ciò accade io torno sempre a strisciare ai suoi piedi per baciarli, anche se ciò può significare ricevere un nuovo calcio… La mia padrona, poi, oltre che per le sue amate cavalcate all’aria aperta, usa montarmi anche per spostarsi senza fatica in casa (sono io che debbo sgobbare per lei…), ad esempio per salire le scale… poi naturalmente io debbo occuparmi di tutte le faccende, lavare i pavimenti ecc., e se la mia padrona trova una pur piccola imprecisione nell’esecuzione dei miei compiti mi punisce facendomi stendere per terra a pancia in su, e calpestandomi senza pietà con le sue scarpe nere, lucide e con i tacchi! Soltanto la mia grande dedizione, a volte, riesce a farmi meritare il più ambito dei premi: la possibilità di utilizzare la mia lingua per il suo piacere sessuale".
Maria era sconvolta.
Usciva con Mario da quasi 6 mesi, e lo trovava un ragazzo dolce e sensibile: lui aveva sempre tante attenzioni, la trattava come una vera principessa. Spesso le aveva detto di adorarla come una dea. Lui era incantato dalla delicatezza e dalla perfezione del suo corpo, minuto e delizioso, e spesso le aveva detto di trovare stupende le sue mani e divini i suoi piedini, ma lei non ci aveva dato peso. Ora però, leggendo di nascosto il diario di Mario, conoscendo quello che lui aveva sognato quella notte e scritto in quelle pagine, aveva scoperto la ragione di tutte quelle particolari attenzioni. E non sapeva più cosa pensare.
Quella notte non riuscì a chiudere occhio.
Ora conosceva le fantasie erotiche del suo ragazzo, e alla luce di ciò cercava di analizzare tutti i momenti passati insieme per trovare delle conferme… per riuscire veramente a capirlo…
Entrambi 24enni e studenti universitari, Mario e Maria erano una bella coppia: lui alto 1,78, castano, discretamente muscoloso, bella presenza e brillante personalità; qualche volta, un po’ chiuso e taciturno. Lei bionda, occhi azzurri, fisico minuto (1,60 cm per 55 Kg), ma belle forme e tanti piccoli adorabili dettagli fisici, conditi da un carattere solare ed estroverso. A letto erano in discreta sintonia; facevano l’amore spesso e con passione… e qualche volta lei, maliziosamente, decideva di premiare le prestazioni di Mario, specie quando lo anticipava nell’orgasmo, con un bel pompino! Insomma… una brava ragazza, ma sveglia! :-)
Pensando e ripensando, Maria ricordò di una volta in cui Mario, dopo averle sfilato i jeans e le mutandine, si era inginocchiato e aveva cominciato a leccarle con passione la fica. Le era piaciuto, ma dopo poco si era spostata, lo aveva fatto alzare, ed erano finiti a letto per la più bella ed intensa scopata della loro storia; ricordava perfettamente che lui, quella sera, era davvero una furia, ed aveva rapidamente raggiunto un orgasmo veramente esplosivo! Adesso capiva, e ancora non sapeva cosa pensare… Ma quel ricordo, e la consapevolezza che Mario, in ginocchio ai suoi piedi per procurarle piacere con la bocca, sarebbe stato pronto a farle da schiavetto, la fecero finalmente addormentare, con un forte senso di eccitazione.
L’indomani, mentre Mario era a lezione all’università, Maria si confidò con la sua migliore amica, Loredana. Questa ascoltò in silenzio il suo racconto, quindi senza risponderle la invitò a seguirla a casa sua. Una volta che furono arrivate, Loredana cominciò ad urlare di gioia, abbracciando Maria e congratulandosi con lei. Poi disse: "Benvenuta nel mio mondo, dolcezza. Stai per scoprire le sensazioni uniche del mondo sadomaso, il piacere della sottomissione, del procurare sofferenza ottenendo piacere. E’ da qualche anno che rifiuto qualsiasi uomo che non sia disposto a strisciare ai miei piedi, e non sono mai stata così appagata sessualmente. E, da come ti brillavano gli occhi, nonostante un po’ di imbarazzo, mentre mi raccontavi del diario di Mario, sono certa che diventerai una padrona in gamba almeno quanto me… e che da oggi saremo ancora più amiche di prima!". Maria non credeva alle sue orecchie: "Ma allora… tu… mio Dio!"… Cominciò a sentirsi veramente eccitata. Aveva i brividi, sapeva che in quel momento per lei stava cambiando qualcosa di significativo. L’idea di essere adorata, di poter disporre di un uomo a suo piacimento, la intrigava da sempre. Ora, per la prima volta, aveva avuto il coraggio (e l’occasione) di parlare con qualcuno di questo argomento, e l’inaspettata reazione di Loredana le aveva fatto superare di colpo i dubbi e le perplessità che nelle ultime ore l’avevano tormentata. Quella sera, Mario avrebbe ricevuto la più bella sorpresa della sua vita…
Mario, quella sera, tornò a casa davvero distrutto.
"Ciao amore!", disse a Maria "Sai, quel professor Bottardi è davvero un gran…"
In quel momento, Mario si accorse dell’insolito abbigliamento della sua adorata, e rimase immobilizzato.
Maria troneggiava su due stivali neri di pelle con un tacco discretamente alto, e per il resto non indossava praticamente nulla, se non un abbigliamento intimo incredibilmente sexy ed aggressivo.
Nella mano destra, brandiva un affilato frustino da cavallerizza. Era bellissima.
Mario pensò che fosse un sogno, che ora si sarebbe svegliato e si sarebbe accorto di essersi addormentato nell’aula del Bottardi. Ma la voce dell’amata lo riportò con i piedi per terra.
"Cosa c’è, sei rimasto senza fiato?" chiese maliziosamente Maria avanzando verso di lui. "In ginocchio, animale!!! Comincia a leccare i miei stivali, che sono nuovi ma non brillano abbastanza per i miei gusti! Nel frattempo, apri bene le orecchie, perché ti spiegherò come la tua vita cambierà da oggi in poi…"
Mario, ancora stordito, trovò subito la lucidità per gettare via i libri che aveva in mano e inginocchiarsi ai piedi di Maria , cominciando a leccare con passione ogni centimetro dello stivale, quasi a volerlo consumare per poi arrivare al contatto con la pelle dei piedi della sua amata. Lei, per tutta risposta, cominciò a calpestargli dolorosamente una mano, aumentando il peso su quel piede ogni volta che Mario, in preda ai primi segni di stanchezza dopo un vigorosissimo inizio, tendeva a rallentare il ritmo delle sue leccate.
"Allora. Tanto per cominciare, da oggi in poi saremo una coppia soltanto in pubblico. In questa casa sarai completamente schiavo di ogni mio capriccio. Dovrai chiamarmi Padrona, camminare a quattro zampe o in ginocchio, e obbedire a qualsiasi mio ordine. Non sei autorizzato nemmeno a parlare senza un mio preciso comando, ma quando non ci sono o quando dormo devi trovare il tempo di provvedere a tutte le faccende domestiche".
Mario, che ad ogni parola della Padrona intensificava il ritmo del suo lavoro, con la mano sempre dolorante sotto la scarpa di Maria , era talmente eccitato da provare dolore per via del cazzo costretto dai jeans.
Ma un’energica frustata della Padrona lo colpì all’improvviso sulla schiena. Il suo primo colpo di frusta.
"Corri in camera da letto e spogliati completamente, ad eccezione dei boxer. Poi vieni qui camminando carponi. Sbrigati, bestia!!!". Maria cercava con successo di mostrarsi dura, ma non si era mai sentita così eccitata in vita sua. Sentiva distintamente i suoi slip inumidirsi sempre di più, e non vedeva l’ora di raggiungere un devastante orgasmo. Mario fu da lei in pochi secondi, trottando diligentemente. La trovò seduta in poltrona, che giocherellava con il frustino. "Bene bene. Vedo che, nonostante prima tu avessi una camicia, un piccolo segno la mia frustata te lo ha lasciato! Sei un uomo fortunato, e lo sarai ancor di più tra poco…"
Detto ciò, la Padrona colpì con tutta la sua forza la schiena nuda del suo schiavo, che a stento trovò la forza per trattenere un urlo. "E’ quello che hai sempre sognato, brutto animale, vero? Cosa pensi di me adesso?"
"Io ti amo… ehm… mi scusi Padrona… io La amo, io La adoro… sono entusiasta di diventare il Suo schiavo!"
"Bene. Allora ripetimi quanto mi adori ad ogni frustata!"
La Padrona cominciò la sua fustigazione. Si mise in piedi, davanti al povero Mario che era ancora carponi, e poi appoggiò un piede sulla nuca di lui per stare più comoda; quindi iniziò con una serie di colpi di una violenza che pochi si sarebbero aspettati da una ragazza così minuta. Le strisce rosse sulla schiena del povero Mario cominciarono pian piano ad essere sostituite da piccoli rivoli di sangue, e lui continuò sino alla fine a dire "Mia Padrona, io La adoro!" dopo ogni singolo colpo. Nessuno dei due ebbe la lucidità di contare le frustate, ma furono diverse decine e cessarono soltanto quando Maria fu veramente spossata. E’ impossibile stabilire se fosse più eccitata e sconvolta la Padrona, che tutta sudata brandiva un frustino ormai sporco di sangue, o lo schiavo, che verso la fine cadde steso per terra dal dolore, ma riuscì devotamente ad urlare pochissimo, permettendo così alla sua adorata di continuare la fustigazione a suo piacimento, senza la preoccupazione di disturbare i vicini.
Non ancora soddisfatta, Maria posò il frustino e decise di infierire ulteriormente sul dolore del suo sottomesso. Così prima posò un piede, sempre calzato dallo stivale, sulla schiena martoriata del suo schiavo, quindi salì con tutto il suo peso sulla schiena di lui. Il dolore, naturalmente, fu enorme: i tacchi della Padrona torturavano terribilmente le fresche ferite, ma Mario fu estremamente pronto ad obbedire quando Lei gli ordinò di strisciare e trasportarla in quel modo nei pressi della poltrona. Quando fu soddisfatta, Maria scese e si accomodò esausta sulla poltrona.
Quindi disse: "Sei stato bravo. Rimpiango solo di non averti frustato prima, in questi mesi, ma troverò il modo di recuperare. Adesso, come premio, avrai la possibilità di portare al culmine l’eccitazione che già mi pervade. Alzati in ginocchio, e leccami la fica!!!"
Mario non se lo fece ripetere due volte. Scattò in ginocchio, si avvicinò, e dopo aver delicatamente sfilato la mutandina alla sua amata cominciò a leccarla con passione. Provò la sensazione di aver infilato la lingua in una pozzanghera, tanto intensa era l’eccitazione di Maria , che infatti venne dentro la sua bocca in brevissimo tempo, urlando come mai le aveva sentito fare prima"
Il resto della serata trascorse tranquillo.
Maria permise al suo schiavo di andare a disinfettarsi la ferite.
Quindi si accomodò sul divano per guardare un film, mentre lui fu autorizzato a toglierle gli stivali e leccarle le piante dei piedi. La lingua di Mario, calda e instancabile, le procurò un massaggio dolce e rilassante. Loredana glielo aveva anticipato, ma lei non avrebbe mai pensato che fosse stato così piacevole. Inoltre, vedere il suo ragazzo in quelle condizioni la riempiva di orgoglio ed eccitazione; lui era talmente preso dal suo compito che stava ad occhi chiusi, tenendo fra le mani il piede della Padrona per non farla stancare e leccandoglielo con devozione e sapienza.
Il fatto che lui non si fosse minimamente opposto a quella situazione, comportandosi come uno schiavo nato, faceva presagire a Maria la possibilità di raggiungere con lui le situazioni più estreme. Ora considerava possibili, e cominciava a desiderare, anche le più terribili delle cose che Loredana le aveva raccontato.
Maria si addormentò a metà del film, e quando si risvegliò dopo quasi un’ora trovò il suo schiavetto ancora intento a massaggiarle i piedi con la lingua; passava da un piede all’altro ogni due o tre minuti, e non si era fermato nemmeno durante il sonno della Padrona! Pur non avendo esperienza nel campo, Maria cominciò a pensare che il suo Mario fosse uno schiavo perfetto.
Prima di andare a dormire, decise quindi di metterlo duramente alla prova.
"Devo fare pipì" disse sorridente, "Sdraiati a pancia in su e appoggia la testa sul bordo del divano!"
Mario esitò per un attimo: "No, Mari… ehm… Padrona… non lo so se ce la faccio…"
Mario non aveva mai ricevuto uno schiaffo dalla sua ragazza, ma quello che ebbe in quel momento fu talmente forte e ben piazzato da far rinascere con vigore la sua eccitazione, leggermente assopita dal piacevolissimo ma lungo e stancante lavoro di lingua, e da cancellare ogni remora.
"Stammi bene a sentire, schiavo!" disse Maria avvicinandosi "Cercherò di pisciare nel modo più lento possibile, anche se sarà difficile perché ho davvero la vescica piena, quindi farai bene a non far cadere nemmeno una goccia, altrimenti le frustate che hai avuto prima di sembreranno carezze in confronto a quello che ti farò!!!"
Detto ciò, si piazzò a pochi millimetri dalla bocca di Mario, il quale, sentendo nuovamente l’odore che aveva assaporato poco prima, già desiderava ricominciare a leccarla. Ma una prova ben più dura lo aspettava: subito vide un rivolo dorato dirigersi verso la sua bocca spalancata, e sentì sulla lingua il caldo ed acido liquido proveniente dall’adorabile corpo della sua amata Padrona. Si sentiva eccitatissimo, ma subito si accorse che la sua bocca stava per riempirsi e così cominciò ad alternare i momenti in cui respirare con quelli in cui ingoiare. Non fu facilissimo, e un paio di volte rischiò letteralmente di annegare, ma riuscì a bere quasi tutta l’urina padronale.
Quanto a Maria , stava letteralmente impazzendo dal piacere. Vedere il suo Mario che le faceva da cesso, lui che il giorno prima ancora non aveva mai avuto l’onore di chiamarla Padrona, la eccitò al punto che cominciò a schernirlo: "Bravo il mio cesso! Bevi, bevi!!! Quanto mi piace pisciarti in bocca… Beviiiiiiii!!!!! Schiavoooooo!!!!!"
Mentre ancora le ultime gocce di pipì colavano sulle labbra di Mario, la Padrona si gettò letteralmente con la fica sulla faccia dello schiavo, opprimendola con tutto il suo peso. Mario, con la sua adorata seduta sul viso, non esitò a mettere al lavoro la lingua, che prima funzionò da efficientissimo bidet, quindi cominciò a donare a Maria un piacere immenso. La Padrona era scatenata: cavalcava letteralmente la faccia del suo schiavo, poggiandovi tutto il suo peso e strofinando avanti e indietro sulla sua lingua e sul suo volto tutto ciò che aveva tra le gambe: dal buco del culo sino al clitoride, andata e ritorno! Per aiutarsi non esitava a tirare i capelli dello schiavo e a graffiargli il petto. Era letteralmente fuori controllo, mentre lui le leccava tutto con incredibile bravura, e raggiunse un orgasmo che non è esagerato definire selvaggio. La faccia di Mario era tutta un programma: abbondavano l’urina e gli umori vaginali di Maria , e c’erano anche alcune gocce di sangue, provocate dalle unghie della sublime Padrona quando cercava di afferrare i suoi capelli nella mischia furibonda che le si era scatenata tra le gambe.
Quella notte fu Mario a non riuscire a prendere sonno.
E non perché Maria gli aveva ordinato di dormire per terra, pronto a fungerle da tappetino scendiletto l’indomani. Non si era mai sentito così felice ed eccitato, e quando fu sicuro che la Padrona dormisse, si concesse la sega più desiderata ed intensa della sua vita. Dopo l’incredibile serata trascorsa, ancora si chiedeva se tutto ciò fosse vero… e come fosse stata possibile una così straordinaria trasformazione nella sua adorata Maria .
La risposta lo attendeva al mattino: quando si svegliò, sul letto c’erano due donne, sedute a guardarlo con aria divertita: Maria e Loredana. Sorpreso dalla presenza di quest’ultima, Mario fece per alzarsi, ma le due immediatamente poggiarono i loro piedi nudi sul suo petto e sulla sua faccia, ridendo e calpestandolo.
Quindi fu Loredana a parlare: "E così volevi fare il cavallo, eh? Adesso ti accontentiamo!!!"
Fu un attimo: Mario aveva capito tutto…

Ejaculazione Precoce

2 commenti 18 dicembre 2010 alle 11:50 - Edit entry?
Essere soltanto dei minidotati non è detto che sia una disgrazia! Molti lo sono e parecchi di questi sono felici e contenti.
Alcuni sono sub, altri cuckold, altri no.....ognuno probabilmente avrà trovato (o sta cercando) la sua vera "dimensione"....il suo ruolo.
Peggio però, è quando oltre alle piccole dimensioni, si aggiunge l'eiaculazione precoce o comunque "l'orgasmo facile"...
A me per esempio capita sovente, che se rimango in castità per più di una settimana, mi basta un niente per sborrare. La mia Padrona si diverte a torturarmi in questo modo. Mi stuzzica e spera che io raggiunga l'orgasmo...magari senza permesso...per poi torturami. Conosce benissimo i miei punti deboli e sa usarli a suo favore.
Vi lascio a questo simpatico video, di un poveraccio sconosciuto ma col cazzetto piccolo piccolo il quale ci regala una sborratina senza stimolazione.



Piaciuto?? Avete visto che dopo l'orgasmo diventa ancora più piccolo???
A presto...

Marco

Cuckold Casto

0 commenti 26 novembre 2010 alle 22:44 - Edit entry?
Essere cuckold può signicare molte cose: non solo essere dei cornuti e contenti.
Noi non pratichiamo il cuckoldismo, ma molte volte fantastichiamo e ci eccitiamo pensando a situazioni simili.
Nel video di questo post possiamo vedere un'altro degli aspetti di questa pratica.
Innanzitutto il confronto! Ovvero quando il cazzo del marito è piccolo e inutile va sostituito con uno possente e funzionante al 100%. Poi è chiaro che il destino di un sottomesso come questo è quello di stare in castità, infatti comprendiamo bene che per un vero bull è praticamente impossibile indossare una cintura di castità a causa delle dimensioni mentre per il marito bianco è quasi naturale.
Importante è pensare non solo alla propria Moglie e Padrona, ma rendersi disponibili e pronti anche per il suo amante. Anche se il bull stavolta non "consuma", il maschio si deve sempre prostrare e posizionarsi come la propria moglie vuole in segno di totale sottomissione.



Siete d'accordo?
A presto...

Marco

Giochi Bagnati

1 commenti 22 novembre 2010 alle 15:33 - Edit entry?
Il video di oggi è bellissimo! Per tanti motivi. Perché è genuino, perché la Dominatrice e il sottomesso si divertono un sacco.
Spettacolare è la naturalezza di Lei, sublime è vedere come si scarica nella bocca e sulla faccia del suo cesso personale.
Eccitante è vedere come lui cerca di ingoiare il più possibile; all'inizio ci riesce poi non ce la fa più e un fiume in piena lo innonda completamente.
E soprattutto, mi piace vedere gli ultimi schizzetti che fuoriescono dalla figa liscia e depilata, come dei buffetti, inaspettati. Capita anche alla mia Padrona e ti fanno capire che si è completamente scaricata donandoti tutto ciò che poteva.



E a voi? Vi è mai capitata una cosa del genere?
A presto.
Marco

Spit o Sput?

1 commenti 31 ottobre 2010 alle 16:52 - Edit entry?
Lo "Spiting" è una pratica che non prediligo, o meglio mi va bene finché il "gioco dura poco".
Capita sovente che la mia Padrona mi sputi in faccia, oppure direttamente in bocca, oppure nell'imbuto prima di pisciare. Io adoro leccare e ripulire la sua saliva: anche questo è un mio dovere.
E' diverso però quando la cosa diventa un po' più estrema come nel video a seguire.



L'idea di ingoiare lo sputo di più domaninati è una cosa molto eccitante, ma cerchiamo di non esagerare.
Giusto?
A presto...

Marco

Castrato dal Sig. Cesare

5 commenti 18 ottobre 2010 alle 02:13 - Edit entry?
Ho trovato questo simpatico racconto in un forum di appasionati sul Cuckold. Ve lo ripropongo.
A presto...
Marco

- Non sarà pericoloso vero?
- Ma no, dai, l’ho fatto un sacco di volte – mi rispose Gennaro, il veterinario amico del sig Cesare.
Mi trovavo immobilizzato su un tavolo di marmo, nel laboratorio di Gennaro, nudo dalla cintola in giù, con le gambe legate belle spalancate ed un grosso pacco di ghiaccio secco sui mie genitali.
Patrizia, mia moglie, era lì col sig Cesare che sovrintendeva all’operazione, che aveva fortemente voluto, ed organizzato. Si trattava di una cosa totalmente illegale e, per farla, non si era trovato nessun medico compiacente. Così, il sig Cesare, si era rivolto ad un suo amico veterinario esperto in castrazione di gatti e cani.
- Non sentirai nulla, non preoccuparti, l’ho fatto un milione di volte – mi aveva detto Gennaro – un taglietto nello scroto e ti sfilo i testicoli in un attimo senza problemi… è una sciocchezza e farai contento Cesare e tua moglie…

Quando Gennaro tolse il ghiaccio, i miei attributi già piuttosto piccoli per conto loro, si erano ridotti in misura infinitesimale.
– Non sarà un grosso lavoro! – disse sarcastico il sig Cesare, stringendo mia moglie per i fianchi che sorrise divertita indicando il mio pube, perfettamente depilato per l’operazione.
- Scusate ragazzi, non è che vogliamo ripensarci… - provai a dire, ma Patrizia mi fulminò immediatamente. – Non fare il guastafeste come al tuo solito, con tutto quello che Cesare ha dovuto smuovere, sei un ingrato…
- Non ci pensare bello – ghignò il sig Cesare – ora ti fai castrare e zitto!
- Vi prego, fatemici riflettere ancora un po’…
- Procedi – disse il sig Cesare – Sì, proceda dottore! – confermò mia moglie stringendosi a lui.

- Vedrai è più a dirlo che a farlo, fai vedere di che pasta sei fatto – mi disse Gennaro, tirandosi su la mascherina ed insinuandosi tra le mie gambe con il suo bisturi affilato.
- Cerca di stare più fermo possibile…
Il ghiaccio aveva addormentato totalmente i miei testicoli. Avvertii il contatto del bisturi che tagliava, un leggero fastidio, ma pochissimo dolore. Il sig Cesare, osservava con molto interesse l’operazione e, non potei non notare che si stava spaventosamente eccitando. Il suo pacco, sotto i jeans attillati, stava per esplodere; Patrizia gli si fece subito vicina e prese a carezzarglielo con passione.

Intanto Gennaro stava andando avanti nell’operazione. Inciso lo scroto, lasciò che i testicoli ne fuoriuscissero, li fece cadere su un piattino e ne tagliò i collegamenti al mio corpo. Poi, tutto felice, diede il piattino al sig Cesare che, al culmine dell’eccitazione, me lo avvicinò al viso come fosse un suo trofeo.
- Bravo cornutone, hai fatto il tuo dovere.
- Sì amore – continuò Patrizia – sei stato proprio bravo, siamo molto fieri di te…
- Hai visto? Tante storie… te lo dicevo che era una cazzata no? – proseguì Gennaro.

Intanto, il sig cesare, non potendo giustamente più trattenere la sua eccitazione, appoggiato il piattino sul mobile dietro al veterinario, aveva calato le mutandine di Patrizia e la stava prendendo da dietro con una violenza inaudita. Lei mugolava come una cagna in calore, lui la montava come un forsennato, facendo tremare il mobile su cui era appoggiato il piattino. I miei testicoli, al ritmo delle loro bordate, tremolavano come palline di gelatina.

Quando Gennaro ebbe finito di ricucirmi, i due amanti se ne erano andati via, a festeggiare. Mi sentivo un po’ indolenzito e lo scroto, ora, aveva cominciato a farmi un po’ male. Il veterinario mi prescrisse degli antibiotici e mi assicurò che tutto sarebbe passato in una settimana. Poi mi presentò il conto che volle pagato in contanti. Mille euro, un regalo per una cosa del genere, mi assicurò.

50'000

1 commenti 14 ottobre 2010 alle 21:09 - Edit entry?
Abbiamo superato quota 50 mila visite!

Grazie a tutti!

Libero?

8 commenti 8 ottobre 2010 alle 09:54 - Edit entry?
Siamo giunti alla fine della settimana e io sono stato per tutto il tempo casto. Sempre con la mia compagna infilata sul pisello e fedele al mio stato. Ormai mi sono quasi abituato, non soffro più molto la mia astinenza, tranne qualche notte che ti diventa duro e non puoi proprio farci niente, devi solo aspettare che il tuo cazzo fuori controllo si ricomponga.
Mi sono anche abituato a pisciare sempre seduto, ho anche trovato una tecnica per fare pipì anche dove non puoi sederti come nei locali pubblici. Insomma tutto sotto controllo.
Ho fatto godere la mia Padrona tre volte con la lingua, ho anche bevuto la sua pipì tutti i giorni di questa lunga settimana, senza mai grossi problemi, diciamo che mi sono sempre sentito pronto e all'altezza. Come stamattina (stranamente non mi usa mai di mattina) si è svegliata e ha voluto usarmi, ho bevuto tutta la sua piscia con il mio imbuto, poi l'ho ripulita con la lingua e l'ho ringraziata e Lei mi ha detto: "Tu non sai quanto mi piace usarti, non so neanche io il perché ma è una cosa che adoro..."
E io: "Grazie, sono molto contento di ciò, chiedi pure quando vuoi."
"Dai che stasera è il grande giorno!!!" mi dice con occhi grandi e luminosi.
Ecco da quel momento sono andato in palla. Tutto il giorno super eccitato a pensare all'orgasmo della sera: stasera svuoto le palle, stasera sborro, stasera me la scopo, dai che stasera mi scarico, evviva stasera mi faccio un segone...

E' sera! Finalmente, dopo tutta la giornata con le mutante bagnate a causa dall'eccitazione tipica di una checca in colore, è giunta l'ora.
Si presenta da me completamente nuda, indossava solo la cavigliera con la chiave e mi invita a spogliarmi, cosa che faccio immediatamente.
Mi dice di sedermi per terra e poi con il piede mi stuzzica l'uccello, poi si ferma e mi dice:
"Dai usa la chiave per aprire il lucchetto" e così dicendo avvicina il suo piede alla mia cintura di castità.
Io prendo la chiave, senza sfilarla e apro il lucchetto.
Lei con una mano toglie la gabbia, il mio cazzo è già completamente duro.
Prova a togliere anche l'anello alla base della cintura di castità, ma è impossibile così, allora le dico di lasciarlo lì.
Sono eccitato come un verginello la sua prima volta con una ragazza. Sono felice e innamorato: amo mia Moglie.
"Ti amo, ti amo, ti amo" le dico.
Lei si gira e prende un cazzo finto e sorridendo mi dice: "Ti amo anche io, ricordatelo!"
Al momento non capisco se il dildo era per me o per Lei, ma il dubbio dura poco: "Allora facciamo così" - mi dice - "metto il cazzo qui sulla sedia e voglio vedere mentre ti impali, io sto qui e mi masturbo un po', poi quando ce l'avrai completamente dentro potrai chiedermi quello che vorrai e così potrai venire: potrai scoparmi, oppure se vuoi ti faccio un pompino con ingoio completo, oppure se ti va ti do il culo, o quello che vuoi tu, OK?"
"Va bene" - rispondo.
"Scusa ma ti devo bloccare le mani" - mi avvisa e così dicendo mi fissa i polsi alla sedia con le manette.
Lei si siede per terra sotto la sedia e con una mano tiene il dildo verticale e con l'altra inizia ad accarezzarsi sussurrandomi: "Voglio vederlo scomparire nel tuo culo, dai!"
Per un po' la vedo divertirsi ed eccitarsi durante i vari tentativi di far entrare quel "coso" nel mio culo. Alla fine riesco ad infilare la finta cappella e molto lentamente comincio a scendere.
La fatica di stare in quella posizione comincia a sentirsi e un po' mi sentivo contento di potermi sedere anche se ero "imbottito".
Ora la mia Padrona toglie la mano da sotto e continuando la stimolazione del suo clitoride la vedo in estasi.
Io scendo piano piano e faccio entrare quel cazzo finto dentro di me, arrivo quasi a fine corsa e sento che mi preme dentro nello stomaco, sento qualcosa...non so cosa ma mi parte da dentro e che....poi....mi scopPIAAAAAAAAAAA!
Fiotti di sperma cominciano a schizzare dappertutto, il primo lontanissimo ha raggiunto il divano, altri 2 o 3 - non so - li vedo partire ma non capisco dove arrivano, poi il resto della sborra mi fuoriesce colando sulla sedia e per terra.
Di istinto cerco di avvicinare le mani per segarmi ma le manette mi bloccano alla sedia, sono sfinito! Respiro profondamente e sento l'orgasmo che ancora non mi lascia e continua a stritolarmi la pancia. Non ce la faccio più, le gambe mi cedono e mi siedo sulla sedia sparando nell'intestino gli ultimi centimetri di dildo.
Anche mia Moglie in quel preciso istante inizia a godere e a contorcersi dall'orgasmo.
Io resto immobile soffrendo e godendo per l'orgasmo appena provato.
Passa un minuto e Lei si ricompone, si alza prende la gabbia e me la infila nuovamente. Ho cercato di pregarla di non mettermela, ma Lei c'è riuscita con semplicità visto che avevo il cazzo completamente moscio.
Dopo il "click" del lucchettino mi dice: "Io ti avevo fatto scegliere, oggi ero particolarmente eccitata, mi spiace che tu sia venuto così, ora torni in gabbia, amore mio, così non c'è pericolo che ti fai le solite seghine".
Poi si alza e mi libera le mani: "Adesso devi pulire gli spruzzi che hai fatto!" e così dicendo mi porge un ciuffetto dei suoi capelli sborrato. Io li succhio e poi con la lingua pulisco il divano, il tappeto, il pavimento e quindi la sedia dove ero seduto.
"Adesso devo fare pipì e poi ci guardiamo un bel film? Va bene?" mi chiede.
Io prendo l'imbuto, le faccio da water, poi ci andiamo a dare una sistemata in bagno e quindi ci mettiamo davanti alla Tv.
Io mi sono accoccolato al suo fianco e non ero molto interessato al film, lo baciata sulla guancia, sulla spalla e sulla mano, e poi l'ho abbracciata forte a me per tutto il tempo.
Prima di andare a letto le ho sussurrato nell'orecchio: "Grazie Padrona per avermi fatto venire!".
Lei mi ha sorriso e mi si è acceso il cuore.
A presto...

Marco

Mangiare il proprio sperma

0 commenti 30 settembre 2010 alle 10:47 - Edit entry?
Anche io, come molti altri schiavi, sono costretto ad ingoiare il mio sperma. Lo faccio praticamente sempre, ogni volta che vengo.
Anziché stare lì a ripulire con un fazzoletto o altro il proprio schizzo, io lo faccio con la lingua.
A volte faccio anche di più, perché a mia moglie piace umiliarmi, le piace sapere che io sono piegato ai suoi voleri e spingermi a fare certe cose la rende più consapevole del nostro rapporto dom/sub.
Avete già provato ad assaggiare la vostra sborra? Anche la vostra Padrona ve lo ha chiesto?
Bene ora provate a superare una prova più dura, come quella che certe volte mi riserva la mia adorata Mogliettina.
Dopo che sono venuto dentro ad un bicchiere, Lei ci piscia dentro e me invita a berlo.
Dopo l'orgasmo tutto è più difficile, lo sappiamo, ma uno schiavo è sempre schiavo sia quando fa freddo, sia quando fa caldo per cui io l'ho sempre bevuto per due semplici motivi. Il primo perché mi piace vedere il suo viso fiero e ciò mi rende felice; secondo perché il solo pensiero di contraddirla mi fa temere a qualcosa di molto peggio, per cui preferisco senza dubbio bere la sua pipì con il mio spruzzetto dentro.
Ora vi lascio ad un intrigante video che vi mostra l'umiliazione di un uomo costretto a mangiarsi la sua sborra davanti a due bellissime Padrone.



Eccitante vero?
A presto.

Marco

Orgasmo donato

0 commenti 22 settembre 2010 alle 08:21 - Edit entry?
Siamo arrivati al settimo giorno della mia castità e in tarda serata la mia amata Padrona si presenta da me con in mano le chiavi. Io sono raggiante e felice. Iniziamo subito a baciarci e a fare mille preliminari. Lei però mi sussurra all'orecchio: "Ora ti ho liberato, ma quando abbiamo finito torni in dentro, non so ancora se fidarmi o no...ok?"
"Sì certo, va bene", rispondo io...mi va bene tutto pur di sborrare.
Il mio cazzo è in tiro, duro e bavoso, tanto bavoso....potrei venire da un momento all'altro, vorrei scopare subito, ho bisogno di svuotare la palle.
Lei si distende sul divano e io inizio a baciarla tra le gambe. Lei inizia subito ad ansimare e a sussurrare: "Sei bravissimo, si dai così, piano....mmm".
Leccare la passera è la mia specialità, è facile, basta baciarla come quando si bacia in bocca, a volte con vigore, a volte con dolcezza, a volte giri con la lingua, a volte accarezzi con la lingua, a volte penetri dentro, altre ti soffermi e poi riparti....insomma bisogna metterci del sentimento e un po' di fantasia.
Quando il suo clitoride è sotto la mia lingua, lei gode come una pazza e non smette mai di dirmelo e questo mi rende molto fiero.
Adoro sentire il suo orgasmo dentro la mia bocca, amo sentire il suo donarsi a me, amo sentire la sua intimità senza limiti e così anche questa sera Lei scoppia in un fragoroso orgasmo.
Dopo che è venuta io continuo a baciarla lì, non più come prima, ora le faccio delle piccole coccole con la punta della lingua, la sfioro con le labbra, la sbaciucchio tutta intorno e mia Moglie si rilassa.
Ci siamo, dopo che Lei ha goduto di solito tocca a me. Il mio gingillo è pronto: tutto sbavante e tutto eccitato.
Lei mi prende il viso con le mani e mi tira verso di se sussurrandomi: "Sei stato uno spettacolo, adesso toccherebbe a te, giusto? Ma sai ho una voglia pazzesca in questa giorni, vorrei tanto venire un'altra volta, ti va di donarmi il tuo orgasmo? Rinunci a venire per farmi godere ancora? Dai...ho tanta voglia...mi lecchi ancora?"
Sinceramente rimango un attimo interdetto.
Ora vi chiedo:


Come si fa a dire di no ad una figa così bella???
L'ho leccata di nuovo, Lei ha goduto di nuovo e io sono stato rimesso in gabbia di nuovo! Sigh!
Non è stato facile, sia mia Moglie che io abbiamo provato diverse volte a rimettere il cazzo dentro la cintura di castità ma lui non voleva saperne di entrare. Ahimè, ma alla fine ci siamo riusciti.
"Dai schiavetto vedrai che tra una settimana ti andrà meglio!" esclama proprio mentre con la mano fa scattare il lucchetto.
Io non le rispondo perché mi sento veramente preoccupato al solo pensiero di stare senza orgasmo per un'altra settimana.
"Ascolta..." - continua Lei - "....Prendi l'imbuto che mi scappa la pipì?"
A presto...

Marco

Cum Free

2 commenti 15 settembre 2010 alle 01:01 - Edit entry?
Quando verrò liberato penso che sborrerò semplicemente guardando la mia Padrona nuda.
Dopo una castità così lunga potrei godere semplicemente gustando la sua piscia.
Sto aspettando che Lei mi dica: "Schizza!" per poter sborrare liberamente, non mi servirà neppure segarmi da quanta voglia ho di farlo!
Vi lascio ad un video che ho trovato molto interessante e oggi un po' mi rappresenta anche.




Avete notato che inizia quasi moscio, poi diventa duro e poi viene senza toccarsi?
A presto...

Marco

In Gabbia

5 commenti 11 settembre 2010 alle 11:13 - Edit entry?
Sono tornato in gabbia!
Purtroppo e un po' a malincuore sono obbligato alla castità da parte di mia Moglie.
E' successo che una domenica sera ero particolarmente eccitato e mi stavo facendo una sega davanti al computer.
E' successo che mentre stavo guardando un video SM ho iniziato a sborrare.
E' successo che Lei è entrata proprio in fase schizzo.
E' successo che ho sporcato dappertutto.
E' successo che si è incazzata.
E' successo che ho cercato di scusarmi in tutti modi (con il cazzo ancora gocciolante): che figura!
E' successo che mi ha mollato un ceffone da paura.
E' successo che ho rischiato l'evirazione: stava per darmi un calcio nelle palle ma si è trattenuta.
Volevo raccontarvi della nostra nuova cintura di castità con calma, ma in seguito a questo evento le cose sono un po' cambiate.
"Evidentemente non hai ancora capito dopo anni e anni che tu devi essere autorizzato per venire! Forse non hai capito che io sono la Padrona e tu lo schiavo sottomesso. Tu devi obbedire e attenerti alle regole che io ti impongo e non mi pare mai di averti detto che puoi segarti quando tu vuoi. Siccome non lo capisci forse è il caso che io eserciti un controllo maggiore. Mettiti la cintura di castità e poi ne riparliamo, credo che opterò per un controllo diverso d'ora in poi. Forse dovrai farci l'abitudine a portarla...non so adesso devo pensarci. Forse ti userò solo come cesso e leccatore da oggi in poi. Cosa dici? Lo faresti per me? Rinunceresti al tuo uccello per me?" - mi chiese.
"Certo amore lo farei per te...scusami...fai quello che vuoi...non lo faccio più...te lo giuro" - le risposi ovviamente senza pensarci su....anche perché sapevo che non avrebbe fatto sul serio.
Eccola qui la mia nuova gabbia:



E' molto meglio di quelle di plastica, molto più difficile da sfilare e incredibilmente non si nota sotto i pantaloni anche quelli piu' aderenti.
La consideriamo - per ora - ancora non definitiva perchè troppo lunga (10cm) per me, ma se mi trovo bene ne ordinerò una su misura da Mature Metal.
Questa cintura di castità ha un notevole vantaggio (per la Padrona): non necessita di essere tolta per effettuare la pulizia. Infatti con questo modello l'igiene è al top.
Da questo "tragico" evento sono passati già 5 giorni, ieri Le è terminato il ciclo, proprio quando è partita per un viaggio di lavoro. Tornerà domani.
Non ha mai più riparlato di quello che era successo, non mi ha più toccato o sottomesso. A livello sessuale mi ha completamente ignorato: che è ben peggio della castità, per me.
Poi è partita e mi ha mandato un paio di foto, una ieri e una oggi:



Ho capito il suo messaggio e umilmente attenderò la sua decisione, quindi metto da parte il mio pisello e penserò solo a Lei, alle sue esigenze, ai suoi bisogni.
Stanotte ho dormito poco. Troppe erezioni involontarie e troppo dolore. Ben mi sta! La prossima volta aspetterò la sua autorizzazione. Oggi sono più stufo di ieri, sarà stata la notte difficile, sarà che per pisciare devo sempre sedermi come le donne, sarà che ogni volta che vado in bagno vedo il mio povero cazzo in gabbia, sarà che questa visione mi fa ricordare costantemente la mia sottomissione.
A presto...

Marco

Doveri di Cuckold

5 commenti 25 agosto 2010 alle 12:00 - Edit entry?
Essere schiavi e cuckold è uno dei gradi di sottomissione più alti che ci siano.
Intanto il rapporto tra moglie Padrona e Marito Cuckold si basa e sopravvive su un filo di equilibrio veramente sottile. Per esserlo e per durare nel tempo bisogna essere bravi. Brava deve essere la Dominatrice, bravo deve essere il cornuto e bravo deve esserlo pure il Bull. Bisogna essere bravi in tre, già è difficile esserlo in due! Forse questo è uno dei motivi per cui di casi realmente "funzionanti" ne esistono pochissimi. Chissà...voi che dite?
Nel video che vi propongo stavolta appaiono in modo chiaro alcuni dei doveri di un bravo marito cornuto.
Innanzitutto essere presenti. Essere presente durante il coito della proprio Sweet e del Bull, vuol dire aiutare in caso di bisogno oppure fare delle foto ricordo. Partecipare nudi potrebbe essere utile, nella speranza (spesso vana) che la nostra Padrona decida di usare il nostro sesso in qualche modo. Quando il Bull gode dentro la nostra mogliettina è fondamentale raccogliere il seme regale con la bocca bene aperta per non creare difficoltà a Lei e quindi ripulire i genitali dei due amanti, bene e in profondità. Eventualmente se necessario far raggiungere l'orgasmo alla propria donna qualora Lei ne faccia richiesta.
L'importante è non pensare a se stessi.



In questo bellissimo video vorrei farvi notare due cose, per me molto eccitanti.
La prima è il dito alzato della Padrona, mentre lo schiavo la sta ripulendo; la seconda è la totale indifferenza nei confronti del marito che si fa in quattro per pulire, sistemare, fotografare...ecc...
A presto...

Marco

Lesbo-Time

3 commenti 20 agosto 2010 alle 11:37 - Edit entry?
Quest'estate al mare è stato fantastico. Tempo bello, spassosi divertimenti, salute, sesso....
Fin dal primo giorno io e mia Moglie abbiamo notato qualcosa di insolito sotto l'ombrellone davanti al nostro.
Erano quattro bellissime ragazze, forse la più vecchia avrà avuto 25 anni, dal fisico asciutto, ben formate, due avevano i capelli lunghi fin sotto le spalle e due, al contrario, molto corti. Una era piena di tatuaggi, una aveva diversi piercing, sulle orecchie, sulle sopracciglia, sulla lingua, sulle labbra, sull'ombelico.
Erano sempre in bichini (mai in topless) e sempre sotto il sole per abbronzarsi, tant'è che la loro carnagione era ormai color dell'ebano.
In seguito abbiamo notato che non erano solo "vicine" di ombrellone, ma nel nostro condominio erano anche "vicine" di appartamento.
La mia Padrona non aveva notato solo quello. Si era accorta che io continuavo a guardarle, scrutarle, studiarle, fino a quando non me ne ha chiesto il motivo. Le ho spiegato che secondo me erano lesbiche, perché i loro comportamenti erano un po' particolari, per esempio una volta si stavano tenendo per mano e poi non hanno nessuno maschio che gira loro intorno. E' strano le ho spiegato.
Un bel giorno, arrivando in spiaggia erano tutte e 4 sdraiate sulla sabbia a prendere il sole, con gli asciugamani allineati uno a fianco all'altro ed erano a 2 a 2 abbracciate mentre si lasciavano a dolci effusioni.
Confermato: sono due coppie omosessuali.
Una mattina piovosa io e la mia Padroncina siamo rimasti in casa e ad un certo punto verso le 11 Lei si alza e mi dice che ha deciso di preparare un bel pranzetto, vista la giornata grigia.
Prima però mi ha invitato a spogliarmi e mentre lo facevo è andata a prendere un bicchiere.
Era molto fredda e non capivo bene le sue intenzioni.
"Adesso schizza qui dentro e cerca di fare presto" - mi ordinò.
Io mi impegnai e mentre mi segavo stavo cercando di capire quali erano i suoi progetti.
Mentre smanettavo, lei andò a prendere alcuni "attrezzi" e prima del suo ritorno depositai tutto il mio sperma nel contenitore.
A questo punto iniziò a legarmi le palle e il cazzo moscio, in modo del tutto casuale ma veramente molto molto stretto, la corda era lunga per cui tra giri, nodi e strizzatine alla fine i miei genitali erano completamente "impachettati".
Terminata questa prima fase prese un butt-plug e me lo infilò nell'ano senza lubrificazione e con parecchio dolore.
"Ora vestiti, mettiti pantaloncini e maglietta che mi devi fare un piacere" - mi disse.
Ubbidii subito e Lei mi spiegò che avrei dovuto bere la sborra senza ingoiarla, andare fuori e suonare a casa delle lesbiche, non appena avrei visto una di loro dovevo ingoiare e chiedere in prestito del sale.
Così uscii dall'appartamento e mentre percorrevo il corridoio che mi portava al loro ingresso sentivo le palle bruciare, era come avere la mano della mia Padrona lì sotto che me le stritolava.
Dopo aver suonato sentii lo spioncino muoversi e quindi una delle ragazze con i capelli lunghi mi aprì. Ingoiai davanti a Lei come mi era stato ordinato, anche se non poteva immaginare chi ero, come ero e cosa avevo infilato nel culo, io mi sentii veramente una merda, forse anche perché fare certe cose dopo aver già goduto non è proprio così eccitante.
Mi fece accomodare e le chiesi il sale, lei mi disse che me lo avrebbe preso immediatamente.
Mentre aspettavo in piedi vidi altre 2 ragazze sul divano che guardavano la TV, la quarta non c'era.
In piedi aspettavo come un cretino il sale, con le palle viola da quanto erano strizzate e il culo in fiamme.
"Grazie, molto gentile" - le dissi e salutandoci ritornai dalla mia Padrona che mi accolse con questa frase: "Spero che da oggi le tue amiche leccafighe non ti facciano più rizzare l'uccello, tieni presente che questo era solo un avvertimento!"
Mi gettai a terra e scusandomi le baciai i piedi.
A presto...

Marco

Mini Sega

0 commenti 15 agosto 2010 alle 00:33 - Edit entry?
Al mondo c'è chi è fortunato e chi meno; secondo voi il protagonistra del video di oggi lo è o no lo è?
Avere il pisello piccolo (ma veramente piccolo) rende l'uomo inutile sotto l'aspetto sessuale. Se la vostra partner per farvi una sega deve usare l'indice e il pollice e nonostante voi ce la mettete tutta, sborrate pure in 3 minuti, cosa può pensare di voi se non che il vostro sesso non serve a nessuno forse neanche a voi stessi?
Ecco il probabile motivo per cui molti minidotati sono dei cuckold o sono rimasti single?
E sfatiamo il mito che le dimensioni non contano! Contano eccome: se ce l'hai piccolo puoi anche saperlo usare, ma al massimo fai bene il solletico, se ce l'hai esageratamente troppo grande a volte puoi fare paura: ma se una donna si trovasse davanti a 10 bei fusti nudi ed eccitati, tutti con il pene tra i 10 e 14 cm tranne uno che ce lo ha bello dritto puntato al cielo sui 22 cm, quale sceglierebbe secondo voi, visto che le dimensioni non contano? Ma dai...rassegnatevi, se avete il cazzo piccolo, travatevi delle alternative ce ne sono tante.



A presto.
Marco

Te-le-schiaccio

0 commenti 10 agosto 2010 alle 14:35 - Edit entry?
Ieri sera bondage alle palle. Prima di scoparmi la mia Padrona ha preso una corda di cotone e mi ha legato i testicoli. Saldamente.
Dopodiché con la mano li ha presi, tirati e girati.
Rideva e godeva nel vedermi contorcere dal dolore.
"Mi basta schiacciare la mano e voi uomini siete subito annientati..." - sentenziava mentre mi strizzava le palle con le due dita e contemporaneamente ruotava la mano.


Terminata anche questa tortura, il mio cazzo era diventato duro a sufficienza perché Lei mi impalasse. E così ha fatto, ma senza slegarmi i bassifondi.
Così seduta sopra di me ha iniziato a masturbarsi e ha muoversi repentinamente fino al suo orgasmo.
"Adesso vieni anche tu dai!" - mi esortò continuando a muoversi sulla mia asta.
Quando ho iniziato a mostrare i primi cenni di godimento, Lei ha preso un capo della corda e ha inziato a tirare i miei testicoli da dietro la sua schiena; quando ho sentito che il mio scroto era a contatto con il suo sedere sono scoppiato e ho iniziato a sborrarle nella figa come un vulcano.
Terminato di ejaculare, mi sorride e mi bacia sussurandomi: "Ora ti slego" e tenenosi con le due dita della mano sinistra le labbra della vagina ben chiuse, si gira adagiandosi sopra la mia bocca già aperta, come sopra un water e con la massima disinvoltura vi lascia cadere dentro il prodotto della scopata appena consumata, nel frattempo mi slegava le palle.
"Dai puliscimi bene" - mi ordina e io obbedisco.
Grazie.
Marco
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