Il Dolore dopo la Sborrata...

1 commenti 3 settembre 2011 alle 12:49 - Edit entry?
E' più bello da vedere che da provare. Nella pratica a pochi piace questo tipo di tortura. Provare dolore, umiliazione o quant'altro dopo l'orgasmo non è il massimo per lui, per le Lei particolarmente sadiche invece è la cosa più sublime che sia.
Ahimé, mi è capitato diverse volte dover continuare la sessione anche dopo aver schizzato la mia sborra, una volta sono venuto mentre avevo la palle ancora legate e la mia Padrona ha continuato a stritolarmele; ricordo un'altra volta che ho dovuto subire pure lo strap-on, con la mia faccia premuta sul mio orgasmo appena depositato; un'altra volta ancora ho bevuto la sua piscia dopo esserle venuto dentro scaricandomi nell'imbuto-cesso sia il mio sperma che la sua pipì.
Tante altre cose come queste le avrete sicuramente già lette (e le leggerete anche in futuro) in questo blog.
Vi lascio così al video di oggi:


Bellismo vero? Quanti di voi vorrebbero essere al posto del poveretto e quante di voi invece al posto della sublime Padrona?
Fatemi sapere. A presto.

Marco

Tortura Genitale

1 commenti 22 marzo 2011 alle 21:40 - Edit entry?
Il video che questa volta vi propongo è un "Trailer" che pubblicizza un sito Sadomaso.
Mi è piaciuto particolarmente per alcuni dettagli.
Il primo è ovviamente la presenza di due Mistress, di cui una fa esclusivamente l'assistente dell'altra.
Un altro particolare interessante è il sadismo delle Padrone, la sessione appare molto più eccitante - secondo me - quando la dominante non viene minimamente influenzata dallo stato dello schiavo che è costretto esclusivamente a subire le torture.
Infine vorrei farvi notare le dimensioni del pisello. Inizialmente è abbastanza normale, ma alla fine fa capire chiaramente lo stato di frustrazione e umiliazione del sub.



E voi cosa dite? Mai provata situazione simile?
A presto....

Marco

Orgasmo notturno

0 commenti 1 marzo 2011 alle 18:28 - Edit entry?
Sono diversi mesi, ormai non li conto più che sono totalmente controllato a livello sessuale. In pratica, se la mia Padrona esce una sera mi mette la cintura di castità, stessa cosa se va via per lavoro, in pratica mi da la possibilità di togliere la gabbia solo se è certa che io non abbia modo di farmi una sega.
Normalmente quando me la fa indossare non mi concede la liberta se non prima di qualche giorno e quest'ultima è ogni volta più breve. Lei si sta abituando e devo ammettere che lo sto facendo anche io. Una CB a forza di usarla l'abbiamo anche rotta e ne abbiamo acquistata subito un'altra. Stiamo anche valutando di farne fare una su misura da Mature Metal.
Ieri sera mentre stavamo guardando la televisione ho sentito l'inizio di un'erezione che mi stava costringendo ad alzarmi. Dopo 10 giorni di castità comincio a fare seriamente difficoltà a controllare queste cose. Decido di mettermi in ginocchio e di pregarla di liberarmi.
Lei mi guarda con espressione un po' incredula.
Ma io cerco di convincerla: "Dai ti prego, mi sta facendo male, vorrei tanto le chiavi, ti prego per favore mi puoi liberare?"
E Lei: "Lo sai che non mi va che mi preghi vero? Non voglio una lagna...cerca di tirarti su forza che anche sta volta ce la fai..."
Ma io: "Ti prego...dimmi cosa posso fare per essere libero? Vuoi un massaggio? Vuoi che ti faccia un pedicure? Domani pulisco tutta la casa...dimmi te cosa posso fare...ma liberamiiiiii ti pregooo!"
Lei: "Smettila...non farmi sentire sadica...."
Io: "Ma no, però vorrei tanto prendermi il cazzo un po' in mano e segarmi...mi dai il permesso per favore?"
Lei si avvicina a me e mi infila le mani sotto il pigiama e dolcemente arriva fino ai capezzoli che comincia ad accarezzare delicatamente con le dita.
Lei conosce il mio punto debole. Se mi tocca i capezzoli, il cazzo mi diventa di marmo all'instante e più e più volte mi ha fatto venire solo con la stimolazione di essi.
Io la guardo negli occhi, Lei mi guarda negli occhi e mi dice: "Mi basta un cenno per farti del dolore, lo capisci? Se ora non la pianti ti piazzo un calcio nelle palle, se non ce la fai da solo a farlo tornare moscio allora lo faccio...d'accordo??"
Il cazzo che scoppia rinchiuso nella gabbia e lo scroto che comincia a tirare a causa dell'erezione che mi stava procurando mi hanno fatto cambiare immediatamente idea.
Con sommo sforzo le ho risposto: "D'a...c..c..o..r.d...o .....P.a....drona.."
Detto questo mi sono ritirato in bagno per leccarmi le ferite.
Tornato da Lei prima di sedermi sul divano mi dice: "Mi fai un massaggino alle spalle? Così chissà che mi rilasso un po'..."
Ubbidii e la serata si concluse.
Sono le 4.30 di notte e sento la sua voce che mi sussurra all'orecchio: "Su, svegliati...dai...Marco...sveglia..."
E io: "Ehh ?? Cosa c'é? Bisogna alzarsi?"
Lei: "No, ma non riesco a dormire...vorrei venire...mi puoi leccare?"
Mi sveglio e mi accorgo che Lei è già completamente nuda sdraiata al mio fianco.
Allora mi alzo e con la lingua la lecco avidamente fino a farla godere assaporando ogni suo succo.
La vedo completamente rilassata e sento che mi dice: "Grazie, sei stato perfetto...domani sera quando torno dal lavoro preparati per farmi il pedicure.....e mi raccomando pulisci tutta la casa prima...."
Ben sapendo che il giorno seguente avrei avuto il pomeriggio libero, le rispondo: "Ok, ti amo!"
E Lei: "notte ora..."
La copro e mi rimetto al suo fianco con il cazzo che pulsa e con le mutande bagnate come una femminuccia in calore.
In quello stato, con Lei nuda al mio fianco, sapore di fica in bocca e cazzo in gabbia, secondo voi quanto ho dormito?
A presto...
Marco

MARIA (Un raccondo di Red)

1 commenti 22 dicembre 2010 alle 20:50 - Edit entry?

La mia padrona mi applica il morso e colloca una sella sulla mia schiena… non le importa se io in realtà sono un essere umano, mi fa mettere a quattro zampe e si accomoda sulla mia schiena, infilando i suoi deliziosi piedi nelle staffe. Sento il suo peso su di me e inizio ad eccitarmi, ma non ho il tempo di pensare… i suoi bellissimi piedi subito mi spronano, e capisco che mi ordina di partire… arriva una dolorosa frustata e così inizio a trottare, ma lei subito pretende che io corra più in fretta e inizia a frustarmi ripetutamente… comincio a correre sul serio, i miei muscoli sono al massimo sforzo e la schiena inizia a darmi dei dolori, sudo sempre di più… ma la mia padrona nel frattempo è seduta comodamente sulla mia schiena, a bordo del suo schiavo che la trasporterà ovunque voglia sino a che le sue forze non si saranno esaurite del tutto… un’altra frustata: "Più veloce!"… al galoppo raggiungo un sentiero sterrato, le mie mani e le mie ginocchia iniziano a sanguinare mentre sono sempre più esausto… e la mia padrona, comoda sulla mia schiena, non muove un muscolo. Lascia che sia il suo schiavo a sgobbare per lei, e si gode il vento fresco e la cavalcata… "Più veloce!"… E’ la prima volta che la mia nuova padrona mi mette alla prova, e così mi obbliga ad una cavalcata di alcune ore… ad un certo punto, stremato, inciampo e cado al suolo… la mia padrona, senza scendere dalla mia schiena, mi ordina di alzarmi e inizia a frustarmi incessantemente, non più sul sedere ma sulle spalle e sulla nuca, senza smettere sino a quando io, per disperazione, con la schiena sanguinante per le frustate, riesco a rialzarmi a quattro zampe (nonostante lei sia ancora sulla mia schiena) e riparto. Dopo questa prova, la mia padrona si convince che io possa godere dell’onore di essere il suo schiavo per sempre. Da quel giorno, continua a cavalcarmi quando ne ha voglia (è l’utilizzo che preferisce di me, e anche quello che io preferisco), ma mi usa anche come poggiapiedi, sedia, sgabello o tappeto. Ciascuna di queste funzioni può richiedere che io resti immobile con il suo peso su di me anche per ore, ma non le importa… la mia vita ha un senso soltanto in quanto possa servire alla sua comodità e al suo piacere… La mia padrona ha molta fantasia, e inventa sempre nuovi compiti per il suo schiavo… talvolta mi utilizza come cavallo da tiro, accomodandosi assieme ad un paio di sue amiche su una specie di risciò, altre volte vuole che io lecchi e baci i suoi piedi sino a consumarmi la lingua… se ne ha voglia mi schiaffeggia, mi frusta e mi riempie di calci, anche senza motivo, e ogni volta che ciò accade io torno sempre a strisciare ai suoi piedi per baciarli, anche se ciò può significare ricevere un nuovo calcio… La mia padrona, poi, oltre che per le sue amate cavalcate all’aria aperta, usa montarmi anche per spostarsi senza fatica in casa (sono io che debbo sgobbare per lei…), ad esempio per salire le scale… poi naturalmente io debbo occuparmi di tutte le faccende, lavare i pavimenti ecc., e se la mia padrona trova una pur piccola imprecisione nell’esecuzione dei miei compiti mi punisce facendomi stendere per terra a pancia in su, e calpestandomi senza pietà con le sue scarpe nere, lucide e con i tacchi! Soltanto la mia grande dedizione, a volte, riesce a farmi meritare il più ambito dei premi: la possibilità di utilizzare la mia lingua per il suo piacere sessuale".
Maria era sconvolta.
Usciva con Mario da quasi 6 mesi, e lo trovava un ragazzo dolce e sensibile: lui aveva sempre tante attenzioni, la trattava come una vera principessa. Spesso le aveva detto di adorarla come una dea. Lui era incantato dalla delicatezza e dalla perfezione del suo corpo, minuto e delizioso, e spesso le aveva detto di trovare stupende le sue mani e divini i suoi piedini, ma lei non ci aveva dato peso. Ora però, leggendo di nascosto il diario di Mario, conoscendo quello che lui aveva sognato quella notte e scritto in quelle pagine, aveva scoperto la ragione di tutte quelle particolari attenzioni. E non sapeva più cosa pensare.
Quella notte non riuscì a chiudere occhio.
Ora conosceva le fantasie erotiche del suo ragazzo, e alla luce di ciò cercava di analizzare tutti i momenti passati insieme per trovare delle conferme… per riuscire veramente a capirlo…
Entrambi 24enni e studenti universitari, Mario e Maria erano una bella coppia: lui alto 1,78, castano, discretamente muscoloso, bella presenza e brillante personalità; qualche volta, un po’ chiuso e taciturno. Lei bionda, occhi azzurri, fisico minuto (1,60 cm per 55 Kg), ma belle forme e tanti piccoli adorabili dettagli fisici, conditi da un carattere solare ed estroverso. A letto erano in discreta sintonia; facevano l’amore spesso e con passione… e qualche volta lei, maliziosamente, decideva di premiare le prestazioni di Mario, specie quando lo anticipava nell’orgasmo, con un bel pompino! Insomma… una brava ragazza, ma sveglia! :-)
Pensando e ripensando, Maria ricordò di una volta in cui Mario, dopo averle sfilato i jeans e le mutandine, si era inginocchiato e aveva cominciato a leccarle con passione la fica. Le era piaciuto, ma dopo poco si era spostata, lo aveva fatto alzare, ed erano finiti a letto per la più bella ed intensa scopata della loro storia; ricordava perfettamente che lui, quella sera, era davvero una furia, ed aveva rapidamente raggiunto un orgasmo veramente esplosivo! Adesso capiva, e ancora non sapeva cosa pensare… Ma quel ricordo, e la consapevolezza che Mario, in ginocchio ai suoi piedi per procurarle piacere con la bocca, sarebbe stato pronto a farle da schiavetto, la fecero finalmente addormentare, con un forte senso di eccitazione.
L’indomani, mentre Mario era a lezione all’università, Maria si confidò con la sua migliore amica, Loredana. Questa ascoltò in silenzio il suo racconto, quindi senza risponderle la invitò a seguirla a casa sua. Una volta che furono arrivate, Loredana cominciò ad urlare di gioia, abbracciando Maria e congratulandosi con lei. Poi disse: "Benvenuta nel mio mondo, dolcezza. Stai per scoprire le sensazioni uniche del mondo sadomaso, il piacere della sottomissione, del procurare sofferenza ottenendo piacere. E’ da qualche anno che rifiuto qualsiasi uomo che non sia disposto a strisciare ai miei piedi, e non sono mai stata così appagata sessualmente. E, da come ti brillavano gli occhi, nonostante un po’ di imbarazzo, mentre mi raccontavi del diario di Mario, sono certa che diventerai una padrona in gamba almeno quanto me… e che da oggi saremo ancora più amiche di prima!". Maria non credeva alle sue orecchie: "Ma allora… tu… mio Dio!"… Cominciò a sentirsi veramente eccitata. Aveva i brividi, sapeva che in quel momento per lei stava cambiando qualcosa di significativo. L’idea di essere adorata, di poter disporre di un uomo a suo piacimento, la intrigava da sempre. Ora, per la prima volta, aveva avuto il coraggio (e l’occasione) di parlare con qualcuno di questo argomento, e l’inaspettata reazione di Loredana le aveva fatto superare di colpo i dubbi e le perplessità che nelle ultime ore l’avevano tormentata. Quella sera, Mario avrebbe ricevuto la più bella sorpresa della sua vita…
Mario, quella sera, tornò a casa davvero distrutto.
"Ciao amore!", disse a Maria "Sai, quel professor Bottardi è davvero un gran…"
In quel momento, Mario si accorse dell’insolito abbigliamento della sua adorata, e rimase immobilizzato.
Maria troneggiava su due stivali neri di pelle con un tacco discretamente alto, e per il resto non indossava praticamente nulla, se non un abbigliamento intimo incredibilmente sexy ed aggressivo.
Nella mano destra, brandiva un affilato frustino da cavallerizza. Era bellissima.
Mario pensò che fosse un sogno, che ora si sarebbe svegliato e si sarebbe accorto di essersi addormentato nell’aula del Bottardi. Ma la voce dell’amata lo riportò con i piedi per terra.
"Cosa c’è, sei rimasto senza fiato?" chiese maliziosamente Maria avanzando verso di lui. "In ginocchio, animale!!! Comincia a leccare i miei stivali, che sono nuovi ma non brillano abbastanza per i miei gusti! Nel frattempo, apri bene le orecchie, perché ti spiegherò come la tua vita cambierà da oggi in poi…"
Mario, ancora stordito, trovò subito la lucidità per gettare via i libri che aveva in mano e inginocchiarsi ai piedi di Maria , cominciando a leccare con passione ogni centimetro dello stivale, quasi a volerlo consumare per poi arrivare al contatto con la pelle dei piedi della sua amata. Lei, per tutta risposta, cominciò a calpestargli dolorosamente una mano, aumentando il peso su quel piede ogni volta che Mario, in preda ai primi segni di stanchezza dopo un vigorosissimo inizio, tendeva a rallentare il ritmo delle sue leccate.
"Allora. Tanto per cominciare, da oggi in poi saremo una coppia soltanto in pubblico. In questa casa sarai completamente schiavo di ogni mio capriccio. Dovrai chiamarmi Padrona, camminare a quattro zampe o in ginocchio, e obbedire a qualsiasi mio ordine. Non sei autorizzato nemmeno a parlare senza un mio preciso comando, ma quando non ci sono o quando dormo devi trovare il tempo di provvedere a tutte le faccende domestiche".
Mario, che ad ogni parola della Padrona intensificava il ritmo del suo lavoro, con la mano sempre dolorante sotto la scarpa di Maria , era talmente eccitato da provare dolore per via del cazzo costretto dai jeans.
Ma un’energica frustata della Padrona lo colpì all’improvviso sulla schiena. Il suo primo colpo di frusta.
"Corri in camera da letto e spogliati completamente, ad eccezione dei boxer. Poi vieni qui camminando carponi. Sbrigati, bestia!!!". Maria cercava con successo di mostrarsi dura, ma non si era mai sentita così eccitata in vita sua. Sentiva distintamente i suoi slip inumidirsi sempre di più, e non vedeva l’ora di raggiungere un devastante orgasmo. Mario fu da lei in pochi secondi, trottando diligentemente. La trovò seduta in poltrona, che giocherellava con il frustino. "Bene bene. Vedo che, nonostante prima tu avessi una camicia, un piccolo segno la mia frustata te lo ha lasciato! Sei un uomo fortunato, e lo sarai ancor di più tra poco…"
Detto ciò, la Padrona colpì con tutta la sua forza la schiena nuda del suo schiavo, che a stento trovò la forza per trattenere un urlo. "E’ quello che hai sempre sognato, brutto animale, vero? Cosa pensi di me adesso?"
"Io ti amo… ehm… mi scusi Padrona… io La amo, io La adoro… sono entusiasta di diventare il Suo schiavo!"
"Bene. Allora ripetimi quanto mi adori ad ogni frustata!"
La Padrona cominciò la sua fustigazione. Si mise in piedi, davanti al povero Mario che era ancora carponi, e poi appoggiò un piede sulla nuca di lui per stare più comoda; quindi iniziò con una serie di colpi di una violenza che pochi si sarebbero aspettati da una ragazza così minuta. Le strisce rosse sulla schiena del povero Mario cominciarono pian piano ad essere sostituite da piccoli rivoli di sangue, e lui continuò sino alla fine a dire "Mia Padrona, io La adoro!" dopo ogni singolo colpo. Nessuno dei due ebbe la lucidità di contare le frustate, ma furono diverse decine e cessarono soltanto quando Maria fu veramente spossata. E’ impossibile stabilire se fosse più eccitata e sconvolta la Padrona, che tutta sudata brandiva un frustino ormai sporco di sangue, o lo schiavo, che verso la fine cadde steso per terra dal dolore, ma riuscì devotamente ad urlare pochissimo, permettendo così alla sua adorata di continuare la fustigazione a suo piacimento, senza la preoccupazione di disturbare i vicini.
Non ancora soddisfatta, Maria posò il frustino e decise di infierire ulteriormente sul dolore del suo sottomesso. Così prima posò un piede, sempre calzato dallo stivale, sulla schiena martoriata del suo schiavo, quindi salì con tutto il suo peso sulla schiena di lui. Il dolore, naturalmente, fu enorme: i tacchi della Padrona torturavano terribilmente le fresche ferite, ma Mario fu estremamente pronto ad obbedire quando Lei gli ordinò di strisciare e trasportarla in quel modo nei pressi della poltrona. Quando fu soddisfatta, Maria scese e si accomodò esausta sulla poltrona.
Quindi disse: "Sei stato bravo. Rimpiango solo di non averti frustato prima, in questi mesi, ma troverò il modo di recuperare. Adesso, come premio, avrai la possibilità di portare al culmine l’eccitazione che già mi pervade. Alzati in ginocchio, e leccami la fica!!!"
Mario non se lo fece ripetere due volte. Scattò in ginocchio, si avvicinò, e dopo aver delicatamente sfilato la mutandina alla sua amata cominciò a leccarla con passione. Provò la sensazione di aver infilato la lingua in una pozzanghera, tanto intensa era l’eccitazione di Maria , che infatti venne dentro la sua bocca in brevissimo tempo, urlando come mai le aveva sentito fare prima"
Il resto della serata trascorse tranquillo.
Maria permise al suo schiavo di andare a disinfettarsi la ferite.
Quindi si accomodò sul divano per guardare un film, mentre lui fu autorizzato a toglierle gli stivali e leccarle le piante dei piedi. La lingua di Mario, calda e instancabile, le procurò un massaggio dolce e rilassante. Loredana glielo aveva anticipato, ma lei non avrebbe mai pensato che fosse stato così piacevole. Inoltre, vedere il suo ragazzo in quelle condizioni la riempiva di orgoglio ed eccitazione; lui era talmente preso dal suo compito che stava ad occhi chiusi, tenendo fra le mani il piede della Padrona per non farla stancare e leccandoglielo con devozione e sapienza.
Il fatto che lui non si fosse minimamente opposto a quella situazione, comportandosi come uno schiavo nato, faceva presagire a Maria la possibilità di raggiungere con lui le situazioni più estreme. Ora considerava possibili, e cominciava a desiderare, anche le più terribili delle cose che Loredana le aveva raccontato.
Maria si addormentò a metà del film, e quando si risvegliò dopo quasi un’ora trovò il suo schiavetto ancora intento a massaggiarle i piedi con la lingua; passava da un piede all’altro ogni due o tre minuti, e non si era fermato nemmeno durante il sonno della Padrona! Pur non avendo esperienza nel campo, Maria cominciò a pensare che il suo Mario fosse uno schiavo perfetto.
Prima di andare a dormire, decise quindi di metterlo duramente alla prova.
"Devo fare pipì" disse sorridente, "Sdraiati a pancia in su e appoggia la testa sul bordo del divano!"
Mario esitò per un attimo: "No, Mari… ehm… Padrona… non lo so se ce la faccio…"
Mario non aveva mai ricevuto uno schiaffo dalla sua ragazza, ma quello che ebbe in quel momento fu talmente forte e ben piazzato da far rinascere con vigore la sua eccitazione, leggermente assopita dal piacevolissimo ma lungo e stancante lavoro di lingua, e da cancellare ogni remora.
"Stammi bene a sentire, schiavo!" disse Maria avvicinandosi "Cercherò di pisciare nel modo più lento possibile, anche se sarà difficile perché ho davvero la vescica piena, quindi farai bene a non far cadere nemmeno una goccia, altrimenti le frustate che hai avuto prima di sembreranno carezze in confronto a quello che ti farò!!!"
Detto ciò, si piazzò a pochi millimetri dalla bocca di Mario, il quale, sentendo nuovamente l’odore che aveva assaporato poco prima, già desiderava ricominciare a leccarla. Ma una prova ben più dura lo aspettava: subito vide un rivolo dorato dirigersi verso la sua bocca spalancata, e sentì sulla lingua il caldo ed acido liquido proveniente dall’adorabile corpo della sua amata Padrona. Si sentiva eccitatissimo, ma subito si accorse che la sua bocca stava per riempirsi e così cominciò ad alternare i momenti in cui respirare con quelli in cui ingoiare. Non fu facilissimo, e un paio di volte rischiò letteralmente di annegare, ma riuscì a bere quasi tutta l’urina padronale.
Quanto a Maria , stava letteralmente impazzendo dal piacere. Vedere il suo Mario che le faceva da cesso, lui che il giorno prima ancora non aveva mai avuto l’onore di chiamarla Padrona, la eccitò al punto che cominciò a schernirlo: "Bravo il mio cesso! Bevi, bevi!!! Quanto mi piace pisciarti in bocca… Beviiiiiiii!!!!! Schiavoooooo!!!!!"
Mentre ancora le ultime gocce di pipì colavano sulle labbra di Mario, la Padrona si gettò letteralmente con la fica sulla faccia dello schiavo, opprimendola con tutto il suo peso. Mario, con la sua adorata seduta sul viso, non esitò a mettere al lavoro la lingua, che prima funzionò da efficientissimo bidet, quindi cominciò a donare a Maria un piacere immenso. La Padrona era scatenata: cavalcava letteralmente la faccia del suo schiavo, poggiandovi tutto il suo peso e strofinando avanti e indietro sulla sua lingua e sul suo volto tutto ciò che aveva tra le gambe: dal buco del culo sino al clitoride, andata e ritorno! Per aiutarsi non esitava a tirare i capelli dello schiavo e a graffiargli il petto. Era letteralmente fuori controllo, mentre lui le leccava tutto con incredibile bravura, e raggiunse un orgasmo che non è esagerato definire selvaggio. La faccia di Mario era tutta un programma: abbondavano l’urina e gli umori vaginali di Maria , e c’erano anche alcune gocce di sangue, provocate dalle unghie della sublime Padrona quando cercava di afferrare i suoi capelli nella mischia furibonda che le si era scatenata tra le gambe.
Quella notte fu Mario a non riuscire a prendere sonno.
E non perché Maria gli aveva ordinato di dormire per terra, pronto a fungerle da tappetino scendiletto l’indomani. Non si era mai sentito così felice ed eccitato, e quando fu sicuro che la Padrona dormisse, si concesse la sega più desiderata ed intensa della sua vita. Dopo l’incredibile serata trascorsa, ancora si chiedeva se tutto ciò fosse vero… e come fosse stata possibile una così straordinaria trasformazione nella sua adorata Maria .
La risposta lo attendeva al mattino: quando si svegliò, sul letto c’erano due donne, sedute a guardarlo con aria divertita: Maria e Loredana. Sorpreso dalla presenza di quest’ultima, Mario fece per alzarsi, ma le due immediatamente poggiarono i loro piedi nudi sul suo petto e sulla sua faccia, ridendo e calpestandolo.
Quindi fu Loredana a parlare: "E così volevi fare il cavallo, eh? Adesso ti accontentiamo!!!"
Fu un attimo: Mario aveva capito tutto…

Libero?

8 commenti 8 ottobre 2010 alle 09:54 - Edit entry?
Siamo giunti alla fine della settimana e io sono stato per tutto il tempo casto. Sempre con la mia compagna infilata sul pisello e fedele al mio stato. Ormai mi sono quasi abituato, non soffro più molto la mia astinenza, tranne qualche notte che ti diventa duro e non puoi proprio farci niente, devi solo aspettare che il tuo cazzo fuori controllo si ricomponga.
Mi sono anche abituato a pisciare sempre seduto, ho anche trovato una tecnica per fare pipì anche dove non puoi sederti come nei locali pubblici. Insomma tutto sotto controllo.
Ho fatto godere la mia Padrona tre volte con la lingua, ho anche bevuto la sua pipì tutti i giorni di questa lunga settimana, senza mai grossi problemi, diciamo che mi sono sempre sentito pronto e all'altezza. Come stamattina (stranamente non mi usa mai di mattina) si è svegliata e ha voluto usarmi, ho bevuto tutta la sua piscia con il mio imbuto, poi l'ho ripulita con la lingua e l'ho ringraziata e Lei mi ha detto: "Tu non sai quanto mi piace usarti, non so neanche io il perché ma è una cosa che adoro..."
E io: "Grazie, sono molto contento di ciò, chiedi pure quando vuoi."
"Dai che stasera è il grande giorno!!!" mi dice con occhi grandi e luminosi.
Ecco da quel momento sono andato in palla. Tutto il giorno super eccitato a pensare all'orgasmo della sera: stasera svuoto le palle, stasera sborro, stasera me la scopo, dai che stasera mi scarico, evviva stasera mi faccio un segone...

E' sera! Finalmente, dopo tutta la giornata con le mutante bagnate a causa dall'eccitazione tipica di una checca in colore, è giunta l'ora.
Si presenta da me completamente nuda, indossava solo la cavigliera con la chiave e mi invita a spogliarmi, cosa che faccio immediatamente.
Mi dice di sedermi per terra e poi con il piede mi stuzzica l'uccello, poi si ferma e mi dice:
"Dai usa la chiave per aprire il lucchetto" e così dicendo avvicina il suo piede alla mia cintura di castità.
Io prendo la chiave, senza sfilarla e apro il lucchetto.
Lei con una mano toglie la gabbia, il mio cazzo è già completamente duro.
Prova a togliere anche l'anello alla base della cintura di castità, ma è impossibile così, allora le dico di lasciarlo lì.
Sono eccitato come un verginello la sua prima volta con una ragazza. Sono felice e innamorato: amo mia Moglie.
"Ti amo, ti amo, ti amo" le dico.
Lei si gira e prende un cazzo finto e sorridendo mi dice: "Ti amo anche io, ricordatelo!"
Al momento non capisco se il dildo era per me o per Lei, ma il dubbio dura poco: "Allora facciamo così" - mi dice - "metto il cazzo qui sulla sedia e voglio vedere mentre ti impali, io sto qui e mi masturbo un po', poi quando ce l'avrai completamente dentro potrai chiedermi quello che vorrai e così potrai venire: potrai scoparmi, oppure se vuoi ti faccio un pompino con ingoio completo, oppure se ti va ti do il culo, o quello che vuoi tu, OK?"
"Va bene" - rispondo.
"Scusa ma ti devo bloccare le mani" - mi avvisa e così dicendo mi fissa i polsi alla sedia con le manette.
Lei si siede per terra sotto la sedia e con una mano tiene il dildo verticale e con l'altra inizia ad accarezzarsi sussurrandomi: "Voglio vederlo scomparire nel tuo culo, dai!"
Per un po' la vedo divertirsi ed eccitarsi durante i vari tentativi di far entrare quel "coso" nel mio culo. Alla fine riesco ad infilare la finta cappella e molto lentamente comincio a scendere.
La fatica di stare in quella posizione comincia a sentirsi e un po' mi sentivo contento di potermi sedere anche se ero "imbottito".
Ora la mia Padrona toglie la mano da sotto e continuando la stimolazione del suo clitoride la vedo in estasi.
Io scendo piano piano e faccio entrare quel cazzo finto dentro di me, arrivo quasi a fine corsa e sento che mi preme dentro nello stomaco, sento qualcosa...non so cosa ma mi parte da dentro e che....poi....mi scopPIAAAAAAAAAAA!
Fiotti di sperma cominciano a schizzare dappertutto, il primo lontanissimo ha raggiunto il divano, altri 2 o 3 - non so - li vedo partire ma non capisco dove arrivano, poi il resto della sborra mi fuoriesce colando sulla sedia e per terra.
Di istinto cerco di avvicinare le mani per segarmi ma le manette mi bloccano alla sedia, sono sfinito! Respiro profondamente e sento l'orgasmo che ancora non mi lascia e continua a stritolarmi la pancia. Non ce la faccio più, le gambe mi cedono e mi siedo sulla sedia sparando nell'intestino gli ultimi centimetri di dildo.
Anche mia Moglie in quel preciso istante inizia a godere e a contorcersi dall'orgasmo.
Io resto immobile soffrendo e godendo per l'orgasmo appena provato.
Passa un minuto e Lei si ricompone, si alza prende la gabbia e me la infila nuovamente. Ho cercato di pregarla di non mettermela, ma Lei c'è riuscita con semplicità visto che avevo il cazzo completamente moscio.
Dopo il "click" del lucchettino mi dice: "Io ti avevo fatto scegliere, oggi ero particolarmente eccitata, mi spiace che tu sia venuto così, ora torni in gabbia, amore mio, così non c'è pericolo che ti fai le solite seghine".
Poi si alza e mi libera le mani: "Adesso devi pulire gli spruzzi che hai fatto!" e così dicendo mi porge un ciuffetto dei suoi capelli sborrato. Io li succhio e poi con la lingua pulisco il divano, il tappeto, il pavimento e quindi la sedia dove ero seduto.
"Adesso devo fare pipì e poi ci guardiamo un bel film? Va bene?" mi chiede.
Io prendo l'imbuto, le faccio da water, poi ci andiamo a dare una sistemata in bagno e quindi ci mettiamo davanti alla Tv.
Io mi sono accoccolato al suo fianco e non ero molto interessato al film, lo baciata sulla guancia, sulla spalla e sulla mano, e poi l'ho abbracciata forte a me per tutto il tempo.
Prima di andare a letto le ho sussurrato nell'orecchio: "Grazie Padrona per avermi fatto venire!".
Lei mi ha sorriso e mi si è acceso il cuore.
A presto...

Marco

Lesbo-Time

3 commenti 20 agosto 2010 alle 11:37 - Edit entry?
Quest'estate al mare è stato fantastico. Tempo bello, spassosi divertimenti, salute, sesso....
Fin dal primo giorno io e mia Moglie abbiamo notato qualcosa di insolito sotto l'ombrellone davanti al nostro.
Erano quattro bellissime ragazze, forse la più vecchia avrà avuto 25 anni, dal fisico asciutto, ben formate, due avevano i capelli lunghi fin sotto le spalle e due, al contrario, molto corti. Una era piena di tatuaggi, una aveva diversi piercing, sulle orecchie, sulle sopracciglia, sulla lingua, sulle labbra, sull'ombelico.
Erano sempre in bichini (mai in topless) e sempre sotto il sole per abbronzarsi, tant'è che la loro carnagione era ormai color dell'ebano.
In seguito abbiamo notato che non erano solo "vicine" di ombrellone, ma nel nostro condominio erano anche "vicine" di appartamento.
La mia Padrona non aveva notato solo quello. Si era accorta che io continuavo a guardarle, scrutarle, studiarle, fino a quando non me ne ha chiesto il motivo. Le ho spiegato che secondo me erano lesbiche, perché i loro comportamenti erano un po' particolari, per esempio una volta si stavano tenendo per mano e poi non hanno nessuno maschio che gira loro intorno. E' strano le ho spiegato.
Un bel giorno, arrivando in spiaggia erano tutte e 4 sdraiate sulla sabbia a prendere il sole, con gli asciugamani allineati uno a fianco all'altro ed erano a 2 a 2 abbracciate mentre si lasciavano a dolci effusioni.
Confermato: sono due coppie omosessuali.
Una mattina piovosa io e la mia Padroncina siamo rimasti in casa e ad un certo punto verso le 11 Lei si alza e mi dice che ha deciso di preparare un bel pranzetto, vista la giornata grigia.
Prima però mi ha invitato a spogliarmi e mentre lo facevo è andata a prendere un bicchiere.
Era molto fredda e non capivo bene le sue intenzioni.
"Adesso schizza qui dentro e cerca di fare presto" - mi ordinò.
Io mi impegnai e mentre mi segavo stavo cercando di capire quali erano i suoi progetti.
Mentre smanettavo, lei andò a prendere alcuni "attrezzi" e prima del suo ritorno depositai tutto il mio sperma nel contenitore.
A questo punto iniziò a legarmi le palle e il cazzo moscio, in modo del tutto casuale ma veramente molto molto stretto, la corda era lunga per cui tra giri, nodi e strizzatine alla fine i miei genitali erano completamente "impachettati".
Terminata questa prima fase prese un butt-plug e me lo infilò nell'ano senza lubrificazione e con parecchio dolore.
"Ora vestiti, mettiti pantaloncini e maglietta che mi devi fare un piacere" - mi disse.
Ubbidii subito e Lei mi spiegò che avrei dovuto bere la sborra senza ingoiarla, andare fuori e suonare a casa delle lesbiche, non appena avrei visto una di loro dovevo ingoiare e chiedere in prestito del sale.
Così uscii dall'appartamento e mentre percorrevo il corridoio che mi portava al loro ingresso sentivo le palle bruciare, era come avere la mano della mia Padrona lì sotto che me le stritolava.
Dopo aver suonato sentii lo spioncino muoversi e quindi una delle ragazze con i capelli lunghi mi aprì. Ingoiai davanti a Lei come mi era stato ordinato, anche se non poteva immaginare chi ero, come ero e cosa avevo infilato nel culo, io mi sentii veramente una merda, forse anche perché fare certe cose dopo aver già goduto non è proprio così eccitante.
Mi fece accomodare e le chiesi il sale, lei mi disse che me lo avrebbe preso immediatamente.
Mentre aspettavo in piedi vidi altre 2 ragazze sul divano che guardavano la TV, la quarta non c'era.
In piedi aspettavo come un cretino il sale, con le palle viola da quanto erano strizzate e il culo in fiamme.
"Grazie, molto gentile" - le dissi e salutandoci ritornai dalla mia Padrona che mi accolse con questa frase: "Spero che da oggi le tue amiche leccafighe non ti facciano più rizzare l'uccello, tieni presente che questo era solo un avvertimento!"
Mi gettai a terra e scusandomi le baciai i piedi.
A presto...

Marco

Cera calda

0 commenti 2 agosto 2010 alle 23:10 - Edit entry?
In questa estate bollente in tutti i sensi vi mostro un video veramente hot. Chi di voi ha mai provato la cera calda sulla propria cappella? Vi assicuro che il dolore non è poco ed è anche molto eccitante a chi piace il genere ovviamente.
Quando la goccia cade e si posa sul glande rigorosamente scoperto il calore vi sale fino al cervello, il bello è che non potete calmarlo in quanto la cera rimane attaccata finché non ha placato il suo effetto devastante.
Buona visione!



E che ne dite se nella prossima festa di compleanno il portacandele lo facciamo noi umili schiavetti?
A presto...
Marco

Cumslave #6

1 commenti 4 luglio 2010 alle 14:07 - Edit entry?
Ci siamo, siamo giunti finalmente all'ultima puntata. Lo so lo so, non arrabbiatevi! Stavolta mi sono fatto attendere. Ma purtroppo ho tante idee per la testa e altrettante ne ha la mia unica donna e Padrona nonché moglie che adorerò per sempre, per cui siamo presi da mille cose, ma come vedete sto facendo il possibile per mantenere la media di un post a settimana.

Comunque alla fine mi restava solo un ghiacciolo e finalmente dopo 12 giorni di castità una sera dopo cena la mia Padrona si è presentata a me completamente nuda e totalmente depilata.
Appena l'ho vista mi sono subito messo in ginocchio e l'ho supplicata di fare qualsiasi cosa ma di liberarmi e farmi venire. Lei mi ha detto che probabilmente stasera mi avrebbe liberato ma era dubbiosa sul fatto che non era sicura che avrei avuto voglia di sborrare per lei.
Io l'ho subito contraddetta. Solo guardandola così splendidamente bella e liscia il mio cazzo stava per esplodere e la sbava ormai aveva già toccato il pavimento.
Le mi rispose con un: "Vedremo!".
Dopo avermi posizionato a pancia un giù su un tavolino ha provveduto a legarmi i polsi alle gambe dello stesso per mezzo di due manette:


Come vedete dalla foto mi ha concesso l'uso di un cuscino: "Mettiti questo sotto perché dovrai restare qui per un po' e non voglio che ti lagni".
In questa posizione, praticamente a 4 zampe, ma con le braccia bloccate Lei ha provveduto a togliermi la cintura di castità: "Bene vedremo quanto duro diventerà il tuo coso....anzi direi cosino, visto che così piccolo e chiuso in gabbia mi serve ben poco....preferisco di gran lunga la tua lingua" e mentre mi parlava mi ha infilato un plug rosa nel culo.


A questo punto ha cominciato a sfottermi: "Ciao frocetto col cazzo piccolo, ma sei sicuro che ti funziona? Dopo 12 giorni che non lo usi secondo te riesci a farlo schizzare? Secondo me non ce la fai neppure a farlo rizzare..."
A questo punto prende una scatola con dei fogli di ceretta e inizia a depilarmi la schiena:


Prima uno, poi due e via via uno dopo l'altro. Certe volte mi faceva contare: 1, 2 e 3 e poi "Straaaap", altre volte contava Lei, altre ancora lo faceva senza preavviso. Ora, se qualcuno di voi ha mai fatto una ceretta così sa quello che si prova e vi assicuro che non è per niente bello. Già dopo il secondo strappo, il mio cazzo era scomparso e si era ridotto a una piccola sporgenza fra le mie gambe. Giustamente Lei non aspettava altro che farmelo notare: "Beh, dov'è il tuo cazzillo? E' scomparso? Ma non hai voglia di venire? Dai fallo diventare duro...dai schiavetto. Mi sa che hai il culo troppo dilatato, forse preferisci un cazzo più grande? Dai frocetto te ne metto uno più tosto chissà che cominci a godere".
Detto fatto.

Sfilato il dildo rosa, è stato sostituito da un cazzo finto più importante, lungo 17 cm e con diametro da 4,5 cm.
Dopo aver iniziato ad applicare le strisce depilatorie il dildo mi cade per terra, lei lo raccoglie e lo rimette al suo posto, ma non ci voleva proprio stare. Mentre Lei tirava le strisce, io stringevo i denti e qualcos'altro e così cadeva ancora per terra. Dopo la terza volta si è stufata e ha trovato una soluzione geniale.

Un giro intorno ad una gamba posteriore del tavolino, un giro sul dildo e infine sull'altra gamba. In questo modo potevo anche spingere ma non usciva più.
Ogni tanto tra una ceretta e l'altra, con una mano mi tocca il pene per costatare la mia totale diseccitazione.
Quasi alla fine della schiena ero praticamente sfinito e cominciavo a supplicarla di smettere: "Per favore, basta, ti prego".
E Lei: "Non posso lasciare così non saresti carino al mare, devo fare tutta la schiena"
E io: "Ti prego basta....almeno fai una pausa"
E Lei: "Ascolta vuoi che smetta? Vuoi che adesso ti faccia godere? Ma scusa se non sei più di tanto eccitato allora vuol dire che puoi stare altri 10 giorni in castità cosa dici?"
E io: "No ti pregooooo, bastaaaa"
E Lei: "Rispondimi! Vuoi venire o no?"
E io: ".....N...no...basta che smetti..."
E Lei: "OK.......................Straaaaaaaap! Adesso abbiamo finito...hai una schiena bellissima!"
Detto questo inizia a spalmarmi una crema su tutta la schiena e contemporaneamente prende il dildo con una mano e lo spinge dentro e fuori, dentro e fuori: "Dai frocetto, godi, dai godi...lo senti com'è un cazzo vero? Non come quel brufoletto che hai tra le gambe..."
Tra il massaggio e il cazzo nel culo, il mio pene è tornato rizzarzi.
Poco dopo, smette il massaggio e mi libera le mani e mi ordina di leccarla.
Io obbedisco e così le faccio raggiungere ben due orgasmi sublimi, prima uno e dopo un paio di minuti ha voluto subito anche il secondo.
"E adesso?" le chiedo.
"E adesso comincia a segarti, conterò fino a dieci. Se entro il dieci non avrai mangiato il tuo sperma ritorni in gabbia!" - dicendo questo si è alzata per prendere un bicchiere.
1, 2, 3, 4.....io sto smanettando come un coglione...6, 7... boom, schizzo nel bicchiere... 8... merda non riesco neanche a finire di venire ma prendo in mano il bicchiere.... 9... glu glu glu...bevuto tutto.
"Ma guardati..." - mi dice - "...guardati...c'hai ancora mezza sborra che esce...." e proprio in quel momento una goccia dalla punta del mio pene cade a terra.
"Grazie Padrona, grazie per tutto e grazie per avermi fatto venire" le dico.
"Prego" mi risponde.
A presto.

Marco

Strap + Humbler

0 commenti 24 marzo 2010 alle 02:44 - Edit entry?
Uguale tanto dolore, ma da questo video pare di no. Sembra che la bellissima Padrona e il suo schiavetto siano felici e contenti. Io l'ho già provato. Mentre la mia Mistress mi inculava, guardandomi in faccia e stringendo fra le dita i miei capezzoli, mentre io tenevo la gambe più indietro possibile per non sentire troppo dolore alle mie palle strette dalla morsa dell'humbler, sborravo felicemente schizzando getti di sperma ovunque a causa dei colpi sempre più insistenti dello strap-on di Lei.
E' stato magico! Un po' meno è stato leccare tutti gli schizzi e pulire il dildo.


A presto...
Marco

Dico Sì a Tutto!

1 commenti 10 marzo 2010 alle 03:33 - Edit entry?
Con un dildo nel sedere e una sonda nel glande collegati a due poli elettrici, anche io direi Sì a tutto. Essere costretti da un'elettro-tortura ai genitali ad ubbidire ai voleri della Mistress farebbe impallidire chiunque? Chi di voi ha provato questa tortura? Ne vale la pena? La mia Padrona è interessata ma siamo abbastanza restii a farlo per questioni di "sicurezza". C'è qualcuno che vuole portare la sua esperienza? Oltre al poveretto del video?


A presto...
Marco

Schiavo per tre

0 commenti 18 febbraio 2010 alle 14:37 - Edit entry?
Essere schiavi è una bella avventura, ma esserlo di tre fantastiche Mistress dotate di attrezzo pungente deve essere sublime.
Vi propongo questo bellisimo video che rappresente una delle più interessanti sottomissioni del genere strap-on. Anche il video è girato con dovizia di particolari e con un pizzico di ingrediente amatoriale. Il giusto per farci eccitare!
Quanti particolari notate? La sborrata finale a cazzo floscio? L'obbligo di leccarsi il proprio schizzo dalla mano? Lo strap nero e imponente che rimane dentro anche dopo la fine del video. O ancora meglio: la Mistress che avvisa il cameramen che lo schiavo sta sborrando?


A presto...
Marco

C.B.T.

2 commenti 2 dicembre 2009 alle 17:36 - Edit entry?
Anche questa settimana vi lascio ad un altro interessante ed eccitante videoclip.
Un po' di bondage ai testicoli, un po' di crudeltà e una Mistress bellissima sono gli ingredienti di questo post dedicato al CBT.



A presto.

Marco

Switch

2 commenti 21 ottobre 2009 alle 02:59 - Edit entry?
Sapete cosa significa "Switch" nel mondo sadomaso? Beh...significa che uno può essere sia dom che sub. C'è chi lo fa per professione e si adatta al "mercato"...c'è chi lo fa perchè una volta si sente Padrone e una volta schiavo, c'è chi lo fa contemporaneamente, slave della propria Padrona ma Master di un altro sub che a sua volta è sottomesso anche dalla stessa Padrona.
Di sicuro la figura dello switch non si addice né a me né a mia Moglie, visto che in genere il nostro carattere ci porta ad essere sempre molto decisi in quasi tutti i campi della vita, soprattutto dopo quello che è successo una sera d'estate a casa nostra finite le vacanze al mare.
"Ti faccio vedere come funzionano" - le dissi mostrandole una coppia di manette nuove.
"Si ma cerca di non farmi male!" - mi esortò Lei, così le presi un polso e dopo averle chiuse su di esso bloccai l'altra estremità sulla testiera del letto matrimoniale.
"Sono freddissime...e dure..." - mi spiegò. Presi anche l'altro polso e feci la stessa cosa dell'altra parte.
"Ecco vedi? Praticamente non ti puoi slegare da sola...ora sei in mio possesso!" - sorridendo la stuzzicai accarezzandola sul viso.
"Ascolta Marco, non farmi arrabbiare...adesso liberami, dai che mi fanno male hai polsi!" - Le controllai i polsi per verificare di non crearle qualche problema, ma erano a posto e decisi di lasciarla così. Uscii dalla stanza e andai a lavarmi in bagno.
Stranamente mi eccitai...tornai da Lei e le tolsi i pantaloni corti del pigiama insieme alle mutante. Lei si ribellò, ma usando un pò la forza non poté impedirmelo. Presi anche la maglietta e la tirai su completamente sfilandogliela dalla testa e lasciandola appoggiata dietro. Per toglierla completamente avrei dovuto sfilare anche le manette, ma sarebbe stato un grosso errore in quel momento.
Lei era bellissima, nuda, depilata, abbronzata, ma i segni del costume evidenziavano i seni e i genitali in modo particolare. Cominciai a toccarla, ovunque, dove volevo, era mia e così glielo feci capire.
Iniziò a lasciarsi andare finché non le infilai nella figa un piccolo vibratore a 4 velocità.
Iniziò a sussultare e a minacciarmi. Lei odia le cose che le vibrano dentro. Lo accesi alla prima velocità, poi alla seconda, poi avanti fino alla quarta.
"Basta basta!!! Che faiiii....!" - mi implorò.
Lo rimisi alla prima velocità e tornai in bagno. Dopo 10 minuti tornai e la vidi immobile e in silenzio, con le gambe divaricate nella speranza che il dildo fuoriuscisse da solo.
Cominciali a leccarle le gambe, poi sempre più su, fino al clitoride, con la bocca tirai fuori il vibro e andai avanti. Leccai l'ombelico, i capezzoli, il collo e le misi il cazzo, già duro, dentro alla vagina. Lei stava in silenzio. Io cercavo di godere, in quella situazione di estremo possesso.
Sfilai il pene e tornai a leccarle la figa per un po'. Lei era chiaramente eccitata. Mentre la mia lingua le accarezzava l'inguine, infilai il piccolo vibratore nel suo ano, piano piano, entrò tutto senza problemi e poi lo accesi.
Mi alzai e mi girai, poi mi accucciai sopra di Lei e le misi il culo in faccia. Lei stava ferma immobile.
"Allora??? Dai! Muovi quella cazzo di lingua!" - Le urlai, appoggiandole il sedere il faccia.
Quando sentii la sua lingua muoversi nel mio ano, ricominciai anche io a leccarle il clito.
Trascorso un po' di tempo così, decisi ad un certo punto che era arrivato il momento di godere.
Mi alzi in piedi sul letto, esattamente sopra di Lei e cominciai a segarmi.
"Apri la bocca..." - le dissi e Lei la spalancò tirando fuori la lingua.
La mia mano faceva repentinamente il tipico movimento del su e giù, ma l'orgasmo ancora non arrivava, mentre vedevo la sua bocca lentamente chiudersi.
"Eh no! Tienila aperta...finché te lo dico io!" - le ordinai.
Ci volle poco e sborrai su di Lei, alcuni schizzi direttamente in gola, alcuni sulla lingua, altri sulla fronte, uno sui capelli, poi sul seno e sul collo. Scesi dal letto e pulii il mio cazzo sulla sua guancia, mentre Lei stava ingoiando il mio sperma.
Andai a lavarmi, lasciandola in quello stato. Quando tornai, le gocce di sborra rimaste sul corpo erano ormai scese fin sulle lenzuola.
"Adesso liberami!" - mi implorò.
"Ma scusa non vuoi venire?" - le chiesi.
"Non mi importa" - mi rispose.
La liberai e anche Lei andò a farsi una doccia.
La aspettai a letto e quando ritornò, mi diede un bacio con la lingua, bellissimo, profondo e speciale.
"Mi spiace, ma io a fare la schiava proprio non mi ci trovo" - mi precisò.
"Effettivamente, anche se ho goduto, ho fatto un po' fatica a raggiungere l'orgasmo, era come se mi mancasse qualcosa..." - iniziai a spiegarle.
Da qui cominciò un scambio di sensazioni e stati d'animo riguardo ciò che avevamo fatto, la conclusione è direi scontata: io sarò per sempre il suo schiavo, Lei la mia Padrona.
I nostri ruoli sono impressi dentro di noi, non possiamo cambiarli.
A presto...

Marco

Lisa

0 commenti 14 ottobre 2009 alle 22:51 - Edit entry?
Vi propongo un'altro racconto molto bello a cura di Red; ho deciso di inserirlo nel mio blog perché introduce un'argomento di cui fin'ora non avevo mai parlato: il Pony-Play.
Ovviamente a prima vista può sembrare una pratica banale, stupida, ridicola...assurda sotto certi punti di vista, ma dopo aver visto il filmatino con cui ho condito questa storia, credo che molti di voi cambieranno idea...
Approfitto anche per chiedere le vostre esperienze e testimonianze sul Pony-Play, sempre che qualcuno di voi lo abbia già provato.
A presto...
Marco

"La mia padrona mi applica il morso e colloca una sella sulla mia schiena… non le importa se io in realtà sono un essere umano, mi fa mettere a quattro zampe e si accomoda sulla mia schiena, infilando i suoi deliziosi piedi nelle staffe. Sento il suo peso su di me e inizio ad eccitarmi, ma non ho il tempo di pensare… i suoi bellissimi piedi subito mi spronano, e capisco che mi ordina di partire… arriva una dolorosa frustata e così inizio a trottare, ma lei subito pretende che io corra più in fretta e inizia a frustarmi ripetutamente… comincio a correre sul serio, i miei muscoli sono al massimo sforzo e la schiena inizia a darmi dei dolori, sudo sempre di più… ma la mia padrona nel frattempo è seduta comodamente sulla mia schiena, a bordo del suo schiavo che la trasporterà ovunque voglia sino a che le sue forze non si saranno esaurite del tutto… un’altra frustata: "Più veloce!"… al galoppo raggiungo un sentiero sterrato, le mie mani e le mie ginocchia iniziano a sanguinare mentre sono sempre più esausto… e la mia padrona, comoda sulla mia schiena, non muove un muscolo. Lascia che sia il suo schiavo a sgobbare per lei, e si gode il vento fresco e la cavalcata… "Più veloce!"… E’ la prima volta che la mia nuova padrona mi mette alla prova, e così mi obbliga ad una cavalcata di alcune ore… ad un certo punto, stremato, inciampo e cado al suolo… la mia padrona, senza scendere dalla mia schiena, mi ordina di alzarmi e inizia a frustarmi incessantemente, non più sul sedere ma sulle spalle e sulla nuca, senza smettere sino a quando io, per disperazione, con la schiena sanguinante per le frustate, riesco a rialzarmi a quattro zampe (nonostante lei sia ancora sulla mia schiena) e riparto. Dopo questa prova, la mia padrona si convince che io possa godere dell’onore di essere il suo schiavo per sempre. Da quel giorno, continua a cavalcarmi quando ne ha voglia (è l’utilizzo che preferisce di me, e anche quello che io preferisco), ma mi usa anche come poggiapiedi, sedia, sgabello o tappeto.



Ciascuna di queste funzioni può richiedere che io resti immobile con il suo peso su di me anche per ore, ma non le importa…la mia vita ha un senso soltanto in quanto possa servire alla sua comodità e al suo piacere… La mia padrona ha molta fantasia, e inventa sempre nuovi compiti per il suo schiavo… talvolta mi utilizza come cavallo da tiro, accomodandosi assieme ad un paio di sue amiche su una specie di risciò, altre volte vuole che io lecchi e baci i suoi piedi sino a consumarmi la lingua… se ne ha voglia mi schiaffeggia, mi frusta e mi riempie di calci, anche senza motivo, e ogni volta che ciò accade io torno sempre a strisciare ai suoi piedi per baciarli, anche se ciò può significare ricevere un nuovo calcio… La mia padrona, poi, oltre che per le sue amate cavalcate all’aria aperta, usa montarmi anche per spostarsi senza fatica in casa (sono io che debbo sgobbare per lei…), ad esempio per salire le scale… poi naturalmente io debbo occuparmi di tutte le faccende, lavare i pavimenti ecc., e se la mia padrona trova una pur piccola imprecisione nell’esecuzione dei miei compiti mi punisce facendomi stendere per terra a pancia in su, e calpestandomi senza pietà con le sue scarpe nere, lucide e con i tacchi! Soltanto la mia grande dedizione, a volte, riesce a farmi meritare il più ambito dei premi: la possibilità di utilizzare la mia lingua per il suo piacere sessuale".
Lisa era sconvolta.
Usciva con Mario da quasi 6 mesi, e lo trovava un ragazzo dolce e sensibile: lui aveva sempre tante attenzioni, la trattava come una vera principessa. Spesso le aveva detto di adorarla come una dea. Lui era incantato dalla delicatezza e dalla perfezione del suo corpo, minuto e delizioso, e spesso le aveva detto di trovare stupende le sue mani e divini i suoi piedini, ma lei non ci aveva dato peso. Ora però, leggendo di nascosto il diario di Mario, conoscendo quello che lui aveva sognato quella notte e scritto in quelle pagine, aveva scoperto la ragione di tutte quelle particolari attenzioni. E non sapeva più cosa pensare.
Quella notte non riuscì a chiudere occhio.
Ora conosceva le fantasie erotiche del suo ragazzo, e alla luce di ciò cercava di analizzare tutti i momenti passati insieme per trovare delle conferme… per riuscire veramente a capirlo…
Entrambi 24enni e studenti universitari, Mario e Lisa erano una bella coppia: lui alto 1,78, castano, discretamente muscoloso, bella presenza e brillante personalità; qualche volta, un po’ chiuso e taciturno. Lei bionda, occhi azzurri, fisico minuto (1,60 cm per 55 Kg), ma belle forme e tanti piccoli adorabili dettagli fisici, conditi da un carattere solare ed estroverso. A letto erano in discreta sintonia; facevano l’amore spesso e con passione… e qualche volta lei, maliziosamente, decideva di premiare le prestazioni di Mario, specie quando lo anticipava nell’orgasmo, con un bel pompino! Insomma… una brava ragazza, ma sveglia! :-)
Pensando e ripensando, Lisa ricordò di una volta in cui Mario, dopo averle sfilato i jeans e le mutandine, si era inginocchiato e aveva cominciato a leccarle con passione la fica. Le era piaciuto, ma dopo poco si era spostata, lo aveva fatto alzare, ed erano finiti a letto per la più bella ed intensa scopata della loro storia; ricordava perfettamente che lui, quella sera, era davvero una furia, ed aveva rapidamente raggiunto un orgasmo veramente esplosivo! Adesso capiva, e ancora non sapeva cosa pensare… Ma quel ricordo, e la consapevolezza che Mario, in ginocchio ai suoi piedi per procurarle piacere con la bocca, sarebbe stato pronto a farle da schiavetto, la fecero finalmente addormentare, con un forte senso di eccitazione.
L’indomani, mentre Mario era a lezione all’università, Lisa si confidò con la sua migliore amica, Loredana. Questa ascoltò in silenzio il suo racconto, quindi senza risponderle la invitò a seguirla a casa sua. Una volta che furono arrivate, Loredana cominciò ad urlare di gioia, abbracciando Lisa e congratulandosi con lei. Poi disse: "Benvenuta nel mio mondo, dolcezza. Stai per scoprire le sensazioni uniche del mondo sadomaso, il piacere della sottomissione, del procurare sofferenza ottenendo piacere. E’ da qualche anno che rifiuto qualsiasi uomo che non sia disposto a strisciare ai miei piedi, e non sono mai stata così appagata sessualmente. E, da come ti brillavano gli occhi, nonostante un po’ di imbarazzo, mentre mi raccontavi del diario di Mario, sono certa che diventerai una padrona in gamba almeno quanto me… e che da oggi saremo ancora più amiche di prima!". Lisa non credeva alle sue orecchie: "Ma allora… tu… mio Dio!"… Cominciò a sentirsi veramente eccitata. Aveva i brividi, sapeva che in quel momento per lei stava cambiando qualcosa di significativo. L’idea di essere adorata, di poter disporre di un uomo a suo piacimento, la intrigava da sempre. Ora, per la prima volta, aveva avuto il coraggio (e l’occasione) di parlare con qualcuno di questo argomento, e l’inaspettata reazione di Loredana le aveva fatto superare di colpo i dubbi e le perplessità che nelle ultime ore l’avevano tormentata. Quella sera, Mario avrebbe ricevuto la più bella sorpresa della sua vita…
Mario, quella sera, tornò a casa davvero distrutto.
"Ciao amore!", disse a Lisa "Sai, quel professor Bottardi è davvero un gran…"
In quel momento, Mario si accorse dell’insolito abbigliamento della sua adorata, e rimase immobilizzato.
Lisa troneggiava su due stivali neri di pelle con un tacco discretamente alto, e per il resto non indossava praticamente nulla, se non un abbigliamento intimo incredibilmente sexy ed aggressivo.
Nella mano destra, brandiva un affilato frustino da cavallerizza. Era bellissima.
Mario pensò che fosse un sogno, che ora si sarebbe svegliato e si sarebbe accorto di essersi addormentato nell’aula del Bottardi. Ma la voce dell’amata lo riportò con i piedi per terra.
"Cosa c’è, sei rimasto senza fiato?" chiese maliziosamente Lisa avanzando verso di lui. "In ginocchio, animale!!! Comincia a leccare i miei stivali, che sono nuovi ma non brillano abbastanza per i miei gusti! Nel frattempo, apri bene le orecchie, perché ti spiegherò come la tua vita cambierà da oggi in poi…"
Mario, ancora stordito, trovò subito la lucidità per gettare via i libri che aveva in mano e inginocchiarsi ai piedi di Lisa , cominciando a leccare con passione ogni centimetro dello stivale, quasi a volerlo consumare per poi arrivare al contatto con la pelle dei piedi della sua amata. Lei, per tutta risposta, cominciò a calpestargli dolorosamente una mano, aumentando il peso su quel piede ogni volta che Mario, in preda ai primi segni di stanchezza dopo un vigorosissimo inizio, tendeva a rallentare il ritmo delle sue leccate.
"Allora. Tanto per cominciare, da oggi in poi saremo una coppia soltanto in pubblico. In questa casa sarai completamente schiavo di ogni mio capriccio. Dovrai chiamarmi Padrona, camminare a quattro zampe o in ginocchio, e obbedire a qualsiasi mio ordine. Non sei autorizzato nemmeno a parlare senza un mio preciso comando, ma quando non ci sono o quando dormo devi trovare il tempo di provvedere a tutte le faccende domestiche".
Mario, che ad ogni parola della Padrona intensificava il ritmo del suo lavoro, con la mano sempre dolorante sotto la scarpa di Lisa , era talmente eccitato da provare dolore per via del cazzo costretto dai jeans.
Ma un’energica frustata della Padrona lo colpì all’improvviso sulla schiena. Il suo primo colpo di frusta.
"Corri in camera da letto e spogliati completamente, ad eccezione dei boxer. Poi vieni qui camminando carponi. Sbrigati, bestia!!!". Lisa cercava con successo di mostrarsi dura, ma non si era mai sentita così eccitata in vita sua. Sentiva distintamente i suoi slip inumidirsi sempre di più, e non vedeva l’ora di raggiungere un devastante orgasmo. Mario fu da lei in pochi secondi, trottando diligentemente. La trovò seduta in poltrona, che giocherellava con il frustino. "Bene bene. Vedo che, nonostante prima tu avessi una camicia, un piccolo segno la mia frustata te lo ha lasciato! Sei un uomo fortunato, e lo sarai ancor di più tra poco…"
Detto ciò, la Padrona colpì con tutta la sua forza la schiena nuda del suo schiavo, che a stento trovò la forza per trattenere un urlo. "E’ quello che hai sempre sognato, brutto animale, vero? Cosa pensi di me adesso?"
"Io ti amo… ehm… mi scusi Padrona… io La amo, io La adoro… sono entusiasta di diventare il Suo schiavo!"
"Bene. Allora ripetimi quanto mi adori ad ogni frustata!"
La Padrona cominciò la sua fustigazione. Si mise in piedi, davanti al povero Mario che era ancora carponi, e poi appoggiò un piede sulla nuca di lui per stare più comoda; quindi iniziò con una serie di colpi di una violenza che pochi si sarebbero aspettati da una ragazza così minuta. Le strisce rosse sulla schiena del povero Mario cominciarono pian piano ad essere sostituite da piccoli rivoli di sangue, e lui continuò sino alla fine a dire "Mia Padrona, io La adoro!" dopo ogni singolo colpo. Nessuno dei due ebbe la lucidità di contare le frustate, ma furono diverse decine e cessarono soltanto quando Lisa fu veramente spossata. E’ impossibile stabilire se fosse più eccitata e sconvolta la Padrona, che tutta sudata brandiva un frustino ormai sporco di sangue, o lo schiavo, che verso la fine cadde steso per terra dal dolore, ma riuscì devotamente ad urlare pochissimo, permettendo così alla sua adorata di continuare la fustigazione a suo piacimento, senza la preoccupazione di disturbare i vicini.
Non ancora soddisfatta, Lisa posò il frustino e decise di infierire ulteriormente sul dolore del suo sottomesso. Così prima posò un piede, sempre calzato dallo stivale, sulla schiena martoriata del suo schiavo, quindi salì con tutto il suo peso sulla schiena di lui. Il dolore, naturalmente, fu enorme: i tacchi della Padrona torturavano terribilmente le fresche ferite, ma Mario fu estremamente pronto ad obbedire quando Lei gli ordinò di strisciare e trasportarla in quel modo nei pressi della poltrona. Quando fu soddisfatta, Lisa scese e si accomodò esausta sulla poltrona.
Quindi disse: "Sei stato bravo. Rimpiango solo di non averti frustato prima, in questi mesi, ma troverò il modo di recuperare. Adesso, come premio, avrai la possibilità di portare al culmine l’eccitazione che già mi pervade. Alzati in ginocchio, e leccami la fica!!!"
Mario non se lo fece ripetere due volte. Scattò in ginocchio, si avvicinò, e dopo aver delicatamente sfilato la mutandina alla sua amata cominciò a leccarla con passione. Provò la sensazione di aver infilato la lingua in una pozzanghera, tanto intensa era l’eccitazione di Lisa , che infatti venne dentro la sua bocca in brevissimo tempo, urlando come mai le aveva sentito fare prima"
Il resto della serata trascorse tranquillo.
Lisa permise al suo schiavo di andare a disinfettarsi la ferite.
Quindi si accomodò sul divano per guardare un film, mentre lui fu autorizzato a toglierle gli stivali e leccarle le piante dei piedi. La lingua di Mario, calda e instancabile, le procurò un massaggio dolce e rilassante. Loredana glielo aveva anticipato, ma lei non avrebbe mai pensato che fosse stato così piacevole. Inoltre, vedere il suo ragazzo in quelle condizioni la riempiva di orgoglio ed eccitazione; lui era talmente preso dal suo compito che stava ad occhi chiusi, tenendo fra le mani il piede della Padrona per non farla stancare e leccandoglielo con devozione e sapienza.
Il fatto che lui non si fosse minimamente opposto a quella situazione, comportandosi come uno schiavo nato, faceva presagire a Lisa la possibilità di raggiungere con lui le situazioni più estreme. Ora considerava possibili, e cominciava a desiderare, anche le più terribili delle cose che Loredana le aveva raccontato.
Lisa si addormentò a metà del film, e quando si risvegliò dopo quasi un’ora trovò il suo schiavetto ancora intento a massaggiarle i piedi con la lingua; passava da un piede all’altro ogni due o tre minuti, e non si era fermato nemmeno durante il sonno della Padrona! Pur non avendo esperienza nel campo, Lisa cominciò a pensare che il suo Mario fosse uno schiavo perfetto.
Prima di andare a dormire, decise quindi di metterlo duramente alla prova.
"Devo fare pipì" disse sorridente, "Sdraiati a pancia in su e appoggia la testa sul bordo del divano!"
Mario esitò per un attimo: "No, Mari… ehm… Padrona… non lo so se ce la faccio…"
Mario non aveva mai ricevuto uno schiaffo dalla sua ragazza, ma quello che ebbe in quel momento fu talmente forte e ben piazzato da far rinascere con vigore la sua eccitazione, leggermente assopita dal piacevolissimo ma lungo e stancante lavoro di lingua, e da cancellare ogni remora.
"Stammi bene a sentire, schiavo!" disse Lisa avvicinandosi "Cercherò di pisciare nel modo più lento possibile, anche se sarà difficile perché ho davvero la vescica piena, quindi farai bene a non far cadere nemmeno una goccia, altrimenti le frustate che hai avuto prima di sembreranno carezze in confronto a quello che ti farò!!!"
Detto ciò, si piazzò a pochi millimetri dalla bocca di Mario, il quale, sentendo nuovamente l’odore che aveva assaporato poco prima, già desiderava ricominciare a leccarla. Ma una prova ben più dura lo aspettava: subito vide un rivolo dorato dirigersi verso la sua bocca spalancata, e sentì sulla lingua il caldo ed acido liquido proveniente dall’adorabile corpo della sua amata Padrona. Si sentiva eccitatissimo, ma subito si accorse che la sua bocca stava per riempirsi e così cominciò ad alternare i momenti in cui respirare con quelli in cui ingoiare. Non fu facilissimo, e un paio di volte rischiò letteralmente di annegare, ma riuscì a bere quasi tutta l’urina padronale.
Quanto a Lisa , stava letteralmente impazzendo dal piacere. Vedere il suo Mario che le faceva da cesso, lui che il giorno prima ancora non aveva mai avuto l’onore di chiamarla Padrona, la eccitò al punto che cominciò a schernirlo: "Bravo il mio cesso! Bevi, bevi!!! Quanto mi piace pisciarti in bocca… Beviiiiiiii!!!!! Schiavoooooo!!!!!"
Mentre ancora le ultime gocce di pipì colavano sulle labbra di Mario, la Padrona si gettò letteralmente con la fica sulla faccia dello schiavo, opprimendola con tutto il suo peso. Mario, con la sua adorata seduta sul viso, non esitò a mettere al lavoro la lingua, che prima funzionò da efficientissimo bidet, quindi cominciò a donare a Lisa un piacere immenso. La Padrona era scatenata: cavalcava letteralmente la faccia del suo schiavo, poggiandovi tutto il suo peso e strofinando avanti e indietro sulla sua lingua e sul suo volto tutto ciò che aveva tra le gambe: dal buco del culo sino al clitoride, andata e ritorno! Per aiutarsi non esitava a tirare i capelli dello schiavo e a graffiargli il petto. Era letteralmente fuori controllo, mentre lui le leccava tutto con incredibile bravura, e raggiunse un orgasmo che non è esagerato definire selvaggio. La faccia di Mario era tutta un programma: abbondavano l’urina e gli umori vaginali di Lisa , e c’erano anche alcune gocce di sangue, provocate dalle unghie della sublime Padrona quando cercava di afferrare i suoi capelli nella mischia furibonda che le si era scatenata tra le gambe.
Quella notte fu Mario a non riuscire a prendere sonno.
E non perché Lisa gli aveva ordinato di dormire per terra, pronto a fungerle da tappetino scendiletto l’indomani. Non si era mai sentito così felice ed eccitato, e quando fu sicuro che la Padrona dormisse, si concesse la sega più desiderata ed intensa della sua vita. Dopo l’incredibile serata trascorsa, ancora si chiedeva se tutto ciò fosse vero… e come fosse stata possibile una così straordinaria trasformazione nella sua adorata Lisa .
La risposta lo attendeva al mattino: quando si svegliò, sul letto c’erano due donne, sedute a guardarlo con aria divertita: Lisa e Loredana. Sorpreso dalla presenza di quest’ultima, Mario fece per alzarsi, ma le due immediatamente poggiarono i loro piedi nudi sul suo petto e sulla sua faccia, ridendo e calpestandolo.
Quindi fu Loredana a parlare: "E così volevi fare il cavallo, eh? Adesso ti accontentiamo!!!"
Fu un attimo: Mario aveva capito tutto…

Il Piacere per l'Orgasmo

4 commenti 7 ottobre 2009 alle 02:41 - Edit entry?
Cosa rappresenta per lo schiavo il proprio orgasmo? E cosa è invece per la padrona quello del suo sottomesso? Queste due domande avranno ovviamente mille risposte, ma sarebbe bello confrontarsi un po' e vi invito a inserire un commento (anche anonimo) con le vostre risposte.
Intanto godetevi questo filmatino, in cui troverete una raccolta di vari orgasmi, in cui il poveretto di turno, dopo essere venuto con tanto di schizzo, dovrà sopportare la tortura che la Padrona ha deciso di imporgli. Per tutte le Mistress protagoniste di questo video, risulta chiaro che l'orgasmo dello slave è SOLTANTO un punto di partenza.



Direi favoloso! Eccitantissimo e sublime...vi piacerebbe provare anche voi? A me capita spesso, soprattutto bere la pipì della mia Padrona dopo aver sborrato, e vi assicuro che non è facile e piacevole in quel momento, ma il solo pensiero e il legame intimo che vi lega a Lei è indescrivibile.
A presto...
Marco

Lidia e Carlo

0 commenti 22 settembre 2009 alle 20:23 - Edit entry?
Vi riporto un racconto che mi è stato inviato da una coppia che come la nostra ama apprezzare la sublime eccitazione che si può cogliere da giochini un po' perversi.
A presto.

Marco

Se ci ripenso mi vien da ridere. Guardo dietro me stessa, quella me stessa di qualche anno fa e rido. Non avevo idea di questo mondo. Non sapevo cosa fosse il feticismo, aggrottavo le sopracciglia inorridita guardando maschere di lattice e strani ammennicoli da sexy shop di quart'ordine. Ma dentro di me c'era qualcosa, un fremito sottile, un desiderio un po' nascosto di dominare gli uomini. Mi sentivo dura, forte, e mi piaceva vederli dall'alto in basso. Ma non avrei mai pensato di avere uno schiavo.
Tre anni fa conobbi Carlo. Ci mettemmo insieme e pian piano mi feci raccontare le sue fantasie e le sue passioni. Mi confessò di provare una forte attrazione per i miei piedi, pregandomi di potermeli baciare. Mi ricordo perfettamente come avvampai. Forse un po' di vergogna, forse di desiderio, fatto sta che in pochi minuti avvicinai il mio piede alla sua bocca che lo adorò come stesse onorando un oggetto prezioso. Finalmente potevo tirar fuori il mio lato nascosto, il mio desiderio sopito, ed entrare in questo fantastico mondo.
Da quel momento Carlo è diventato il mio umile e docile servo. E' a mia disposizione, per qualsiasi cosa gli voglia fare.
Di solito quando lui torna a casa dal lavoro io faccio in modo che lui mi trovi in poltrona comodamente seduta. Completamente vestita, magari con qualcosa di sexy, e con calze scure e scarpe nere lucide con tacchi alti. Gli dico di entrare e gli ordino di spogliarsi completamente. Adoro sentirmi vestita quando lui è nudo. Lo fa sentire inferiore, mentre io sono la sua Dea. Man mano che si spoglia li porgo i miei piedi e gli consento di baciarmi le scarpe. Baci lievi, sulla punta di pelle, sul collo o sul tacco. Quando è finalmente nudo lo vedo già eccitato e duro ed è in quel momento che so che posso andare giù pesante.
Lo faccio mettere in ginocchio e gli ordino di slacciarmi e togliermi le scarpe, con dolcezza e delicatezza, come se stesse maneggiando del cristallo. Lo faccio girare, magari prendendogli la testa per i capelli o schiaffeggiandolo leggermente facendo diventare la sua pelle più rosea. Gli prendo i polsi e glieli lego con corde e manette dietro la schiena. Non deve usare le mani. Non deve osare toccarmi. In questo modo ho il pieno controllo su ogni suo movimento e lui puoi usare solo le labbra e la lingua su di me.
Mi piace guardargli la schiena e le mani strette tra le corde sopra le sue chiappe. In certi momenti mi vengono dei raptus di desiderio folle di frustalo, di graffiare quella schiena nuda con le mie unghie.
Quando lo faccio voltare di nuovo mi bagno senza ritegno vedendolo in ginocchio, completamente nudo, con la testa bassa e le mani legate dietro la schiena, e quel pistolino nudo e duro, eretto a dismisura, che ciondola ad ogni suo movimento. Lo guardo mentre si piega verso i miei piedi e li onora come deve. Accarezzandoli con le labbra, o baciandoli lievemente, leccando piano con la lingua o prendendoli completamente in bocca. E' spettacolare vedere come un uomo di bell'aspetto, deciso e comunque forte, venga talmente annichilito da me e dalla mia bellezza da essere prostrato e docile, pronto a qualsiasi mio volere. Mi fa sentire bellissima e irresistibile, forte e perfida come una strega malvagia.
Cerco di variare sempre gli ordini, in modo perentorio. Voglio che senta le mie parole sibilargli forte in testa come scudisciate. Non voglio che diventi una routine anche se mi piace che lui esegua per bene i compiti fondamentali, ma cerco di metterci un po' di fantasia ogni volta che vogliamo giocare. Talvolta mi faccio baciare la parte superiore dei piedi, ogni singolo dito e il collo. Altre volte li appoggio su uno sgabello e mi faccio leccare per bene la pianta. Mi procura un lieve solletico ma la sensazione della sua lingua aperta che mi pulisce i piedi, e sentirli dopo completamente bagnati dalla sua saliva mi fa quasi venire.
Quando sono soddisfatta del suo lavoro mi complimento con lui e lo prendo con forza per i capelli. Mi piace prenderlo come un oggetto qualsiasi, strattonandolo un po' e portandogli il viso tra le mie gambe. Spesso lo tengo vicino alla mia fica mentre mi accarezzo, senza che lui possa toccarmi o avvicinare la lingua, e il suo sguardo si perde sulle mie dita che scivolano tra le labbra.
Quando lo sottopongo a questo trattamento lo accarezzo magari con il piede sull'asta, dandogli piccoli calcetti sui suoi testicoli penzolanti, soppesandoli ed esercitando una pressione maggiore se non esegue con cura i miei ordini.
Quando fa il cattivo mi piace anche schiaffeggiarlo sul viso. Non è che gli dia delle sberle pazzesche, ma dei buffetti più o meno energici sulle guance mentre lo tengo per i capelli, come se dessi piccoli schiaffi a un bambino cattivo.
Quando proprio sono inviperita con lui lo sculaccio, o lo faccio mettere a quattro zampe e passo con le unghie sulla sua schiena nuda, o dandogli pizzicotti più forti sulle natiche. Cerco di inventarmi sempre nuove punizioni che non siano mai eccessive (odio il dolore forte) ma che diano un pizzico di vigore in più, per far scorrere più forte il sangue nelle sue vene. E' una sensazione fortissima che mi riempie di calore. E anche la sua erezione mi fa capire quanto lo diverta. Se proprio il suo comportamento è un affronto per me mi diverto a torturare un po' i suoi gioiellini. Magari legandogli un legaccio alla base dell'asta, o sui testicoli. Diventa rosso paonazzo come se dovesse scoppiare. A quel punto ogni carezza o sfioramento lo porta vicino a venire e ho il pieno controllo su di lui. Quando è in forte erezione mi piace schiaffeggiarlo, o stringerlo con forza tra le dita. Se il suo sgarbo è imperdonabile mi piace schiacciarglielo con forza variabile sotto il piede, la scarpa o addirittura il tacco.
Una sera della settimana scorsa invece, mentre era tutto intento a baciare i miei piedini mi è venuta un'idea perversa. L'ho slegato da dietro la schiena e ho legato i suoi polsi sul davanti. Poi ho legato ciascuna caviglia ai piedi della poltrona. Così si trovava messo a quattro zampe davanti a me con le gambe larghe ed il culo esposto. Il pistolino gli penzolava duro mentre cercava di capire cosa gli sarebbe successo. L'ho tenuto lì fermo per un po', senza far niente. Mentre cresceva la sua tensione e i dubbi sulla sua sorte ed io mi gustavo la vista di quell'uomo a quattro zampe che si esponeva a me.
Il culo degli uomini mi fa tanto ridere. Bianco e tondo, sodo e così indifeso. Dopo qualche minuto ho iniziato a carezzargli le natiche dandogli ogni tanto qualche schiaffo più potente fin quando non iniziò ad avere la pelle rossa. Allora attesi ancora e mi rimisi la scarpa nel piede destro, un decolté con tacco a spillo molto sottile di otto centimetri. Ho accarezzato la sue pallette penzolanti con il collo del piede, trattenendo la forte tentazione di mollargli un calcio secco che l'avrebbe fatto crollare.
Lui doveva sudare freddo spaventato, ma la sua eccitazione non accennava a scendere.
A quel punto ho levato il piede e ho appoggiato la punta del tacco nel solco delle sue chiappe. Proprio al centro del suo bel culetto. Lo sentii trasalire mentre nasceva in me una voglia irrefrenabile di possederlo, di forzare la natura e di invadere il suo corpo, possederlo completamente. Farlo mio. Pian piano il movimento del mio piede si fece più preciso e il tacco si fece strada tra le sue natiche andando a toccare quel piccolo buchetto inviolato. Ho iniziato a penetrarlo lentamente ma con decisione, entrando sempre maggiormente dentro di lui. Lo vedevo vacillare, barcollare. Gemere e trattenere grugniti e versi di dolore mentre sentiva il suo ano dilatarsi un poco per accogliere il tacco. Ero finalmente padrona assoluta di tutto il suo corpo.
Quando sono entrata completamente dentro di lui vedevo il tacco completamente avviluppato dalle sue carni. Ho iniziato a muoverlo piano e delicatamente, in maniera ondulatoria, cercando di osservare con attenzione ogni sua reazione. Senza che mi potesse vedere iniziai ad accarezzarmi tra le gambe senza riuscire più a resistere al piacere che stavo provando. Man mano i miei movimenti si fecero più insistenti e d'improvviso, quasi senza che riuscissi ad accorgermene lo vidi arcuarsi ed emettere un forte gemito mentre il suo cazzo iniziò a spruzzare liberamente nell'aria il suo seme.
Lo guardavo divertita e mi accorgevo di essere, una volta di più, la sua unica e totale padrona e che ancora una volta l'avrei avuto completamente ai miei piedi per sempre.
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