Giornata di lavoro
Love Parade
A presto....prometto!
Il Cesso Reale
Piss Mix
Cuckold Strapon
MARIA (Un raccondo di Red)
La mia padrona mi applica il morso e colloca una sella sulla mia schiena… non le importa se io in realtà sono un essere umano, mi fa mettere a quattro zampe e si accomoda sulla mia schiena, infilando i suoi deliziosi piedi nelle staffe. Sento il suo peso su di me e inizio ad eccitarmi, ma non ho il tempo di pensare… i suoi bellissimi piedi subito mi spronano, e capisco che mi ordina di partire… arriva una dolorosa frustata e così inizio a trottare, ma lei subito pretende che io corra più in fretta e inizia a frustarmi ripetutamente… comincio a correre sul serio, i miei muscoli sono al massimo sforzo e la schiena inizia a darmi dei dolori, sudo sempre di più… ma la mia padrona nel frattempo è seduta comodamente sulla mia schiena, a bordo del suo schiavo che la trasporterà ovunque voglia sino a che le sue forze non si saranno esaurite del tutto… un’altra frustata: "Più veloce!"… al galoppo raggiungo un sentiero sterrato, le mie mani e le mie ginocchia iniziano a sanguinare mentre sono sempre più esausto… e la mia padrona, comoda sulla mia schiena, non muove un muscolo. Lascia che sia il suo schiavo a sgobbare per lei, e si gode il vento fresco e la cavalcata… "Più veloce!"… E’ la prima volta che la mia nuova padrona mi mette alla prova, e così mi obbliga ad una cavalcata di alcune ore… ad un certo punto, stremato, inciampo e cado al suolo… la mia padrona, senza scendere dalla mia schiena, mi ordina di alzarmi e inizia a frustarmi incessantemente, non più sul sedere ma sulle spalle e sulla nuca, senza smettere sino a quando io, per disperazione, con la schiena sanguinante per le frustate, riesco a rialzarmi a quattro zampe (nonostante lei sia ancora sulla mia schiena) e riparto. Dopo questa prova, la mia padrona si convince che io possa godere dell’onore di essere il suo schiavo per sempre. Da quel giorno, continua a cavalcarmi quando ne ha voglia (è l’utilizzo che preferisce di me, e anche quello che io preferisco), ma mi usa anche come poggiapiedi, sedia, sgabello o tappeto. Ciascuna di queste funzioni può richiedere che io resti immobile con il suo peso su di me anche per ore, ma non le importa… la mia vita ha un senso soltanto in quanto possa servire alla sua comodità e al suo piacere… La mia padrona ha molta fantasia, e inventa sempre nuovi compiti per il suo schiavo… talvolta mi utilizza come cavallo da tiro, accomodandosi assieme ad un paio di sue amiche su una specie di risciò, altre volte vuole che io lecchi e baci i suoi piedi sino a consumarmi la lingua… se ne ha voglia mi schiaffeggia, mi frusta e mi riempie di calci, anche senza motivo, e ogni volta che ciò accade io torno sempre a strisciare ai suoi piedi per baciarli, anche se ciò può significare ricevere un nuovo calcio… La mia padrona, poi, oltre che per le sue amate cavalcate all’aria aperta, usa montarmi anche per spostarsi senza fatica in casa (sono io che debbo sgobbare per lei…), ad esempio per salire le scale… poi naturalmente io debbo occuparmi di tutte le faccende, lavare i pavimenti ecc., e se la mia padrona trova una pur piccola imprecisione nell’esecuzione dei miei compiti mi punisce facendomi stendere per terra a pancia in su, e calpestandomi senza pietà con le sue scarpe nere, lucide e con i tacchi! Soltanto la mia grande dedizione, a volte, riesce a farmi meritare il più ambito dei premi: la possibilità di utilizzare la mia lingua per il suo piacere sessuale".
Maria era sconvolta.
Usciva con Mario da quasi 6 mesi, e lo trovava un ragazzo dolce e sensibile: lui aveva sempre tante attenzioni, la trattava come una vera principessa. Spesso le aveva detto di adorarla come una dea. Lui era incantato dalla delicatezza e dalla perfezione del suo corpo, minuto e delizioso, e spesso le aveva detto di trovare stupende le sue mani e divini i suoi piedini, ma lei non ci aveva dato peso. Ora però, leggendo di nascosto il diario di Mario, conoscendo quello che lui aveva sognato quella notte e scritto in quelle pagine, aveva scoperto la ragione di tutte quelle particolari attenzioni. E non sapeva più cosa pensare.
Quella notte non riuscì a chiudere occhio.
Ora conosceva le fantasie erotiche del suo ragazzo, e alla luce di ciò cercava di analizzare tutti i momenti passati insieme per trovare delle conferme… per riuscire veramente a capirlo…
Entrambi 24enni e studenti universitari, Mario e Maria erano una bella coppia: lui alto 1,78, castano, discretamente muscoloso, bella presenza e brillante personalità; qualche volta, un po’ chiuso e taciturno. Lei bionda, occhi azzurri, fisico minuto (1,60 cm per 55 Kg), ma belle forme e tanti piccoli adorabili dettagli fisici, conditi da un carattere solare ed estroverso. A letto erano in discreta sintonia; facevano l’amore spesso e con passione… e qualche volta lei, maliziosamente, decideva di premiare le prestazioni di Mario, specie quando lo anticipava nell’orgasmo, con un bel pompino! Insomma… una brava ragazza, ma sveglia! :-)
Pensando e ripensando, Maria ricordò di una volta in cui Mario, dopo averle sfilato i jeans e le mutandine, si era inginocchiato e aveva cominciato a leccarle con passione la fica. Le era piaciuto, ma dopo poco si era spostata, lo aveva fatto alzare, ed erano finiti a letto per la più bella ed intensa scopata della loro storia; ricordava perfettamente che lui, quella sera, era davvero una furia, ed aveva rapidamente raggiunto un orgasmo veramente esplosivo! Adesso capiva, e ancora non sapeva cosa pensare… Ma quel ricordo, e la consapevolezza che Mario, in ginocchio ai suoi piedi per procurarle piacere con la bocca, sarebbe stato pronto a farle da schiavetto, la fecero finalmente addormentare, con un forte senso di eccitazione.
L’indomani, mentre Mario era a lezione all’università, Maria si confidò con la sua migliore amica, Loredana. Questa ascoltò in silenzio il suo racconto, quindi senza risponderle la invitò a seguirla a casa sua. Una volta che furono arrivate, Loredana cominciò ad urlare di gioia, abbracciando Maria e congratulandosi con lei. Poi disse: "Benvenuta nel mio mondo, dolcezza. Stai per scoprire le sensazioni uniche del mondo sadomaso, il piacere della sottomissione, del procurare sofferenza ottenendo piacere. E’ da qualche anno che rifiuto qualsiasi uomo che non sia disposto a strisciare ai miei piedi, e non sono mai stata così appagata sessualmente. E, da come ti brillavano gli occhi, nonostante un po’ di imbarazzo, mentre mi raccontavi del diario di Mario, sono certa che diventerai una padrona in gamba almeno quanto me… e che da oggi saremo ancora più amiche di prima!". Maria non credeva alle sue orecchie: "Ma allora… tu… mio Dio!"… Cominciò a sentirsi veramente eccitata. Aveva i brividi, sapeva che in quel momento per lei stava cambiando qualcosa di significativo. L’idea di essere adorata, di poter disporre di un uomo a suo piacimento, la intrigava da sempre. Ora, per la prima volta, aveva avuto il coraggio (e l’occasione) di parlare con qualcuno di questo argomento, e l’inaspettata reazione di Loredana le aveva fatto superare di colpo i dubbi e le perplessità che nelle ultime ore l’avevano tormentata. Quella sera, Mario avrebbe ricevuto la più bella sorpresa della sua vita…
Mario, quella sera, tornò a casa davvero distrutto.
"Ciao amore!", disse a Maria "Sai, quel professor Bottardi è davvero un gran…"
In quel momento, Mario si accorse dell’insolito abbigliamento della sua adorata, e rimase immobilizzato.
Maria troneggiava su due stivali neri di pelle con un tacco discretamente alto, e per il resto non indossava praticamente nulla, se non un abbigliamento intimo incredibilmente sexy ed aggressivo.
Nella mano destra, brandiva un affilato frustino da cavallerizza. Era bellissima.
Mario pensò che fosse un sogno, che ora si sarebbe svegliato e si sarebbe accorto di essersi addormentato nell’aula del Bottardi. Ma la voce dell’amata lo riportò con i piedi per terra.
"Cosa c’è, sei rimasto senza fiato?" chiese maliziosamente Maria avanzando verso di lui. "In ginocchio, animale!!! Comincia a leccare i miei stivali, che sono nuovi ma non brillano abbastanza per i miei gusti! Nel frattempo, apri bene le orecchie, perché ti spiegherò come la tua vita cambierà da oggi in poi…"
Mario, ancora stordito, trovò subito la lucidità per gettare via i libri che aveva in mano e inginocchiarsi ai piedi di Maria , cominciando a leccare con passione ogni centimetro dello stivale, quasi a volerlo consumare per poi arrivare al contatto con la pelle dei piedi della sua amata. Lei, per tutta risposta, cominciò a calpestargli dolorosamente una mano, aumentando il peso su quel piede ogni volta che Mario, in preda ai primi segni di stanchezza dopo un vigorosissimo inizio, tendeva a rallentare il ritmo delle sue leccate.
"Allora. Tanto per cominciare, da oggi in poi saremo una coppia soltanto in pubblico. In questa casa sarai completamente schiavo di ogni mio capriccio. Dovrai chiamarmi Padrona, camminare a quattro zampe o in ginocchio, e obbedire a qualsiasi mio ordine. Non sei autorizzato nemmeno a parlare senza un mio preciso comando, ma quando non ci sono o quando dormo devi trovare il tempo di provvedere a tutte le faccende domestiche".
Mario, che ad ogni parola della Padrona intensificava il ritmo del suo lavoro, con la mano sempre dolorante sotto la scarpa di Maria , era talmente eccitato da provare dolore per via del cazzo costretto dai jeans.
Ma un’energica frustata della Padrona lo colpì all’improvviso sulla schiena. Il suo primo colpo di frusta.
"Corri in camera da letto e spogliati completamente, ad eccezione dei boxer. Poi vieni qui camminando carponi. Sbrigati, bestia!!!". Maria cercava con successo di mostrarsi dura, ma non si era mai sentita così eccitata in vita sua. Sentiva distintamente i suoi slip inumidirsi sempre di più, e non vedeva l’ora di raggiungere un devastante orgasmo. Mario fu da lei in pochi secondi, trottando diligentemente. La trovò seduta in poltrona, che giocherellava con il frustino. "Bene bene. Vedo che, nonostante prima tu avessi una camicia, un piccolo segno la mia frustata te lo ha lasciato! Sei un uomo fortunato, e lo sarai ancor di più tra poco…"
Detto ciò, la Padrona colpì con tutta la sua forza la schiena nuda del suo schiavo, che a stento trovò la forza per trattenere un urlo. "E’ quello che hai sempre sognato, brutto animale, vero? Cosa pensi di me adesso?"
"Io ti amo… ehm… mi scusi Padrona… io La amo, io La adoro… sono entusiasta di diventare il Suo schiavo!"
"Bene. Allora ripetimi quanto mi adori ad ogni frustata!"
La Padrona cominciò la sua fustigazione. Si mise in piedi, davanti al povero Mario che era ancora carponi, e poi appoggiò un piede sulla nuca di lui per stare più comoda; quindi iniziò con una serie di colpi di una violenza che pochi si sarebbero aspettati da una ragazza così minuta. Le strisce rosse sulla schiena del povero Mario cominciarono pian piano ad essere sostituite da piccoli rivoli di sangue, e lui continuò sino alla fine a dire "Mia Padrona, io La adoro!" dopo ogni singolo colpo. Nessuno dei due ebbe la lucidità di contare le frustate, ma furono diverse decine e cessarono soltanto quando Maria fu veramente spossata. E’ impossibile stabilire se fosse più eccitata e sconvolta la Padrona, che tutta sudata brandiva un frustino ormai sporco di sangue, o lo schiavo, che verso la fine cadde steso per terra dal dolore, ma riuscì devotamente ad urlare pochissimo, permettendo così alla sua adorata di continuare la fustigazione a suo piacimento, senza la preoccupazione di disturbare i vicini.
Non ancora soddisfatta, Maria posò il frustino e decise di infierire ulteriormente sul dolore del suo sottomesso. Così prima posò un piede, sempre calzato dallo stivale, sulla schiena martoriata del suo schiavo, quindi salì con tutto il suo peso sulla schiena di lui. Il dolore, naturalmente, fu enorme: i tacchi della Padrona torturavano terribilmente le fresche ferite, ma Mario fu estremamente pronto ad obbedire quando Lei gli ordinò di strisciare e trasportarla in quel modo nei pressi della poltrona. Quando fu soddisfatta, Maria scese e si accomodò esausta sulla poltrona.
Quindi disse: "Sei stato bravo. Rimpiango solo di non averti frustato prima, in questi mesi, ma troverò il modo di recuperare. Adesso, come premio, avrai la possibilità di portare al culmine l’eccitazione che già mi pervade. Alzati in ginocchio, e leccami la fica!!!"
Mario non se lo fece ripetere due volte. Scattò in ginocchio, si avvicinò, e dopo aver delicatamente sfilato la mutandina alla sua amata cominciò a leccarla con passione. Provò la sensazione di aver infilato la lingua in una pozzanghera, tanto intensa era l’eccitazione di Maria , che infatti venne dentro la sua bocca in brevissimo tempo, urlando come mai le aveva sentito fare prima"
Il resto della serata trascorse tranquillo.
Maria permise al suo schiavo di andare a disinfettarsi la ferite.
Quindi si accomodò sul divano per guardare un film, mentre lui fu autorizzato a toglierle gli stivali e leccarle le piante dei piedi. La lingua di Mario, calda e instancabile, le procurò un massaggio dolce e rilassante. Loredana glielo aveva anticipato, ma lei non avrebbe mai pensato che fosse stato così piacevole. Inoltre, vedere il suo ragazzo in quelle condizioni la riempiva di orgoglio ed eccitazione; lui era talmente preso dal suo compito che stava ad occhi chiusi, tenendo fra le mani il piede della Padrona per non farla stancare e leccandoglielo con devozione e sapienza.
Il fatto che lui non si fosse minimamente opposto a quella situazione, comportandosi come uno schiavo nato, faceva presagire a Maria la possibilità di raggiungere con lui le situazioni più estreme. Ora considerava possibili, e cominciava a desiderare, anche le più terribili delle cose che Loredana le aveva raccontato.
Maria si addormentò a metà del film, e quando si risvegliò dopo quasi un’ora trovò il suo schiavetto ancora intento a massaggiarle i piedi con la lingua; passava da un piede all’altro ogni due o tre minuti, e non si era fermato nemmeno durante il sonno della Padrona! Pur non avendo esperienza nel campo, Maria cominciò a pensare che il suo Mario fosse uno schiavo perfetto.
Prima di andare a dormire, decise quindi di metterlo duramente alla prova.
"Devo fare pipì" disse sorridente, "Sdraiati a pancia in su e appoggia la testa sul bordo del divano!"
Mario esitò per un attimo: "No, Mari… ehm… Padrona… non lo so se ce la faccio…"
Mario non aveva mai ricevuto uno schiaffo dalla sua ragazza, ma quello che ebbe in quel momento fu talmente forte e ben piazzato da far rinascere con vigore la sua eccitazione, leggermente assopita dal piacevolissimo ma lungo e stancante lavoro di lingua, e da cancellare ogni remora.
"Stammi bene a sentire, schiavo!" disse Maria avvicinandosi "Cercherò di pisciare nel modo più lento possibile, anche se sarà difficile perché ho davvero la vescica piena, quindi farai bene a non far cadere nemmeno una goccia, altrimenti le frustate che hai avuto prima di sembreranno carezze in confronto a quello che ti farò!!!"
Detto ciò, si piazzò a pochi millimetri dalla bocca di Mario, il quale, sentendo nuovamente l’odore che aveva assaporato poco prima, già desiderava ricominciare a leccarla. Ma una prova ben più dura lo aspettava: subito vide un rivolo dorato dirigersi verso la sua bocca spalancata, e sentì sulla lingua il caldo ed acido liquido proveniente dall’adorabile corpo della sua amata Padrona. Si sentiva eccitatissimo, ma subito si accorse che la sua bocca stava per riempirsi e così cominciò ad alternare i momenti in cui respirare con quelli in cui ingoiare. Non fu facilissimo, e un paio di volte rischiò letteralmente di annegare, ma riuscì a bere quasi tutta l’urina padronale.
Quanto a Maria , stava letteralmente impazzendo dal piacere. Vedere il suo Mario che le faceva da cesso, lui che il giorno prima ancora non aveva mai avuto l’onore di chiamarla Padrona, la eccitò al punto che cominciò a schernirlo: "Bravo il mio cesso! Bevi, bevi!!! Quanto mi piace pisciarti in bocca… Beviiiiiiii!!!!! Schiavoooooo!!!!!"
Mentre ancora le ultime gocce di pipì colavano sulle labbra di Mario, la Padrona si gettò letteralmente con la fica sulla faccia dello schiavo, opprimendola con tutto il suo peso. Mario, con la sua adorata seduta sul viso, non esitò a mettere al lavoro la lingua, che prima funzionò da efficientissimo bidet, quindi cominciò a donare a Maria un piacere immenso. La Padrona era scatenata: cavalcava letteralmente la faccia del suo schiavo, poggiandovi tutto il suo peso e strofinando avanti e indietro sulla sua lingua e sul suo volto tutto ciò che aveva tra le gambe: dal buco del culo sino al clitoride, andata e ritorno! Per aiutarsi non esitava a tirare i capelli dello schiavo e a graffiargli il petto. Era letteralmente fuori controllo, mentre lui le leccava tutto con incredibile bravura, e raggiunse un orgasmo che non è esagerato definire selvaggio. La faccia di Mario era tutta un programma: abbondavano l’urina e gli umori vaginali di Maria , e c’erano anche alcune gocce di sangue, provocate dalle unghie della sublime Padrona quando cercava di afferrare i suoi capelli nella mischia furibonda che le si era scatenata tra le gambe.
Quella notte fu Mario a non riuscire a prendere sonno.
E non perché Maria gli aveva ordinato di dormire per terra, pronto a fungerle da tappetino scendiletto l’indomani. Non si era mai sentito così felice ed eccitato, e quando fu sicuro che la Padrona dormisse, si concesse la sega più desiderata ed intensa della sua vita. Dopo l’incredibile serata trascorsa, ancora si chiedeva se tutto ciò fosse vero… e come fosse stata possibile una così straordinaria trasformazione nella sua adorata Maria .
La risposta lo attendeva al mattino: quando si svegliò, sul letto c’erano due donne, sedute a guardarlo con aria divertita: Maria e Loredana. Sorpreso dalla presenza di quest’ultima, Mario fece per alzarsi, ma le due immediatamente poggiarono i loro piedi nudi sul suo petto e sulla sua faccia, ridendo e calpestandolo.
Quindi fu Loredana a parlare: "E così volevi fare il cavallo, eh? Adesso ti accontentiamo!!!"
Fu un attimo: Mario aveva capito tutto…
Giochi Bagnati
Spettacolare è la naturalezza di Lei, sublime è vedere come si scarica nella bocca e sulla faccia del suo cesso personale.
Eccitante è vedere come lui cerca di ingoiare il più possibile; all'inizio ci riesce poi non ce la fa più e un fiume in piena lo innonda completamente.
E soprattutto, mi piace vedere gli ultimi schizzetti che fuoriescono dalla figa liscia e depilata, come dei buffetti, inaspettati. Capita anche alla mia Padrona e ti fanno capire che si è completamente scaricata donandoti tutto ciò che poteva.
A presto.
Libero?
Mi sono anche abituato a pisciare sempre seduto, ho anche trovato una tecnica per fare pipì anche dove non puoi sederti come nei locali pubblici. Insomma tutto sotto controllo.
Ho fatto godere la mia Padrona tre volte con la lingua, ho anche bevuto la sua pipì tutti i giorni di questa lunga settimana, senza mai grossi problemi, diciamo che mi sono sempre sentito pronto e all'altezza. Come stamattina (stranamente non mi usa mai di mattina) si è svegliata e ha voluto usarmi, ho bevuto tutta la sua piscia con il mio imbuto, poi l'ho ripulita con la lingua e l'ho ringraziata e Lei mi ha detto: "Tu non sai quanto mi piace usarti, non so neanche io il perché ma è una cosa che adoro..."
E io: "Grazie, sono molto contento di ciò, chiedi pure quando vuoi."
"Dai che stasera è il grande giorno!!!" mi dice con occhi grandi e luminosi.
Ecco da quel momento sono andato in palla. Tutto il giorno super eccitato a pensare all'orgasmo della sera: stasera svuoto le palle, stasera sborro, stasera me la scopo, dai che stasera mi scarico, evviva stasera mi faccio un segone...
E' sera! Finalmente, dopo tutta la giornata con le mutante bagnate a causa dall'eccitazione tipica di una checca in colore, è giunta l'ora.
Si presenta da me completamente nuda, indossava solo la cavigliera con la chiave e mi invita a spogliarmi, cosa che faccio immediatamente.
Mi dice di sedermi per terra e poi con il piede mi stuzzica l'uccello, poi si ferma e mi dice:
"Dai usa la chiave per aprire il lucchetto" e così dicendo avvicina il suo piede alla mia cintura di castità.
Io prendo la chiave, senza sfilarla e apro il lucchetto.
Lei con una mano toglie la gabbia, il mio cazzo è già completamente duro.
Prova a togliere anche l'anello alla base della cintura di castità, ma è impossibile così, allora le dico di lasciarlo lì.
Sono eccitato come un verginello la sua prima volta con una ragazza. Sono felice e innamorato: amo mia Moglie.
"Ti amo, ti amo, ti amo" le dico.
Lei si gira e prende un cazzo finto e sorridendo mi dice: "Ti amo anche io, ricordatelo!"
Al momento non capisco se il dildo era per me o per Lei, ma il dubbio dura poco: "Allora facciamo così" - mi dice - "metto il cazzo qui sulla sedia e voglio vedere mentre ti impali, io sto qui e mi masturbo un po', poi quando ce l'avrai completamente dentro potrai chiedermi quello che vorrai e così potrai venire: potrai scoparmi, oppure se vuoi ti faccio un pompino con ingoio completo, oppure se ti va ti do il culo, o quello che vuoi tu, OK?"
"Va bene" - rispondo.
"Scusa ma ti devo bloccare le mani" - mi avvisa e così dicendo mi fissa i polsi alla sedia con le manette.
Lei si siede per terra sotto la sedia e con una mano tiene il dildo verticale e con l'altra inizia ad accarezzarsi sussurrandomi: "Voglio vederlo scomparire nel tuo culo, dai!"
Per un po' la vedo divertirsi ed eccitarsi durante i vari tentativi di far entrare quel "coso" nel mio culo. Alla fine riesco ad infilare la finta cappella e molto lentamente comincio a scendere.
La fatica di stare in quella posizione comincia a sentirsi e un po' mi sentivo contento di potermi sedere anche se ero "imbottito".
Ora la mia Padrona toglie la mano da sotto e continuando la stimolazione del suo clitoride la vedo in estasi.
Io scendo piano piano e faccio entrare quel cazzo finto dentro di me, arrivo quasi a fine corsa e sento che mi preme dentro nello stomaco, sento qualcosa...non so cosa ma mi parte da dentro e che....poi....mi scopPIAAAAAAAAAAA!
Fiotti di sperma cominciano a schizzare dappertutto, il primo lontanissimo ha raggiunto il divano, altri 2 o 3 - non so - li vedo partire ma non capisco dove arrivano, poi il resto della sborra mi fuoriesce colando sulla sedia e per terra.
Di istinto cerco di avvicinare le mani per segarmi ma le manette mi bloccano alla sedia, sono sfinito! Respiro profondamente e sento l'orgasmo che ancora non mi lascia e continua a stritolarmi la pancia. Non ce la faccio più, le gambe mi cedono e mi siedo sulla sedia sparando nell'intestino gli ultimi centimetri di dildo.
Anche mia Moglie in quel preciso istante inizia a godere e a contorcersi dall'orgasmo.
Io resto immobile soffrendo e godendo per l'orgasmo appena provato.
Passa un minuto e Lei si ricompone, si alza prende la gabbia e me la infila nuovamente. Ho cercato di pregarla di non mettermela, ma Lei c'è riuscita con semplicità visto che avevo il cazzo completamente moscio.
Dopo il "click" del lucchettino mi dice: "Io ti avevo fatto scegliere, oggi ero particolarmente eccitata, mi spiace che tu sia venuto così, ora torni in gabbia, amore mio, così non c'è pericolo che ti fai le solite seghine".
Poi si alza e mi libera le mani: "Adesso devi pulire gli spruzzi che hai fatto!" e così dicendo mi porge un ciuffetto dei suoi capelli sborrato. Io li succhio e poi con la lingua pulisco il divano, il tappeto, il pavimento e quindi la sedia dove ero seduto.
"Adesso devo fare pipì e poi ci guardiamo un bel film? Va bene?" mi chiede.
Io prendo l'imbuto, le faccio da water, poi ci andiamo a dare una sistemata in bagno e quindi ci mettiamo davanti alla Tv.
Io mi sono accoccolato al suo fianco e non ero molto interessato al film, lo baciata sulla guancia, sulla spalla e sulla mano, e poi l'ho abbracciata forte a me per tutto il tempo.
Prima di andare a letto le ho sussurrato nell'orecchio: "Grazie Padrona per avermi fatto venire!".
Lei mi ha sorriso e mi si è acceso il cuore.
A presto...
Mangiare il proprio sperma
Anziché stare lì a ripulire con un fazzoletto o altro il proprio schizzo, io lo faccio con la lingua.
A volte faccio anche di più, perché a mia moglie piace umiliarmi, le piace sapere che io sono piegato ai suoi voleri e spingermi a fare certe cose la rende più consapevole del nostro rapporto dom/sub.
Avete già provato ad assaggiare la vostra sborra? Anche la vostra Padrona ve lo ha chiesto?
Bene ora provate a superare una prova più dura, come quella che certe volte mi riserva la mia adorata Mogliettina.
Dopo che sono venuto dentro ad un bicchiere, Lei ci piscia dentro e me invita a berlo.
Dopo l'orgasmo tutto è più difficile, lo sappiamo, ma uno schiavo è sempre schiavo sia quando fa freddo, sia quando fa caldo per cui io l'ho sempre bevuto per due semplici motivi. Il primo perché mi piace vedere il suo viso fiero e ciò mi rende felice; secondo perché il solo pensiero di contraddirla mi fa temere a qualcosa di molto peggio, per cui preferisco senza dubbio bere la sua pipì con il mio spruzzetto dentro.
Ora vi lascio ad un intrigante video che vi mostra l'umiliazione di un uomo costretto a mangiarsi la sua sborra davanti a due bellissime Padrone.
A presto.
Orgasmo donato
"Sì certo, va bene", rispondo io...mi va bene tutto pur di sborrare.
Il mio cazzo è in tiro, duro e bavoso, tanto bavoso....potrei venire da un momento all'altro, vorrei scopare subito, ho bisogno di svuotare la palle.
Lei si distende sul divano e io inizio a baciarla tra le gambe. Lei inizia subito ad ansimare e a sussurrare: "Sei bravissimo, si dai così, piano....mmm".
Leccare la passera è la mia specialità, è facile, basta baciarla come quando si bacia in bocca, a volte con vigore, a volte con dolcezza, a volte giri con la lingua, a volte accarezzi con la lingua, a volte penetri dentro, altre ti soffermi e poi riparti....insomma bisogna metterci del sentimento e un po' di fantasia.
Quando il suo clitoride è sotto la mia lingua, lei gode come una pazza e non smette mai di dirmelo e questo mi rende molto fiero.
Adoro sentire il suo orgasmo dentro la mia bocca, amo sentire il suo donarsi a me, amo sentire la sua intimità senza limiti e così anche questa sera Lei scoppia in un fragoroso orgasmo.
Dopo che è venuta io continuo a baciarla lì, non più come prima, ora le faccio delle piccole coccole con la punta della lingua, la sfioro con le labbra, la sbaciucchio tutta intorno e mia Moglie si rilassa.
Ci siamo, dopo che Lei ha goduto di solito tocca a me. Il mio gingillo è pronto: tutto sbavante e tutto eccitato.
Lei mi prende il viso con le mani e mi tira verso di se sussurrandomi: "Sei stato uno spettacolo, adesso toccherebbe a te, giusto? Ma sai ho una voglia pazzesca in questa giorni, vorrei tanto venire un'altra volta, ti va di donarmi il tuo orgasmo? Rinunci a venire per farmi godere ancora? Dai...ho tanta voglia...mi lecchi ancora?"
Sinceramente rimango un attimo interdetto.
Ora vi chiedo:
L'ho leccata di nuovo, Lei ha goduto di nuovo e io sono stato rimesso in gabbia di nuovo! Sigh!
Non è stato facile, sia mia Moglie che io abbiamo provato diverse volte a rimettere il cazzo dentro la cintura di castità ma lui non voleva saperne di entrare. Ahimè, ma alla fine ci siamo riusciti.
"Dai schiavetto vedrai che tra una settimana ti andrà meglio!" esclama proprio mentre con la mano fa scattare il lucchetto.
Io non le rispondo perché mi sento veramente preoccupato al solo pensiero di stare senza orgasmo per un'altra settimana.
"Ascolta..." - continua Lei - "....Prendi l'imbuto che mi scappa la pipì?"
A presto...
Cumslave #2

Anche se spero di non arrivare mai alla conclusione della raccolta dei miei orgasmi, visto che inizierà il mio periodo di astinenza obbligata, devo ammetere che mi piace molto segarmi per la mia Padrona.
Grazie.
Cumslave #1
"Ora toccati fino a venire" - mi dice.
Io lo faccio subito e mentre dolcemente mi accarezza il seno mi spiega che per tutta la settimana dovrò venire una volta al giorno e depositare il mio sperma dentro la scatola dei cubetti di ghiaccio.
Dovrò riempire un cubetto al giorno e quando ne avrò fatti 5 verrò rimesso in castità.
"Non ti aspettare che tutte le sere sia come questa" - continua Lei - "Non è detto che io abbia sempre voglia di farlo tutte le sere, ma tu dovrai masturbarti e schizzare dentro quando te lo chiederò".
Ovviamente accetto.
"Ora vieni qui dentro che poi lo versiamo nel porta cubetti" - e così dicendo mi passa un piccolo bicchiere di plastica.
"Fra 5 giorni ti rimetterò in castità per un po' e via via quelle volte che te lo meriterai, ti farò succhiare un di questi ghiaccioli speciali. Ogni volta che te ne darò uno dovrai considerarlo un premio, perché quando ti darò il permesso di mangiarti l'ultimo poi sarai nuovamente libero." - mi spiega.
"Ok come vuoi tu e sborro nel bicchiere" - le dico, ma Lei mi interrompe:
"Intanto mi devi dire: OK PADRONA e poi devi capire che tu sei MIO, compreso cazzo e palle e non hai scampo...io sola posso decidere come va usato il tuo pisello....e se non ce l'hai in gabbia sempre è solo perché lo voglio io. E' CHIARA STA COSA?" - mi chiede.
"Sì Padrona" - le rispondo guardandola in faccia e contemporaneamente sbrodolando la sborra dentro il bicchiere alla meglio.
"Ok, ora devo pisciare: preparati!" - mi ordina.
Lei si alza, va in cucina e versa meticolosamente il mio succo dentro un cubetto e lo infila in freezer.

Lei si scarica dentro di me, ingoio tutto e la ripulisco con la lingua.
"Bene, adesso andiamo a letto" - mi esorta.
Buonanotte.
Sogno o Realtà?
Insomma, farei festa!
A presto...
Si ricomincia...
Siamo nudi nel letto e la mattina della domenica è bello restare accoccolati nel tepore del lettone.
Credevo che prima di alzarsi per la colazione, vista la mia "castrazione" e sottomissione, mi avrebbe fatto fare da bidet e ripulire la mia sborrata, oppure da cesso, visto che si era appena alzata. Invece nulla, si è alzata e per tutta la giornata ha ignorato la mia condizione. Non abbiamo piu' detto e fatto sesso, Lei non mi ha mai sfiorato, se non prima di coricarsi la sera per assicurarsi che la CB fosse posizionata correttamente.
GIORNO 2
La cintura di castità ha iniziato a farsi sentire, ogni volta che la sento (sempre!!!) o mi da fastidio o mi fa eccitare e in tutti è due i casi è abbastanza doloroso.
Giornata di lavoro intensa e obiettivo unico: il mio bidet serale. Ho contato le ore e poi i minuti fino a che verso le 21, dopo cena, mi ha concesso di lavarmi: questo significa libertà anche se un po' limitata. Infatti dopo aver aperto il lucchetto mi ha controllato per tutto il tempo.
"Guai a te si ti seghi!!" - mi ha annunciato.
Mi sono seduto sul bidet, ho sfilato la gabbietta, poi l'anello che la trattiene ai testicoli e mi sono lavato con abbondante acqua e detergente intimo. Che sollievo sublime...!
Il pene mi è diventato ovviamente duro all'istante, appena sfilata la CB.
Finito di lavarmi, ho lavato la cintura. Immersa in acqua bollente e poi pulita e asciugata per bene, tutto sotto gli occhi di Lei e sempre con il cazzo rivolto verso l'alto, quasi per ribellarsi per non rientrare più la dentro.
Poi mi ha fatto sdraiare sul letto e mi ha esortato: "Dai muoviti! Fallo ritornare piccolo!" e nel frattempo ha iniziato a montarmi l'anello principale.
Finita la prima parte resta solo da infilare la parte che ricopre il pene, ma questo deve essere moscio altrimenti è impossibile.
Ovviamente, dopo avermi preso le palle e infilate dentro al cerchietto e dopo aver spalmato il lubrificanete lungo la mia asta, secondo voi come era il mio pene??
"Sbrigati!! fallo diventare PICCOLO!" - esclama tirandomi una sberla inaspettata sulla cappella scoperta.
Perfetto così, il mio ciccio è entrato senza fiatare....sigh!....clack!!....doppio sigh! E il lucchetto chiude la mia virilità dentro una gabbietta di plastica.
Lei si alza e va a lavarsi in bagno...la sento urinare nel water...peccato penso...e poco dopo ritorna da me.
"Sei stato bravo...ti meriti un premio" - mi dice - "Vai in bagno grande e lo troverai"
Corro e mi ritrovo appoggiati sul bordo della vasca un bicchiere di plastica colmo fino all'orlo del suo piscio e a fianco il suo perizoma usato sporco della sua cremina.
Prendo il bicchiere e lo ingurgito in un solo sorso, poi prendo le mutande e lecco avidamente tutto il suo umore. E' stato sublime! Lei arriva e io mi butto in ginocchio ai suoi piedi e gli porgo il bicchiere vuoto e le mutante completamente succhiate e ripulite, Lei sorride e mi fa: "Sei stato bravo".
"Grazie Padrona" - Le rispondo io.
La mattina procede regolare. La mia Padrona non ha detto e chiesto nulla, neppure controllato che tutto fosse ok. Mi ha quasi ignorato e così è stato anche la sera, fino al momento del bidet.
Mi ha consegnato la chiave e mi ha osservato come il giorno prima. Tutto questo distacco mi ha limitato l'eccitazione e la gabbia è stata rimessa al suo posto ovvero tra le mie gambe.
"Bene, adesso aspettami in camera che arrivo." - mi avvisa e poco dopo si presenta completamente nuda con in mano due creme per il corpo.
"Ora fammi un bel massaggio" - io ubbidisco.
La faccio stendere e le massaggio prima il collo, poi la schiena e quindi le coscie.
Finito questa parte le prendo i piedi e proseguo la frizione. Ogni volta che prendo della crema, prima di spalmarla la riscaldo fra i miei palmi affinché non abbia il minimo fastidio.
"Sei bravissimo!"
"Grazie, ora girati che faccio davanti" - le dico.
Stavolta parto dal basso e salgo verso l'alto. Mi soffermo e le osservo la vagina, poi continuo sulla pancia, il seno e alla fine concludo il massaggio con il viso e gli occhi che dolcemente le accarezzo.
"Grazie, mi sa che se me ne fai uno così ogni giorno ti libererò presto!" - mi congeda.
Ma come?? Che vuol dire?? Dopo quello che ho fatto mi lascia così?? Ho il cazzo che mi fa male da quanto è eccitato, credo la CB stia scoppiando.
Mi rassegno e vado a guardarmi un po' la TV, ma con molto disagio perchè putroppo, la mia eccitazione ha fatto fatica a lasciarmi.
GIORNO 4
"Benino" le dico.
"Prendi l'imbuto, dai, che prima di andare al lavoro devo pisciare anche io" mi esorta.
Detto fatto. In pochi secondi sono sdraiato per terra in attesa del suo succo.
Terminata la bevuta di piscia mattutina (che per gli esperti è quella più tosta da bere) ci salutiamo e andiamo a lavorare.
Durante la mattina ci scambiamo un paio di sms: "Ciao, come va li sotto?" mi scrive Lei e io rispondo: "Stra eccitato ma tutto ok"
Dal quarto giorno, il fastidio comincia ad andarsene, ma l'eccitazione è praticamente permanente, per cui la cappella è quasi sempre lubrificata e così si adatta bene al suo vestito. Diciamo che l'unica cosa estremamente fastidiosa è fare sempre la pipì da seduti.
Poco dopo le 13 mi arriva un altro sms: "Sono in ufficio e mi scappa la pipì, ma vorrei avere il mio cesso personale, vieni?"
Risposta: "Arrivo Padrona"
Saluto i colleghi, prendo l'auto e vado di corsa da Lei. Suono al suo ufficio e mi risponde Lei.
Una volta dentro scopro che non c'è nessuno, solo io e Lei, tutti i pausa.
"Ci avrei scommesso che saresti corso" mi ha detto.
"Per favore, siamo senza imbuto, cerca di non sporcarmi, ti prego" le chiedo.
"Ok, andiamo in bagno, mettiti giù ma abbassa i pantaloni che voglio vedere come stai li sotto." mi dice.
E' stata bravissima, ha dosato il suo liquido alla perfezione e io ho bevuto tutto, sotto il suo sguardo divertito per la mia eccitazione in trappola.
"Puliscimi il culo che stamattina l'ho anche fatta in ufficio" mi ordina e io obbedisco.
Poi siamo andati a mangiare insieme e quindi ci siamo salutati.
Tornando al lavoro, la mia testa ha iniziato a scoppiarmi. Sono completamente frustrato. Ma che ho fatto?? Ho attraversato la città per bere il piscio di mia Moglie? Le ho anche pulito il culo sporco. Ma come? Che sto facendo?
Decido di mandarle un messaggio: "Quando mi liberi?" e Lei: "Non so, mi piaci così"
La sera, dopo cena, ci prepariamo per andare fuori un paio d'ore con degli amici, dopo avermi fatto fare il bidet e prima di uscire mi dice: "Prendi il dildo rosa, quello fatto cuneo e mettitelo nel culo, dai che così te lo tieni per tutta la serata..."
"Ma come faccio? Stiamo uscendo? Non ho tempo di infilarmelo." Rispondo.
"FALLO SUBITO ALTRIMENTI TE LO FICCO DENTRO IO E VEDRAI CHE CI IMPIEGO POCO" Mi ordina.
Vado in bagno e con un po' di lubrificante me lo infilo senza fiatare, poi esco le faccio vedere dietro e davanti, lei mi da l'ok e quindi mi tiro su i pantaloni e andiamo.
Di ritorno dalla serata, con il cazzo che mi scoppia e l'ano completamente aperto, appena in casa, mi metto in ginocchio davanti a Lei e la scongiuro di liberarmi: "Per favore, ti prego mia Padrona, ho capito quello che sono ora mi puoi liberare? Non ce la faccio più a continuare, ti prego liberami, ridammi le chiavi ok?"
"Ascolta, non ho ancora deciso quando liberarti per ora tu resti casto, cerca di comportarti bene altrimenti allungherò la tua detenzione. E non rompermi i coglioni con ste scenate. Tu devi ubbidire e vedrai che alla fine se fai quello che dico ti libero. Chiaro?" Mi avverte.
"Chiaro" Rispondo io.
"Bene ora ho voglia di venire, per cui leccami per bene e così dopo ti tolgo il tappo dal tuo culo...eh eh eh eh eh" Mi annuncia.
Mi rassegno e dopo averla fatta venire due volte andiamo a letto.
GIORNO 5
Il bello comincia la sera.
Mia moglie torna tardi dal lavoro e appena in casa mi ordina di toglierle gli stivali.
"Bene, adesso mangio e mentre lo faccio tu stai per terra e mi pulisci gli stivali...CON LA LINGUA"
"Si va bene" le rispondo.
E così faccio. Pulire gli stivali con la lingua fa schifo. Non c'è niente di eccitante e la lingua ti diventa tutta scura, poi te la devi pulire per bene. Però pur di riavere le chiavi farei questo e altro.
"Adesso spogliati nudo e prendi l'imbuto" mi annuncia.
Lo faccio subito e come al solito bevo tutta la sua broda calda.
Mentre la sta facendo mi tocca i capezzoli e mi dice: "Stanotte sarai il mio cesso, preparati perché ho bevuto tantissimo...e adesso pulisci anche il culo, bene e con la lingua anche dentro"
Quando mi tocca i capezzoli io impazzisco sempre. Il cazzo mi diventa duro all'istante e la prigione che si fa sentire con dolore mi ricorda quello che sono: il suo schiavo.
Faccio quello che mi ha chiesto e sempre restando nudo, dopo il massaggio completo del corpo decide di andare a letto.
Durante la notte mi ha utilizzato per quattro volte. La prima volta si è alza e mi ha svegliato. Mi sono subito posizionato ai piedi del letto e lei ha fatto i suoi bisognini. Poi l'ho leccata per asciugarla.
"Senti cesso, la prossima volta prendi la carta igienica vera che non mi piace restare umida ok?" mi dice tornando sotto le coperte.
Io mi sono andato a risciacquare, ho dato una pulita all'imbuto e l'ho rimesso in fondo al letto con un rotolo di carta igienica.
Le tre volte successive si sono ripetute fino alla mattina senza problemi, ormai la mia umiliazione è ai massimi livelli e nella speranza di poter godere quanto prima mi rendo disponibile a qualsiasi richiesta.
Il mio Cesso
Eh sì, avete capito bene! Questa volta e per la prima volta vi offro un video in cui mi usa come Cesso. Io ovviamente faccio il mio dovere fino in fondo.
A presto...
Lisa
Ovviamente a prima vista può sembrare una pratica banale, stupida, ridicola...assurda sotto certi punti di vista, ma dopo aver visto il filmatino con cui ho condito questa storia, credo che molti di voi cambieranno idea...
Approfitto anche per chiedere le vostre esperienze e testimonianze sul Pony-Play, sempre che qualcuno di voi lo abbia già provato.
A presto...
"La mia padrona mi applica il morso e colloca una sella sulla mia schiena… non le importa se io in realtà sono un essere umano, mi fa mettere a quattro zampe e si accomoda sulla mia schiena, infilando i suoi deliziosi piedi nelle staffe. Sento il suo peso su di me e inizio ad eccitarmi, ma non ho il tempo di pensare… i suoi bellissimi piedi subito mi spronano, e capisco che mi ordina di partire… arriva una dolorosa frustata e così inizio a trottare, ma lei subito pretende che io corra più in fretta e inizia a frustarmi ripetutamente… comincio a correre sul serio, i miei muscoli sono al massimo sforzo e la schiena inizia a darmi dei dolori, sudo sempre di più… ma la mia padrona nel frattempo è seduta comodamente sulla mia schiena, a bordo del suo schiavo che la trasporterà ovunque voglia sino a che le sue forze non si saranno esaurite del tutto… un’altra frustata: "Più veloce!"… al galoppo raggiungo un sentiero sterrato, le mie mani e le mie ginocchia iniziano a sanguinare mentre sono sempre più esausto… e la mia padrona, comoda sulla mia schiena, non muove un muscolo. Lascia che sia il suo schiavo a sgobbare per lei, e si gode il vento fresco e la cavalcata… "Più veloce!"… E’ la prima volta che la mia nuova padrona mi mette alla prova, e così mi obbliga ad una cavalcata di alcune ore… ad un certo punto, stremato, inciampo e cado al suolo… la mia padrona, senza scendere dalla mia schiena, mi ordina di alzarmi e inizia a frustarmi incessantemente, non più sul sedere ma sulle spalle e sulla nuca, senza smettere sino a quando io, per disperazione, con la schiena sanguinante per le frustate, riesco a rialzarmi a quattro zampe (nonostante lei sia ancora sulla mia schiena) e riparto. Dopo questa prova, la mia padrona si convince che io possa godere dell’onore di essere il suo schiavo per sempre. Da quel giorno, continua a cavalcarmi quando ne ha voglia (è l’utilizzo che preferisce di me, e anche quello che io preferisco), ma mi usa anche come poggiapiedi, sedia, sgabello o tappeto.
Ciascuna di queste funzioni può richiedere che io resti immobile con il suo peso su di me anche per ore, ma non le importa…la mia vita ha un senso soltanto in quanto possa servire alla sua comodità e al suo piacere… La mia padrona ha molta fantasia, e inventa sempre nuovi compiti per il suo schiavo… talvolta mi utilizza come cavallo da tiro, accomodandosi assieme ad un paio di sue amiche su una specie di risciò, altre volte vuole che io lecchi e baci i suoi piedi sino a consumarmi la lingua… se ne ha voglia mi schiaffeggia, mi frusta e mi riempie di calci, anche senza motivo, e ogni volta che ciò accade io torno sempre a strisciare ai suoi piedi per baciarli, anche se ciò può significare ricevere un nuovo calcio… La mia padrona, poi, oltre che per le sue amate cavalcate all’aria aperta, usa montarmi anche per spostarsi senza fatica in casa (sono io che debbo sgobbare per lei…), ad esempio per salire le scale… poi naturalmente io debbo occuparmi di tutte le faccende, lavare i pavimenti ecc., e se la mia padrona trova una pur piccola imprecisione nell’esecuzione dei miei compiti mi punisce facendomi stendere per terra a pancia in su, e calpestandomi senza pietà con le sue scarpe nere, lucide e con i tacchi! Soltanto la mia grande dedizione, a volte, riesce a farmi meritare il più ambito dei premi: la possibilità di utilizzare la mia lingua per il suo piacere sessuale".
Lisa era sconvolta.
Usciva con Mario da quasi 6 mesi, e lo trovava un ragazzo dolce e sensibile: lui aveva sempre tante attenzioni, la trattava come una vera principessa. Spesso le aveva detto di adorarla come una dea. Lui era incantato dalla delicatezza e dalla perfezione del suo corpo, minuto e delizioso, e spesso le aveva detto di trovare stupende le sue mani e divini i suoi piedini, ma lei non ci aveva dato peso. Ora però, leggendo di nascosto il diario di Mario, conoscendo quello che lui aveva sognato quella notte e scritto in quelle pagine, aveva scoperto la ragione di tutte quelle particolari attenzioni. E non sapeva più cosa pensare.
Quella notte non riuscì a chiudere occhio.
Ora conosceva le fantasie erotiche del suo ragazzo, e alla luce di ciò cercava di analizzare tutti i momenti passati insieme per trovare delle conferme… per riuscire veramente a capirlo…
Entrambi 24enni e studenti universitari, Mario e Lisa erano una bella coppia: lui alto 1,78, castano, discretamente muscoloso, bella presenza e brillante personalità; qualche volta, un po’ chiuso e taciturno. Lei bionda, occhi azzurri, fisico minuto (1,60 cm per 55 Kg), ma belle forme e tanti piccoli adorabili dettagli fisici, conditi da un carattere solare ed estroverso. A letto erano in discreta sintonia; facevano l’amore spesso e con passione… e qualche volta lei, maliziosamente, decideva di premiare le prestazioni di Mario, specie quando lo anticipava nell’orgasmo, con un bel pompino! Insomma… una brava ragazza, ma sveglia! :-)
Pensando e ripensando, Lisa ricordò di una volta in cui Mario, dopo averle sfilato i jeans e le mutandine, si era inginocchiato e aveva cominciato a leccarle con passione la fica. Le era piaciuto, ma dopo poco si era spostata, lo aveva fatto alzare, ed erano finiti a letto per la più bella ed intensa scopata della loro storia; ricordava perfettamente che lui, quella sera, era davvero una furia, ed aveva rapidamente raggiunto un orgasmo veramente esplosivo! Adesso capiva, e ancora non sapeva cosa pensare… Ma quel ricordo, e la consapevolezza che Mario, in ginocchio ai suoi piedi per procurarle piacere con la bocca, sarebbe stato pronto a farle da schiavetto, la fecero finalmente addormentare, con un forte senso di eccitazione.
L’indomani, mentre Mario era a lezione all’università, Lisa si confidò con la sua migliore amica, Loredana. Questa ascoltò in silenzio il suo racconto, quindi senza risponderle la invitò a seguirla a casa sua. Una volta che furono arrivate, Loredana cominciò ad urlare di gioia, abbracciando Lisa e congratulandosi con lei. Poi disse: "Benvenuta nel mio mondo, dolcezza. Stai per scoprire le sensazioni uniche del mondo sadomaso, il piacere della sottomissione, del procurare sofferenza ottenendo piacere. E’ da qualche anno che rifiuto qualsiasi uomo che non sia disposto a strisciare ai miei piedi, e non sono mai stata così appagata sessualmente. E, da come ti brillavano gli occhi, nonostante un po’ di imbarazzo, mentre mi raccontavi del diario di Mario, sono certa che diventerai una padrona in gamba almeno quanto me… e che da oggi saremo ancora più amiche di prima!". Lisa non credeva alle sue orecchie: "Ma allora… tu… mio Dio!"… Cominciò a sentirsi veramente eccitata. Aveva i brividi, sapeva che in quel momento per lei stava cambiando qualcosa di significativo. L’idea di essere adorata, di poter disporre di un uomo a suo piacimento, la intrigava da sempre. Ora, per la prima volta, aveva avuto il coraggio (e l’occasione) di parlare con qualcuno di questo argomento, e l’inaspettata reazione di Loredana le aveva fatto superare di colpo i dubbi e le perplessità che nelle ultime ore l’avevano tormentata. Quella sera, Mario avrebbe ricevuto la più bella sorpresa della sua vita…
Mario, quella sera, tornò a casa davvero distrutto.
"Ciao amore!", disse a Lisa "Sai, quel professor Bottardi è davvero un gran…"
In quel momento, Mario si accorse dell’insolito abbigliamento della sua adorata, e rimase immobilizzato.
Lisa troneggiava su due stivali neri di pelle con un tacco discretamente alto, e per il resto non indossava praticamente nulla, se non un abbigliamento intimo incredibilmente sexy ed aggressivo.
Nella mano destra, brandiva un affilato frustino da cavallerizza. Era bellissima.
Mario pensò che fosse un sogno, che ora si sarebbe svegliato e si sarebbe accorto di essersi addormentato nell’aula del Bottardi. Ma la voce dell’amata lo riportò con i piedi per terra.
"Cosa c’è, sei rimasto senza fiato?" chiese maliziosamente Lisa avanzando verso di lui. "In ginocchio, animale!!! Comincia a leccare i miei stivali, che sono nuovi ma non brillano abbastanza per i miei gusti! Nel frattempo, apri bene le orecchie, perché ti spiegherò come la tua vita cambierà da oggi in poi…"
Mario, ancora stordito, trovò subito la lucidità per gettare via i libri che aveva in mano e inginocchiarsi ai piedi di Lisa , cominciando a leccare con passione ogni centimetro dello stivale, quasi a volerlo consumare per poi arrivare al contatto con la pelle dei piedi della sua amata. Lei, per tutta risposta, cominciò a calpestargli dolorosamente una mano, aumentando il peso su quel piede ogni volta che Mario, in preda ai primi segni di stanchezza dopo un vigorosissimo inizio, tendeva a rallentare il ritmo delle sue leccate.
"Allora. Tanto per cominciare, da oggi in poi saremo una coppia soltanto in pubblico. In questa casa sarai completamente schiavo di ogni mio capriccio. Dovrai chiamarmi Padrona, camminare a quattro zampe o in ginocchio, e obbedire a qualsiasi mio ordine. Non sei autorizzato nemmeno a parlare senza un mio preciso comando, ma quando non ci sono o quando dormo devi trovare il tempo di provvedere a tutte le faccende domestiche".
Mario, che ad ogni parola della Padrona intensificava il ritmo del suo lavoro, con la mano sempre dolorante sotto la scarpa di Lisa , era talmente eccitato da provare dolore per via del cazzo costretto dai jeans.
Ma un’energica frustata della Padrona lo colpì all’improvviso sulla schiena. Il suo primo colpo di frusta.
"Corri in camera da letto e spogliati completamente, ad eccezione dei boxer. Poi vieni qui camminando carponi. Sbrigati, bestia!!!". Lisa cercava con successo di mostrarsi dura, ma non si era mai sentita così eccitata in vita sua. Sentiva distintamente i suoi slip inumidirsi sempre di più, e non vedeva l’ora di raggiungere un devastante orgasmo. Mario fu da lei in pochi secondi, trottando diligentemente. La trovò seduta in poltrona, che giocherellava con il frustino. "Bene bene. Vedo che, nonostante prima tu avessi una camicia, un piccolo segno la mia frustata te lo ha lasciato! Sei un uomo fortunato, e lo sarai ancor di più tra poco…"
Detto ciò, la Padrona colpì con tutta la sua forza la schiena nuda del suo schiavo, che a stento trovò la forza per trattenere un urlo. "E’ quello che hai sempre sognato, brutto animale, vero? Cosa pensi di me adesso?"
"Io ti amo… ehm… mi scusi Padrona… io La amo, io La adoro… sono entusiasta di diventare il Suo schiavo!"
"Bene. Allora ripetimi quanto mi adori ad ogni frustata!"
La Padrona cominciò la sua fustigazione. Si mise in piedi, davanti al povero Mario che era ancora carponi, e poi appoggiò un piede sulla nuca di lui per stare più comoda; quindi iniziò con una serie di colpi di una violenza che pochi si sarebbero aspettati da una ragazza così minuta. Le strisce rosse sulla schiena del povero Mario cominciarono pian piano ad essere sostituite da piccoli rivoli di sangue, e lui continuò sino alla fine a dire "Mia Padrona, io La adoro!" dopo ogni singolo colpo. Nessuno dei due ebbe la lucidità di contare le frustate, ma furono diverse decine e cessarono soltanto quando Lisa fu veramente spossata. E’ impossibile stabilire se fosse più eccitata e sconvolta la Padrona, che tutta sudata brandiva un frustino ormai sporco di sangue, o lo schiavo, che verso la fine cadde steso per terra dal dolore, ma riuscì devotamente ad urlare pochissimo, permettendo così alla sua adorata di continuare la fustigazione a suo piacimento, senza la preoccupazione di disturbare i vicini.
Non ancora soddisfatta, Lisa posò il frustino e decise di infierire ulteriormente sul dolore del suo sottomesso. Così prima posò un piede, sempre calzato dallo stivale, sulla schiena martoriata del suo schiavo, quindi salì con tutto il suo peso sulla schiena di lui. Il dolore, naturalmente, fu enorme: i tacchi della Padrona torturavano terribilmente le fresche ferite, ma Mario fu estremamente pronto ad obbedire quando Lei gli ordinò di strisciare e trasportarla in quel modo nei pressi della poltrona. Quando fu soddisfatta, Lisa scese e si accomodò esausta sulla poltrona.
Quindi disse: "Sei stato bravo. Rimpiango solo di non averti frustato prima, in questi mesi, ma troverò il modo di recuperare. Adesso, come premio, avrai la possibilità di portare al culmine l’eccitazione che già mi pervade. Alzati in ginocchio, e leccami la fica!!!"
Mario non se lo fece ripetere due volte. Scattò in ginocchio, si avvicinò, e dopo aver delicatamente sfilato la mutandina alla sua amata cominciò a leccarla con passione. Provò la sensazione di aver infilato la lingua in una pozzanghera, tanto intensa era l’eccitazione di Lisa , che infatti venne dentro la sua bocca in brevissimo tempo, urlando come mai le aveva sentito fare prima"
Il resto della serata trascorse tranquillo.
Lisa permise al suo schiavo di andare a disinfettarsi la ferite.
Quindi si accomodò sul divano per guardare un film, mentre lui fu autorizzato a toglierle gli stivali e leccarle le piante dei piedi. La lingua di Mario, calda e instancabile, le procurò un massaggio dolce e rilassante. Loredana glielo aveva anticipato, ma lei non avrebbe mai pensato che fosse stato così piacevole. Inoltre, vedere il suo ragazzo in quelle condizioni la riempiva di orgoglio ed eccitazione; lui era talmente preso dal suo compito che stava ad occhi chiusi, tenendo fra le mani il piede della Padrona per non farla stancare e leccandoglielo con devozione e sapienza.
Il fatto che lui non si fosse minimamente opposto a quella situazione, comportandosi come uno schiavo nato, faceva presagire a Lisa la possibilità di raggiungere con lui le situazioni più estreme. Ora considerava possibili, e cominciava a desiderare, anche le più terribili delle cose che Loredana le aveva raccontato.
Lisa si addormentò a metà del film, e quando si risvegliò dopo quasi un’ora trovò il suo schiavetto ancora intento a massaggiarle i piedi con la lingua; passava da un piede all’altro ogni due o tre minuti, e non si era fermato nemmeno durante il sonno della Padrona! Pur non avendo esperienza nel campo, Lisa cominciò a pensare che il suo Mario fosse uno schiavo perfetto.
Prima di andare a dormire, decise quindi di metterlo duramente alla prova.
"Devo fare pipì" disse sorridente, "Sdraiati a pancia in su e appoggia la testa sul bordo del divano!"
Mario esitò per un attimo: "No, Mari… ehm… Padrona… non lo so se ce la faccio…"
Mario non aveva mai ricevuto uno schiaffo dalla sua ragazza, ma quello che ebbe in quel momento fu talmente forte e ben piazzato da far rinascere con vigore la sua eccitazione, leggermente assopita dal piacevolissimo ma lungo e stancante lavoro di lingua, e da cancellare ogni remora.
"Stammi bene a sentire, schiavo!" disse Lisa avvicinandosi "Cercherò di pisciare nel modo più lento possibile, anche se sarà difficile perché ho davvero la vescica piena, quindi farai bene a non far cadere nemmeno una goccia, altrimenti le frustate che hai avuto prima di sembreranno carezze in confronto a quello che ti farò!!!"
Detto ciò, si piazzò a pochi millimetri dalla bocca di Mario, il quale, sentendo nuovamente l’odore che aveva assaporato poco prima, già desiderava ricominciare a leccarla. Ma una prova ben più dura lo aspettava: subito vide un rivolo dorato dirigersi verso la sua bocca spalancata, e sentì sulla lingua il caldo ed acido liquido proveniente dall’adorabile corpo della sua amata Padrona. Si sentiva eccitatissimo, ma subito si accorse che la sua bocca stava per riempirsi e così cominciò ad alternare i momenti in cui respirare con quelli in cui ingoiare. Non fu facilissimo, e un paio di volte rischiò letteralmente di annegare, ma riuscì a bere quasi tutta l’urina padronale.
Quanto a Lisa , stava letteralmente impazzendo dal piacere. Vedere il suo Mario che le faceva da cesso, lui che il giorno prima ancora non aveva mai avuto l’onore di chiamarla Padrona, la eccitò al punto che cominciò a schernirlo: "Bravo il mio cesso! Bevi, bevi!!! Quanto mi piace pisciarti in bocca… Beviiiiiiii!!!!! Schiavoooooo!!!!!"
Mentre ancora le ultime gocce di pipì colavano sulle labbra di Mario, la Padrona si gettò letteralmente con la fica sulla faccia dello schiavo, opprimendola con tutto il suo peso. Mario, con la sua adorata seduta sul viso, non esitò a mettere al lavoro la lingua, che prima funzionò da efficientissimo bidet, quindi cominciò a donare a Lisa un piacere immenso. La Padrona era scatenata: cavalcava letteralmente la faccia del suo schiavo, poggiandovi tutto il suo peso e strofinando avanti e indietro sulla sua lingua e sul suo volto tutto ciò che aveva tra le gambe: dal buco del culo sino al clitoride, andata e ritorno! Per aiutarsi non esitava a tirare i capelli dello schiavo e a graffiargli il petto. Era letteralmente fuori controllo, mentre lui le leccava tutto con incredibile bravura, e raggiunse un orgasmo che non è esagerato definire selvaggio. La faccia di Mario era tutta un programma: abbondavano l’urina e gli umori vaginali di Lisa , e c’erano anche alcune gocce di sangue, provocate dalle unghie della sublime Padrona quando cercava di afferrare i suoi capelli nella mischia furibonda che le si era scatenata tra le gambe.
Quella notte fu Mario a non riuscire a prendere sonno.
E non perché Lisa gli aveva ordinato di dormire per terra, pronto a fungerle da tappetino scendiletto l’indomani. Non si era mai sentito così felice ed eccitato, e quando fu sicuro che la Padrona dormisse, si concesse la sega più desiderata ed intensa della sua vita. Dopo l’incredibile serata trascorsa, ancora si chiedeva se tutto ciò fosse vero… e come fosse stata possibile una così straordinaria trasformazione nella sua adorata Lisa .
La risposta lo attendeva al mattino: quando si svegliò, sul letto c’erano due donne, sedute a guardarlo con aria divertita: Lisa e Loredana. Sorpreso dalla presenza di quest’ultima, Mario fece per alzarsi, ma le due immediatamente poggiarono i loro piedi nudi sul suo petto e sulla sua faccia, ridendo e calpestandolo.
Quindi fu Loredana a parlare: "E così volevi fare il cavallo, eh? Adesso ti accontentiamo!!!"
Fu un attimo: Mario aveva capito tutto…
Strap-On casto
Dopo tutto questo Lei vi dirà: "Complimenti, sei a metà strada...vedrai che ce la puoi fare e arriverai fino alla fine casto per me!".
A presto...
Marco