Lidia e Carlo

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Vi riporto un racconto che mi è stato inviato da una coppia che come la nostra ama apprezzare la sublime eccitazione che si può cogliere da giochini un po' perversi.
A presto.

Marco

Se ci ripenso mi vien da ridere. Guardo dietro me stessa, quella me stessa di qualche anno fa e rido. Non avevo idea di questo mondo. Non sapevo cosa fosse il feticismo, aggrottavo le sopracciglia inorridita guardando maschere di lattice e strani ammennicoli da sexy shop di quart'ordine. Ma dentro di me c'era qualcosa, un fremito sottile, un desiderio un po' nascosto di dominare gli uomini. Mi sentivo dura, forte, e mi piaceva vederli dall'alto in basso. Ma non avrei mai pensato di avere uno schiavo.
Tre anni fa conobbi Carlo. Ci mettemmo insieme e pian piano mi feci raccontare le sue fantasie e le sue passioni. Mi confessò di provare una forte attrazione per i miei piedi, pregandomi di potermeli baciare. Mi ricordo perfettamente come avvampai. Forse un po' di vergogna, forse di desiderio, fatto sta che in pochi minuti avvicinai il mio piede alla sua bocca che lo adorò come stesse onorando un oggetto prezioso. Finalmente potevo tirar fuori il mio lato nascosto, il mio desiderio sopito, ed entrare in questo fantastico mondo.
Da quel momento Carlo è diventato il mio umile e docile servo. E' a mia disposizione, per qualsiasi cosa gli voglia fare.
Di solito quando lui torna a casa dal lavoro io faccio in modo che lui mi trovi in poltrona comodamente seduta. Completamente vestita, magari con qualcosa di sexy, e con calze scure e scarpe nere lucide con tacchi alti. Gli dico di entrare e gli ordino di spogliarsi completamente. Adoro sentirmi vestita quando lui è nudo. Lo fa sentire inferiore, mentre io sono la sua Dea. Man mano che si spoglia li porgo i miei piedi e gli consento di baciarmi le scarpe. Baci lievi, sulla punta di pelle, sul collo o sul tacco. Quando è finalmente nudo lo vedo già eccitato e duro ed è in quel momento che so che posso andare giù pesante.
Lo faccio mettere in ginocchio e gli ordino di slacciarmi e togliermi le scarpe, con dolcezza e delicatezza, come se stesse maneggiando del cristallo. Lo faccio girare, magari prendendogli la testa per i capelli o schiaffeggiandolo leggermente facendo diventare la sua pelle più rosea. Gli prendo i polsi e glieli lego con corde e manette dietro la schiena. Non deve usare le mani. Non deve osare toccarmi. In questo modo ho il pieno controllo su ogni suo movimento e lui puoi usare solo le labbra e la lingua su di me.
Mi piace guardargli la schiena e le mani strette tra le corde sopra le sue chiappe. In certi momenti mi vengono dei raptus di desiderio folle di frustalo, di graffiare quella schiena nuda con le mie unghie.
Quando lo faccio voltare di nuovo mi bagno senza ritegno vedendolo in ginocchio, completamente nudo, con la testa bassa e le mani legate dietro la schiena, e quel pistolino nudo e duro, eretto a dismisura, che ciondola ad ogni suo movimento. Lo guardo mentre si piega verso i miei piedi e li onora come deve. Accarezzandoli con le labbra, o baciandoli lievemente, leccando piano con la lingua o prendendoli completamente in bocca. E' spettacolare vedere come un uomo di bell'aspetto, deciso e comunque forte, venga talmente annichilito da me e dalla mia bellezza da essere prostrato e docile, pronto a qualsiasi mio volere. Mi fa sentire bellissima e irresistibile, forte e perfida come una strega malvagia.
Cerco di variare sempre gli ordini, in modo perentorio. Voglio che senta le mie parole sibilargli forte in testa come scudisciate. Non voglio che diventi una routine anche se mi piace che lui esegua per bene i compiti fondamentali, ma cerco di metterci un po' di fantasia ogni volta che vogliamo giocare. Talvolta mi faccio baciare la parte superiore dei piedi, ogni singolo dito e il collo. Altre volte li appoggio su uno sgabello e mi faccio leccare per bene la pianta. Mi procura un lieve solletico ma la sensazione della sua lingua aperta che mi pulisce i piedi, e sentirli dopo completamente bagnati dalla sua saliva mi fa quasi venire.
Quando sono soddisfatta del suo lavoro mi complimento con lui e lo prendo con forza per i capelli. Mi piace prenderlo come un oggetto qualsiasi, strattonandolo un po' e portandogli il viso tra le mie gambe. Spesso lo tengo vicino alla mia fica mentre mi accarezzo, senza che lui possa toccarmi o avvicinare la lingua, e il suo sguardo si perde sulle mie dita che scivolano tra le labbra.
Quando lo sottopongo a questo trattamento lo accarezzo magari con il piede sull'asta, dandogli piccoli calcetti sui suoi testicoli penzolanti, soppesandoli ed esercitando una pressione maggiore se non esegue con cura i miei ordini.
Quando fa il cattivo mi piace anche schiaffeggiarlo sul viso. Non è che gli dia delle sberle pazzesche, ma dei buffetti più o meno energici sulle guance mentre lo tengo per i capelli, come se dessi piccoli schiaffi a un bambino cattivo.
Quando proprio sono inviperita con lui lo sculaccio, o lo faccio mettere a quattro zampe e passo con le unghie sulla sua schiena nuda, o dandogli pizzicotti più forti sulle natiche. Cerco di inventarmi sempre nuove punizioni che non siano mai eccessive (odio il dolore forte) ma che diano un pizzico di vigore in più, per far scorrere più forte il sangue nelle sue vene. E' una sensazione fortissima che mi riempie di calore. E anche la sua erezione mi fa capire quanto lo diverta. Se proprio il suo comportamento è un affronto per me mi diverto a torturare un po' i suoi gioiellini. Magari legandogli un legaccio alla base dell'asta, o sui testicoli. Diventa rosso paonazzo come se dovesse scoppiare. A quel punto ogni carezza o sfioramento lo porta vicino a venire e ho il pieno controllo su di lui. Quando è in forte erezione mi piace schiaffeggiarlo, o stringerlo con forza tra le dita. Se il suo sgarbo è imperdonabile mi piace schiacciarglielo con forza variabile sotto il piede, la scarpa o addirittura il tacco.
Una sera della settimana scorsa invece, mentre era tutto intento a baciare i miei piedini mi è venuta un'idea perversa. L'ho slegato da dietro la schiena e ho legato i suoi polsi sul davanti. Poi ho legato ciascuna caviglia ai piedi della poltrona. Così si trovava messo a quattro zampe davanti a me con le gambe larghe ed il culo esposto. Il pistolino gli penzolava duro mentre cercava di capire cosa gli sarebbe successo. L'ho tenuto lì fermo per un po', senza far niente. Mentre cresceva la sua tensione e i dubbi sulla sua sorte ed io mi gustavo la vista di quell'uomo a quattro zampe che si esponeva a me.
Il culo degli uomini mi fa tanto ridere. Bianco e tondo, sodo e così indifeso. Dopo qualche minuto ho iniziato a carezzargli le natiche dandogli ogni tanto qualche schiaffo più potente fin quando non iniziò ad avere la pelle rossa. Allora attesi ancora e mi rimisi la scarpa nel piede destro, un decolté con tacco a spillo molto sottile di otto centimetri. Ho accarezzato la sue pallette penzolanti con il collo del piede, trattenendo la forte tentazione di mollargli un calcio secco che l'avrebbe fatto crollare.
Lui doveva sudare freddo spaventato, ma la sua eccitazione non accennava a scendere.
A quel punto ho levato il piede e ho appoggiato la punta del tacco nel solco delle sue chiappe. Proprio al centro del suo bel culetto. Lo sentii trasalire mentre nasceva in me una voglia irrefrenabile di possederlo, di forzare la natura e di invadere il suo corpo, possederlo completamente. Farlo mio. Pian piano il movimento del mio piede si fece più preciso e il tacco si fece strada tra le sue natiche andando a toccare quel piccolo buchetto inviolato. Ho iniziato a penetrarlo lentamente ma con decisione, entrando sempre maggiormente dentro di lui. Lo vedevo vacillare, barcollare. Gemere e trattenere grugniti e versi di dolore mentre sentiva il suo ano dilatarsi un poco per accogliere il tacco. Ero finalmente padrona assoluta di tutto il suo corpo.
Quando sono entrata completamente dentro di lui vedevo il tacco completamente avviluppato dalle sue carni. Ho iniziato a muoverlo piano e delicatamente, in maniera ondulatoria, cercando di osservare con attenzione ogni sua reazione. Senza che mi potesse vedere iniziai ad accarezzarmi tra le gambe senza riuscire più a resistere al piacere che stavo provando. Man mano i miei movimenti si fecero più insistenti e d'improvviso, quasi senza che riuscissi ad accorgermene lo vidi arcuarsi ed emettere un forte gemito mentre il suo cazzo iniziò a spruzzare liberamente nell'aria il suo seme.
Lo guardavo divertita e mi accorgevo di essere, una volta di più, la sua unica e totale padrona e che ancora una volta l'avrei avuto completamente ai miei piedi per sempre.
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