Sessione BDSM

0 commenti 26 novembre 2008 alle 10:17 - Edit entry?
Prologo.
Oggi ero molto nervoso e mentre Lei stava facendo da cena mi accorgo che stava aprendo una confezione nel modo sbagliato, mi sono girato e malamente le ho detto: "Che cazzo stai facendo? Non si apre in quel modo, poi non si riesce piu' a chiudere!" Quasi le strappo l'oggetto dalla mano e glielo apro io.


Sessione.
Lei è già sul divano davanti alla tv e appena arrivo mi dice: "Spogliati nudo e prendi la valigetta. Stasera ho bisogno un attimo di sfogarmi!"
Ubbidisco e un po' tremo.
Prima di tutto mi lega i polsi, poi mi lega le palle mettendomi 3 elastici per capelli con doppio giro, poi mi fa sdraiare per terra e fissa le braccia ai piedi del divano.
A causa della legatura le palle sono distanziate circa 3 o 4 cm dalla base e sono rivolte verso l'alto, alzando la testa le posso vedere: rosse e sofforenti.
Prende un piccolo cuneo anale e me lo mette in bocca sospirando: "Cerca di lubricarlo bene, schiavo coglione!"
Nel frattempo si posiziona in piedi tra le mia gambe che mi fa allargare. Ho le palle completamente esposte e il cazzo duro.
Mi chiede: "Hai paura?" - mentre accarezza con un piede i miei testicoli.
E io: "No, non tanta." - e mi piazza due calci nelle palle abbastanza decisi.
Io contraggo le gambe e cerco di proteggermi, non riesco ad arrivare con le mani perche' sono legate saldamente. Lei mi riapre le gambe.
Mi sento completamente indifeso, il cazzo è scomparso.
Prende due mollette legate da un cordino e me le mette sui capezzoli. Il sinistro ok, il destro invece è una sofferenza. Non riesce e fissarla e mi fa vedere le stelle. Quando c'e' riuscita tira la corda e me le strappa di colpo. No comment. Stringo coi denti il dildo che ho ancora in bocca mentre Lei mi rimette le mollettine.
Poi prende il cuneo e me lo infila per meta' nel culo. Lo fa dolcemente, con delicatezza, un po' dentro un po' fuori. Meno male!
Quando vede che per meta' sta dentro da solo si alza e mi guarda.
"Allora?? Sei pronto??" - chiede
Non ho tempo di rispondere, che con altri due calci ben piazzati, mi pianta il dildo nel sedere.
Se non avete mai provato a mettervi (o farvi mettere) un cuneo nel sedere senza preparazione, vi assicuro io che i dolori sono lancinanti. Sembra che l'ano sia scoppiato e il male che sentite è indescrivibile. Per la prima volta in vita mia, urlo di dolore quasi come un bambino.
Lei allora - intenerita - si toglie le mutande e me le mette in bocca sussurando: "Su dai, così non fai rumore..."
Ritorna in posizione e via con altri 4 calci. Due sulle palle e due sul dildo.
A questo punto prende l'imbuto per pisciare, ma prima di usarlo, strappa il cordino con le mollette sui capezzoli. Non vi dico la sofferenza anche se, quello che più mi preoccupa sono le palle. Alzando la testa le vedo su in alto tutte rosse, me le sento scoppiare.
Le mi mette l'imbuto in bocca e si avvicina dicendomi: "Ti è piaciuto? Abbiamo appena cominciato...ora fammi da cesso che devo pisciarti in bocca...e TIENI SU STO COSO!!!"
L'imbuto cadeva perche' non avevo le mani libere per tenerlo, allora mi sono arrangiato stringendolo fra i due gomiti.
Lei fa il suo bisognino e poi lo toglie per farmi pulire la figa con la lingua. A questo punto il cazzo ricomincia a salire ma il dolore alle palle aumenta.
"Ti prego slegami le palle...ti supplico...non ce la faccio..." - chiedo quasi piangendo.
"Te le slego ma dovrai tenere i polsi legati e il dildo nel culo....GUAI A TE SE ESCE!"
"Sì sì grazie Padrona"
Ora raccoglie le sue mutandine e me le mette sugli occhi in modo che non possa più guardare.
Sento che accende una candela e poi piano piano con molta delicatezza toglie gli elastici dal mio scroto.
"Ahh Grazie Padrona" - le ripeto.
Di nuovo comincio a soffrire quando inizia a gocciolare la cera su di me.
Prima su un capezzolo, poi sull'altro, poi sulle gambe, poi sulla pancia, poi sulle palle e infine due gocce sulla cappella.
Poteva essere finita qui, ma invece con una spazzola per capelli a denti rigidi, decide di togliere la cera. Il suo sadismo di stasera è al massimo, soprattutto quando a mi a preso il pisello tra due dita ed a iniziato a raspare la cera dalla punta. Mi ha punito e senza alcun riferimento esplicito al fatto accaduto prima di cena, mi ha fatto capire che non devo più rivolgermi a Lei in quel modo e state pur certi che non lo rifaro', perchè stavolta di godimento ne ho avuto ben poco ed è bene che tenga a mente la mia posizione da sottomesso: SEMPRE!
"Ora mettimi su un porno che voglio venire!" - dopo avermi slegato dal divano Lei si stende sul divano ed io in ginocchio inizio a leccarla con le mani ancora legate.
Ogni tando mi chiedeva: "Ce l'hai ancora nel culo vero?"
"Sì certo" - finché non è scoppiata in uno dei suoi soliti sublimi orgasmi.
Dopo neanche un minuto mi dice: "Sei stato bravo! Meriti di essere slegato."
Così mi libera la mani. "E' ancora dentro?" - mi chiede - "Sì"
"Bene, allora ricomincia che ho bisogno ancora di venire..."
Dopo il secondo orgasmo è distrutta, si gira dall'altra mostrandomi il suo fantastico sedere e ancora ansimando mi avverte: "Non toglierlo capito?"
"Ok, posso venirti sul culo?" - chiedo
"Sì certo".
Dopo 10 secondi il mio schizzo parte e le sborro sulla coscia, finito mi abbasso e le lecco tutto lo sperma. Mi sento un po' idiota perchè ho ancora sto cazzo nel culo.
Dopo un po' si alza per andare a letto e mi dice: "Ah sì, toglilo...notte..."
GRAZIE PADRONA!


Marco

Fantasie Padronali

0 commenti 10 novembre 2008 alle 11:56 - Edit entry?
Ieri sera la mia Padrona dopo essersi stesa sul divano nuda e con un bel porno davanti mi invita a leccargli la figa.
Mi spoglio e in un battito d'ali sono in ginocchio la lingua nella sua topina.
Sono di spalle alla tv, ogni tanto alzo lo sguardo e vedo lei che guarda il video molto estasiata.
Dopo neanche 30 secondi di leccaggio la sento scoppiare in un orgasmo travolgente.
Io continuo a leccare senza toccare il clitoride se no s'incazza, mentre assaporo il suo orgasmo mi allontana la bocca con la mano dicendo: "Un attimo che mi son fatta prendere...tra un secondo, riparti che voglio venire di nuovo".
Nell'attesa mi giro e guardo il film e vedo che una ragazza è presa da 3 bei maschioni contemporaneamente: uno in bocca, uno nella figa e l'altro nel culo.
Il genere del porno è amatoriale. Mi giro verso di Lei e chiedo: "Ti piacerebbe essere là?"
E Lei con la mente ancora confusa: "Sì"
"E io quale sarei?" - chiedo
"Nessuno di quelli. Saresti in ginocchio a guardare." - Risponde
Prima di riaffondare la lingua dò un'altra occhiata alla tv e vedo che i tre se la passano a turno analmente.
"E dove li faresti venire?" - chiedo ancora.
"Vorrei che mi venissero nel culo" - risponde Lei.
Mentre continuo a masturbarla con la lingua lei riprende a godere piano piano.
Poi riprende: "Li farei venire nel mio culo uno alla volta mentre tu sei steso per terra col tuo bell'imbuto in attesa da farmi da cesso. Mi metterei sopra ti cagherei dentro la loro sborra e poi farei una bella pisciata. Ti farei godere così col mio piscio. Siiiiiiiii....aaaaahhhh!" - e così di nuovo viene lasciandosi scappare un urletto di piacere.
Io resto lì e pulisco le sue grazie finchè non si gira chiudendo le gambe.
Poco dopo si alza e va in cucina. Torna con un bicchiere e lo riempie davanti a me col suo piscio.
Inutile dire che dopo tutto questo il cazzo sta esplodendo!!
Mentre con lingua le ripulisco la figa dalle gocce di urina, esclama: "Io sono stanca vado a letto. Tu ora ti bevi tutto il mio piscio, mi raccomando poi lecca anche il bicchiere perchè ricordati che la mia pipì è preziosa e poi sborraci dentro e bevi come al solito il tuo schizzo."
E così mi porge il bicchiere. Bere piscia da un bicchiere non è come dall'imbuto. Con quest'ultimo è come essere un cesso. Tutto ti va giù e tu senti a malapena il gusto, semmai ti resta dopo il sapore. Che sia un litro o un centilitro non ti cambia molto. Dal bicchiere è diverso: molto! Devi bere e gustare, puoi fare tutto insieme o un po' alla volta, ma il gusto lo senti 1000 volte di più e lì capisci cosa vuol dire veramente bere piscio.
Lei salendo le scale mi saluta: "Buona sega e buona bevuta. Ciao."
Ti concentri, pensi che quello è il suo nettare e che tu vivi per quello. Quando hai la motivazione giusta. Bevi tutto.
Ne resta un pochino nel bicchiere. Bevo anche quello e con la lingua sento il gusto del suo succo prezioso.
Mi metto in ginocchio sopra il bicchiere e sborro...ahhhh come sborrooo!!
Quando anche l'ultima goccia è uscita, bevo in sorso tutto il mio orgasmo.
Grazie Padrona.

Marco

Sabato Sera

0 commenti 2 novembre 2008 alle 09:41 - Edit entry?
Ieri dopo una giornata estenuante, iniziata presto la mattina e finita a sera ormai conclusa dopo un lungo viaggio e varie visite dai parenti, ho avuto uno dei premi più belli che uno schiavo come me può desiderare.
Siamo in camera e ci stiamo preparando per andare a letto, quando ad un certo punto Lei mi dice: "Devo farmi il bidet!"
Allora capendo al volo la situazione, mi sdraio nudo e mi stendo con la testa appoggiata su un angolo del letto. Vedo lei che si toglie le sue super sexy mutandine verdi le guarda un attimo e si posiziona sopra la mia bocca.
Fin da subito sono inebriato dai suoi odori e mentre Lei da sopra gioca con i miei capezzoli, dolcemente infilo la lingua tra le sue grandi labbra assaporando la sua dolce cremina.
Ce n'è parecchia! Ed io faccio il possibile per ingoiarla tutta. Apro bene e infilo la lingua fin dove posso. Passo sopra il clitoride e poi dentro mentre il mio naso è appoggiato al suo ano.
Dopo pochi minuti sento che Lei inizia a contrarsi e qualche fiotto di broda calda mi arriva in gola. Allora cerco di allargare più che posso la bocca e ritimicamente ingoio da bravo cesso. Lei si lascia andare piano piano ed io non perdo neppure una goccia della sua dolcissima piscia, mentre mi sto masturbando con una mano il mio cazzo ormai diventato di marmo.
Resta sopra la mia bocca ancora qualche attimo affinché io la ripulirsca ulteriormente, poi si alza e guardandomi esclama: "Bravo! Anche senza imbuto sai fare il tuo dovere" - ed io: "Grazie Padrona".
"Ora vieni mentre mi pulisci il buco del culo!" - Mi ordina.
Si gira di spalle e appoggia il suo fantastico sedere su di me ed io infilo la lingua direttamente nel suo piccolo orfizio un po' amaro, stavolta.
Da lì a poco scoppio in un orgasmo spettacolare. Continuo a menare la mano perchè ripetuti impulsi mi arrivano dalla punta del pene alla testa, penso di aver raggiunto due orgasmi quasi contemporaneamente.
Poi Lei si alza ed io lecco la mia mano sporca e con le dita raccolgo la mia sborra dal pube per ingoiare avidamente anche quella.
A presto...

Marco

Cuckold (3)

0 commenti 13 ottobre 2008 alle 11:37 - Edit entry?

Proseguiamo con un'altra puntata CUCKOLD, anche questa volta molto eccitante!

  • NATURA

Il marito cuckold è un essere sessualmente inferiore, consapevole di esserlo e che quindi sa di essere disprezzato dalla Moglie Padrona.
Sa che nella scala gerarchica vi sono prima i Padroni, meglio se Bull (che la moglie guarda con ammirazione per motivi esattamente inversi al disprezzo che invece riserva al marito) particolarmente ricercati perché molto rari, poi i veri tori da monta, dai quali vuole essere scopata senza tante storie (ma ormai di veri maschi attivi ce ne sono pochi), poi i normali mariti ed infine , veramente ultimi, i mariti cornuti e sottomessi.
Anche se intimamente la Moglie disprezza il marito cuck (perché come femmina vogliosa lo trova ridicolo, poco virile, privo di dignità e di ogni attrattiva sessuale), non lo lascerebbe per nessun motivo al mondo, perché sa bene quanto sia comodo un marito veramente (ed è indispensabile che lo sia veramente) sottomesso (cfr. paragrafo sulle comodità).
In realtà è molto difficile che il marito in origine sia veramente cuck, quasi sempre farà un sacco di storie alle prime corna cercando di salvare la faccia atteggiandosi come se fosse un maschio normale.
In questa fase il marito cuck non è una comodità ma solo una gran rottura di coglioni per la moglie che deve sopportare le sue patetiche scenate di gelosia.
Ma una buona Moglie, con fermezza ed un pizzico di astuzia, lo porterà ad avere piena consapevolezza della sua vera natura e con il tempo lo farà diventare un cuck garantito 100%.
Sono veramente utili al riguardo le corna durante il fidanzamento, anche se dolorose per entrambi; per il cuck che ancora non ha accettato pienamente la sua natura e per la Moglie che deve sorbirsi le scenate di gelosia. Seguono le corna da sposini ed infine quelle della maturità, che sono le più tranquille per la Moglie libertina, perché a questo punto il becco non solo le accetta ma è addirittura orgoglioso delle performance sessuali della Padrona (ovviamente con i Suoi amanti) e più la Moglie è troia e più l'ammira e l'adora come una dea.
In ogni caso se si dovessero verificare momentanei sbandamenti la Moglie dovrà riacciuffarlo con estrema decisione, facendogli prima capire con dolce ed ironica fermezza che ormai la sua strada è segnata e non può che vivere come cornuto contento e sottomesso (facendogli anche venire il panico con l'idea che in caso contrario dovrebbe cercare di imitare gli altri maschi tentando di scoparsi in modo normale - perché di dominarla neanche se ne parlerebbe - una sua futura eventuale donna nel patetico tentativo di rifarsi una vita; cfr il paragrafo sulla virilità del cuck).
Riuscita la persuasione si passerà nuovamente e velocemente alla risottomissione, con sputi, insulti e frustate, alla fine della quale il cuck si sentirà una merda, felice di avere trovato una Moglie che lo domini e lo ridicolizzi, perché non ha la possibilità di uno stile di vita alternativo.
Sotto questo punto di vista il mind fucking è la migliore tecnica che la Padrona possa adottare. Il becco deve essere assolutamente certo che non esiste alternativa possibile e immaginabile all'essere il marito cornuto contento e sottomesso della Moglie troia.
Sono ridicole tutte le teorie politicamente corrette circa il rispetto della personalità dello schiavo.
La Moglie Padrona deve usare ed abusare del marito schiavo, umiliandolo, degradandolo e schiacciandolo sotto i piedi come un essere inferiore. Gli schiavi non possono essere trattati come gli altri esseri umani.
L'unico limite è quello che si autoimpone la Padrona se ha interesse a non rompere "il giocattolo" come ad es. l'immagine di un matrimonio solido e rispettabile.

  • COMODITA'

La Moglie del cuck non ha bisogno di inventarsi scuse (come fanno tante) per evitare di scoparsi un marito noioso, ma più semplicemente lo tiene in castità , mungendolo solo quando sta per scoppiare (ma non per pietà, perché, se fosse per Lei potrebbe continuare a farsi scoppiare le palle per sempre, ma solo per preservare la Sua proprietà).
La Moglie del cuck non deve sorbirsi come tante altre mogli le noiose richieste del marito di indossare il reggicalze, perché per il cornuto bastano e avanzano i collant vecchi ed a poco prezzo che Lei usa per stare in casa. E' assolutamente pacifico che la lingerie nuova e costosa è riservata esclusivamente agli amanti. La Moglie non può stare a perdere tempo ad indossarla per il becco, con il rischio per di più di rovinarla prima del tempo (cfr. paragrafo come tenere soggiogato il becco).
La Moglie del cuck non deve inventarsi cervellotiche scuse e stare con il timore di essere beccata, come fanno le altre mogli, per scoparsi un amante. Anzi più fa la troia più il cuck diventa docile, disponibile ed affettuoso. E' evidente infatti che un matrimonio solido e ben riuscito necessita di Moglie vera troia e di marito vero cornuto sottomesso. Una vera troia intelligente non sposerà mai un Bull o un grande scopatore, perché in caso contrario finirebbe o divorziata o come le altre mogli
Il Bull va bene come amante non come marito. Allo stesso modo un vero Bull non sposerebbe mai una vera troia (che cerca solo per divertirsi), perché lo troverebbe estremamente disonorevole.
Insomma sia la Moglie troia che il marito Bull hanno bisogno di coniugi veramente sottomessi per potersi divertire.
La Moglie del cuck userà il marito, come valida alternativa ai ditalini, per farsi leccare la fica ogni volta che ne avrà voglia, come i Bull usano le donne per farsi fare un pompino mentre magari pensano ad altro.
La Moglie del cuck spende per Lei i soldi che ci sono in cassa ed i risparmi si fanno sul marito.
Non può certamente presentarsi ad un amante con un abbigliamento vecchio o inadeguato. Sarà il marito cuck a risparmiare non comprandosi abbigliamento nuovo.

  • VIRILITA'

La virilità del marito cuck è inversamente proporzionale alla sua docilità.
I vitelli si castrano per farli diventare docili buoi. Il marito cuck va psicologicamente castrato per mantenerlo docile e remissivo. Sotto questo punto di vista corna, umiliazioni, disprezzo e castità fanno miracoli. La moglie dominante disprezzerà il becco per la sua eiaculazione precoce e per l'impossibilità di ottenere l'erezione facendo sesso con una donna come un maschio normale. Gli farà notare che se anche trovasse una donna disponibile non sarebbe in grado non solo di soddisfarla ma anche solo di penetrarla, esponendosi al ridicolo non solo come cornuto ma anche come impotente. Per non parlare poi del fatto che molte donne cercano un maschio dominante.
Per il marito cuck il modo naturale di accostarsi al sesso è quello di essere un segaiolo (ma senza sborrare perché in castità).
Certo, in momentanea assenza di amanti la Moglie potrebbe cavalcare il cazzo, raramente completamente duro, del marito, anche se non è la stessa cosa: si tratterebbe di un'alternativa ad un dildo.
Sono però necessari degli accorgimenti estremamente noiosi per la Moglie, ma necessari.
Normalmente il cazzo di un maschio semirigido, se cavalcato, diventa più duro. Invece il pisello del marito resta moscio e eiacula miseramente. Prima e durante la cavalcata bisogna ricordare al marito quanto è becco con ricchezza di particolari e, solo quando il pisellino si è indurito completamente, cavalcarlo. Il becco deve essere trattato da becco, altrimenti non funziona.
Certo è una pratica penosa e la moglie vi farà ricorso quando non ha nient'altro sotto mano e non vuole essere solamente leccata.

  • CASTITA'

E' un elemento fondamentale della docilità del cuck. Gli altri uomini quando sono in astinenza diventano nervosi ed aggressivi; il becco invece con il pisello che gli brucia e le palle che gli scoppiano è completamente alla mercè della Moglie; pende dalle Sue labbra; non perde un odore, un colore, una parola, un movimento del piede della sua Padrona.
Attenzione però che il cuck con le palline che scoppiano deve essere tenuto soggiogato.
La moglie, se deve completamente disinteressarsene per fare altro, dovrà opportunamente mungerlo dopo averlo opportunamente umiliato.
Viceversa se la Moglie intende sottoporlo ad umiliazioni estreme farà bene a tenerlo per un buon periodo in castità: il becco con le palle che gli scoppiano riceve tutto senza fare storie.

  • COME TENERE SEMPRE SOGGIOGATO IL BECCO

Comunque per tenere soggiogato il becco non ci vuole molto impegno, anzi per una Moglie esperta ci vuole molto poco: in primo luogo le corna, in secondo luogo insulti ed umiliazioni ed infine basta usarlo come poggiapiedi. Non sono necessari neanche stancanti preparativi per l'abbigliamento (riservati agli amanti, ma in tal caso diventano piacevoli passatempi).
Il poggiapiedi può essere usato continuando ad indossare ciabatte e collant vecchi e di poco prezzo, che non si metterebbero mai per uscire; lo stesso dicasi per piedi sporchi e smalto sbrecciato
La Padrona si potrà pure scordare di averlo sotto i piedi come se si trattasse di un qualunque oggetto.
Ovviamente sputi, piscio, caco, calci, morsetti ai capezzoli e frustate fanno sempre bene alla docilità del becco, ma non sono necessari: vanno somministrati secondo l'umore del momento della Padrona.
Ad es. il poggiapiedi potrà avere il guinzaglio al collo, i morsetti ai capezzoli e la cinghietta o una cordicella attorno alle palle e/o al pisellino e la Moglie Padrona , mentre fa altro, schiacciandolo sotto i piedi, potrà tirargli le palle e/o i capezzoli, strattonare il guinzaglio facendogli uscire la testa da sotto il tavolo per sputargli in faccia e, se le gira, avendo tenuto il frustino a portata di mano fare un intermezzo di frustate per arrossargli il culo, magari mentre è al telefono con l'amante, che potrà così compiacersi per le urla ridicole del becco.

  • UN PADRONE PER IL BECCO

L'ultima tappa della schiavizzazione del marito è convincerlo che il cuck deve avere un Padrone.
Un impotente come il becco deve avere anche ammirazione e adorazione per il cazzo del maschio dominante che si scopa la Moglie troia ed essergliene sinceramente grato, perché dà alla Padrona quello di cui ha bisogno e che il cuck non è fisicamente in grado di fornire ( ma anche se per pura ipotesi ne fosse capace, la Moglie troverebbe ridicolo e disgustoso farsi scopare da un essere inferiore).
Un marito che è ormai consapevole del suo ruolo di cornuto sottomesso è del tutto pronto per essere lo schiavo anche di un Padrone.
Forse il modo migliore per introdurre il cornuto alla schiavitù nei confronti del Padrone è convocarlo ad una certa ora a casa di quest'ultimo, ove la Moglie lo farà entrare, spogliare in un camerino per poi condurlo al guinzaglio nudo e a quattro zampe dinanzi al divano o al letto del Padrone, al quale renderà omaggio iniziando da subito le sue funzioni di schiavo da letto per i due amanti.
Oltre ad essere schiavo da letto per tutte le esigenze degli amanti, al cuck potrà essere richiesto di spompinare con ingoio, di leccare palle e buco del culo, farsi pisciare addosso dal Padrone.
Infine dopo una buona preparazione, fatta con dolcezza e senza traumi, dopo qualche tempo potrà essere inculato dal Padrone. Si tratta di un percorso di schiavitù ed umiliazione che è bene seguire per ottenere il massimo con gradualità e senza forti strappi
Ma veramente il massimo del massimo la Moglie lo otterrà con la femminilizzazione del cornuto.
Lo schiavo verrà trasformato in una ridicola schiava troietta, che in tale veste renderà tutti i servizi sessuali al Padrone.
Depilato, truccato, con parrucca ,abbigliato come una troia verrà trattato dai due amanti come una schiava e riceverà anche un nome femminile.
A questo punto il marito sarà completamente una merda agli occhi della Moglie, che lo vedrà come la più schifosa delle checche e non lo lascerà, solo per continuare a godersi le comodità e mantenere un tranquillo assetto sociale.
D'altronde una Moglie intelligente sa che l'amante si sceglie per passione ed il marito becco per comodità ed interesse: gli amanti vanno e vengono un "buon" marito è per sempre.

Ed ora un bel video.

A presto...

Marco

Ma che bontà

2 commenti 21 settembre 2008 alle 22:36 - Edit entry?
Eh sì, leccare sperma: il proprio o quello altrui per ordine della propria Dom può risultare una gustosa umiliazione. Che ne dite?
Fondamentale è farlo direttamente sul luogo in cui si è depositato: col sapore della fregna, il gusto ci guadagna!
A presto...
Marco

Cuckold (2)

0 commenti 19 settembre 2008 alle 21:06 - Edit entry?
Continuamo con l'argomento Cuckold con altri racconti e un altro bel video.
Buon divertimento!

Questa mattina è venuto a trovarci in un momento di calma il nostro, o meglio l'ormai miglior Amico di mia moglie, abbiamo chiacchierato del + e del - ed a un tratto mia moglie mi ha guardato, lei era in piedi io e, quello che ora posso chiamare Bull, seduti su due sedie poste tra loro di fronte, io Le ho detto dai non stare li in piedi siediti in braccio e indovinate dove si è seduta Lei??? Sì proprio sulle ginocchia del Bull ! io ho annuito e sorriso dopo poco lei ha detto: "mmmmm" e un attimo dopo era li con una mano sulla patta di lui !!! dopo un po' mi ha detto: <<...ho freddo alle mani posso scaldarmele?...>> io ho detto certo! e un attimo dopo la sua mano destra stava sbottonando i pantaloni del Bull, io a questo punto ho detto ma non mi avevi detto che saresti andata volentieri fino in fondo con lui? ed allora lei ha detto a voce alta: <<.... sì ma l'altra volta non ero libera invece oggi!....>>, altro attimo e lei era in piedi fronte a me e mentre mi guardava aveva le mani dietro che toccavano lui, io allora ho sbottonato i pantaloni di lei e lei non ha esitato si è tolta la maglia il reggiseno ha abbassato completamente i collant e anche il tanga!!!!
Qui ho pensato è fatta, neanche il tempo di pensarlo che lui era dietro di lei nudo che si infilava un preservativo, lei quando ha capito si è subito abbassata mostrandogli il meglio di Lei ha divaricato le gambe ed inarcato la schiena, e in un men che non si dica ansimava come una cavalla in calore e il suo bull la stava pompando alla pecorina, qui con la freddezza di una specialista consumata mi ha abbassato i pantaloni ed ha cominciato a succhiarmelo con un vigore che non avevo mai visto e una luce nei suoi occhi che illuminava tutta la stanza !!!!!
Godeva come una pazza e mentre godeva succhiava con avidità il mio cazzetto che nel frattempo era diventato durissimo!!! Ad un tratto ha urlato vengo sfondami tutta così faccio contento il mio cornuto!!! poi si è completamente rilassata mentre lui continuava a pomparla senza alcuna remora, a questo punto lei gli ha chiesto vienimi sulle tette!!!!!!!! lui non se lo è fatto ripetere ha tolto il suo coso da dentro di lei, l'ha fatta girare si è tolto il preservativo e glielo ha messo tutto in bocca e lei a cominciato a succhiarglielo in modo fantastico, come poco prima faceva a me, qui lui ha detto Vengo!!! lei lo ha sfilato dalla bocca e si è fatta riempire le tette di sborra!!!! Poi si sono baciati per un momento che a me è sembrato interminabile, poi si è girata verso di me piena ancora di liquido sulle tette e mi ha detto e adesso cornutone tocca a te puliscimi tutta, allora io ho preso un po' di fazzolettini e mi sono avvicinato per pulirla, mentre il bull si ricomponeva e guardava, ma lei mi ha detto no caro no!!! Se sei veramente convinto di essere cornuto mi devi pulire e lavare con la tua lingua.
Lei sa benissimo che a me non piace assolutamente questa cosa neanche la mia !!!! Allora mi ha preso per i capelli mi ha infilato la faccia in mezzo alle sue tette e mi ha detto lecca lecca lecca tutto fino a che non sono tutta pulita!!!!!!!!!!
Credo che oggi sia stato il più bel rapporto sessuale che ho avuto nella mia lunga vita di marito fedele!!!!!!!!!!
Non finirò mai di esserle devoto per la gioia che mi ha sempre dato e per la gioia che mi sta dando !!! Spero che lei si sia veramente divertita !!! .... ahh dimenticavo a me non mi ha fatto venire e ancora adesso che scrivo l'ho duro come il marmo e lei lo sa, ma mi ha detto: oggi sono pienamente appagata e credo che andò a dormire molto presto, buona notte mio bellissimo cornutone !!!

Ed ora un bel video:



E un altra interessante testimonianza raccontata qui di seguito.

La nostra storia inizia una quarantina d’anni fa. All’inizio abbiamo avuto tutte le esperienze sessuali possibili, poi con l’età io mi sono calmato mentre lei si è scatenata.
Si certo io mi faccio inculare dagli amanti di mia moglie.
Tutto è avvenuto per gradi, sempre su istigazione di lei.
La prima è stata quando incitando lo stallone di turno “dai dai sborragli in faccia” mi ha fatto riempire la faccia di sborra. Un’altra volta perentoria mi ha detto “dai ciucciaglielo fallo venire” e così ho assaporato il sapore della sborra.
Poi un giorno ha incominciato ad interessarsi al mio buco del culo “ma dai che è così bello!” (lo dice per esperienza) ed ha iniziato ad infilarci il dito mentre scopavamo e la cosa mi è piaciuta molto (premesso che questo trattamento lo fa anche ai sui amanti). Poi ci ha infilato un piccolo vibratore dopo un’abbondante lubrificazione e infine una sera mi ha inculato con un cazzo di lattice.
Io sotto alla pecora lei sopra con tutto il cazzo, legato ai fianchi con un cinto, piantato dentro il mio culo è stata una scopata “selvaggia” io sono venuto e ho dovuto dirli di smetterla perché non ce la favo più.
Una sera che c’era il suo amante mi ha detto perentoria “dai mettiti sotto” mi ha lubrificato il buco infilandomi il cazzo, poi ha ordinato al suo amante “dai amore inculami” e lui “bang” glielo ha sbattuto tutto dentro.
Be amici è stata una scopata memorabile siamo venuti tutti e tre come dei maiali.
Poi ho preso in culo il cazzo vero, all’inizio c’era qualche difficoltà ma poi con l’esperienza sono diventato bravo ed aperto.
Una sera siamo andati a “caccia” in un parcheggio, dopo un paio di giri abbiamo agganciato un “bonazzo” lei gli fa “scopiamo?” e lui “si si!” e lei “però prima inculi lui”. Speravo che lui non accettasse, invece mi ha inculato appoggiato al cofano della macchina fino a farmi sborrare (mi sono segato) e poi si è scopato pure lei. Finito ci ha chiesto “ma ci rivediamo?”.

A presto...

Marco

Cesso Unico #2

0 commenti 7 settembre 2008 alle 10:07 - Edit entry?
E' l'una e trenta e ancora non dormo. Mille pensieri mi tormentano la mente. Mi giro e mi rigiro, non mi metto a pancia in giù perché il pisello quasi sempre duro mi da fastidio. Avrei voglia di svuotare le palle anche se questa è solo la seconda notte, ma questa storia del wc permanente mi ha completamente sconvolto. Oggi ho bevuto 6 pisciate di mia moglie, complete, senza preavvisi e preparazioni di alcun genere. L'ho fatto e basta. E' stato facile, è stato eccitante, molto. Quando mi chiama e mi dice: "Devo fare pipì!"
Il mio cuore inizia a battere all'impazzata. Prendo l'imbuto, un rotolo di carta igienica che tengo in mano e mi sdraio per terra. Lei si tira giù le mutande si accuccia e scarica il suo liquido d'orato. Io bevo e le porgo la carta. A volte decide di usare quella, altre volte usa la mia lingua. Finito lei continua le sue faccende ed io prendo l'imbuto, getto la carta, e lo pulisco per bene. Preparo così il mio feticcio per la volta successiva.
Da poco è iniziato il secondo giorno. La mia testa si fissa spesso un immagine. Una bottiglia d'acqua in pet con sopra un imbuto deposta sul tappetino del nostro bagno. Mi alzo e vado a controllare. E ancora vuota. Fortuna, perché non me la sentivo di bere in quel momento. Come farò? Un po' alla volta? No, lo faro' piu' in fretta che posso...mah...che schifo. Torno a letto e dormo.
Alle 4:20 mi alzo per fare pipì e mi ritrovo finalmente la sorpresa che aspettavo. La bottiglia non è piu' vuota ora contiene circa 3 dita di urina gialla.
Ora posso fare 2 cose: gettarla e far finta di averla bevuta oppure bere per davvero. La razionalità prende il sopravvento: Marco tu sei un cesso. E' tuo dovere e tuo compito farlo. Devi andare fino in fondo e fare quello che la tua Padrona ti chiede.
Prendo la bottiglia e bevo tutto, piu' in fretta che posso e con gli occhi chiusi.
La pipì scende e si piazza nello stomaco vuoto. Pulisco tutto e vado a letto.
Alle 8 e 30 mi alzo e il primo pensiero mi porta a controllare la bottiglia che è ancora vuota. Torno a letto.
Ci svegliamo dopo le nove e prima di fare colazione Lei mi dice che deve evacuare. Mi sdraio in bagno e attendo. Lei si guarda un po' allo specchio e inizia una pisciata abbondante e dal gusto molto intenso. Io ormai sono un cesso. Lei fa come per prendere la bottiglia, immagino per versarla nell'imbuto, ma con sorpresa si accorge che è vuota ed esclama: "Wow, ma l'hai già bevuta?"
Rispondo: "Sì, stanotte alle quattro e mezza"
Lei: "Cavoli, sei stato bravissimo. Sei veramente un bravo WC. Complimenti"
Prima di andarsene mi accarezza l'uccello, già dritto da prima.
Io mi alzo e mi sento pieno! Dopo aver bevuto urina a stomaco vuoto vi assicuro che non è facile dominare la nausea.
La giornata prosegue normalmente (anche se qui di normale c'è poco); mi carica di entusiasmo vedere la mia Padrona che si trattiene dal farla, in spiaggia o a spasso, solo perché ci tiene veramente a usare il suo water personale subito pronto appena rientriamo in casa. L'unico momento di tensione è stato al rientro la sera, quando ritornati a casa con una coppia di amici alla mia Lei scappava e non sapevamo come poter fare.
Ci accomodiamo e Lei va in bagno. Io comincio a pensare al peggio, vedrai che questa volta me la perdo, che tristezza...etc.etc...
Dopo qualche minuto esce e subito dopo vado in bagno io.
Mi guardo in giro e la vedo subito! Nella mensola della doccia ha lasciato una bottiglietta d'acqua da mezzo litro, acquistata durante la passeggiata di prima per dissetarci.
E' quasi piena ed io immediatamente provvedo a tracannarla. Poi esco come se nulla fosse accaduto.
Le difficoltà iniziano il terzo giorno, già da quando bevo la prima pisciata della mattina. In pratica il senso di nausea non se ne vuole piu' andare e mai nella mia vita come in queste ore ho sperato che arrivassero le mestruazioni alla mia Padrona.
La verità è che comincio veramente a sentirmi sporco, ad ogni attimo sento il suo gusto di piscio e mi sento come una botte piena: ancora una goccia e mi pare di scoppiare.
Eppure per Lei e per la mia promessa data continuerei per sempre.
Per fortuna il "sempre" è arrivato alle cinque del pomeriggio. Tra i complimenti della mia Padrona e la felicità per la riuscita dell'impresa ora avrei riscosso il mio premio. Finalmente posso godere, sborrare, schizzare, eiaculare. Non vedo l'ora.
Quando la mia Padrona mi chiama in bagno per mettermi al corrente dell'arrivo delle mestruazioni, con una forte strizzata alle palle mi dice all'orecchio: "Bene e da stasera riscuoterai il tuo premio. Finché sarò fuori gioco, una volta al giorno ti farò venire. Però deciderò io come."
Grazie Padrona!
Marco

Cesso Unico

0 commenti 20 agosto 2008 alle 15:01 - Edit entry?
Dopo 15 giorni esatti di totale astinenza a qualsiasi pratica (e relativi orgasmi) a causa di svariati motivi che non sto qui ad descrivere perché noiosi, da ieri sera abbiamo ricominciato le nostre sessioni.
La mia Padrona mi ha attesa sul letto completamente nuda e ha atteso da me i soliti massaggi e leccaggi vari di ano e vagina con relativo orgasmo. Poi mi ha legato le palle ben strette con un paio di giri di elastico per capelli e quindi piano piano (fortuna!) mi ha infilato un dildo nel culo.
In questa posizione ha iniziato a masturbarmi. Esattamente dopo 3 secondi stavo per venire, quindi ha interrotto la sega e ha proseguito e stantuffarmi il culo con il cazzo finto tenendomi ben salde con la mano libera i testicoli.
Stavo nuovamente per venire allora ha preso l'imbuto e mi ha pisciato in bocca (wow).
Terminato si sdraia vicino a me e inizia a parlami nell'orecchio.
"Sabato o domenica mi arriveranno le mestruazioni. Fino a quel giorno tu sarai il mio solo e unico cesso (a parte per la cacca). Giorno e notte farò in modo di non utilizzare più quell'affare bianco in bagno ma userò te, la tua bocca e il tuo stomaco. Ti faro' sentire veramente cosa significa essere un water, la tua bocca puzzerà come una latrina."
E io: "Ok va bene. Grazie Padrona sono disposto a fare questo per te!" Parole da me pronunciate ma vi assicuro che ero molto dubbioso.
"Se scopro che ti fai una sega ti massacro le palle! Chiaro?" - Disse lei.
"C-c-c-chiaro!" - Risposi.
"Da oggi berrai il mio piscio ogni volta che mi scappa. Siamo in ferie per cui siamo sempre o quasi insieme. Potro' controllare affinché tu non faccia i tuoi soliti spruzzetti da quel tuo coso che hai tra le gambe e farò in modo di tenermi la pipì se non posso fartela in bocca. Se proprio ci dovessero essere delle difficoltà a fare questo - non so - i bambini o ospiti o altro, allora la farò in una bottiglia e poi tu te la berrai tutta. Chiaro?"
"Chiaro Padrona".
"Vedrai che alla fine di questa settimana, ti farò sborrare semplicemente pisciandoti in bocca, da quanto arrapato sei, cessetto mio!"

E proprio così è andata ieri e dopo l'una siamo andati a letto; durante la notte già le prime difficoltà perché svegliarsi tutti e due completamente per fare quanto detto prima non è facile. Così la mattina presto mi ha riversato in una sola volta tutta la piscia che con difficoltà ha trattenuto nella notte. Abbiamo quindi preso una decisione per le ore notturne.
Lasciamo un imbuto e una bottiglia in bagno. Lei si alza tutte le volte che vuole e fa la pipì nel contenitore, quando mi alzo io se trovo la bottiglia piena devo berla, così fino al risveglio della mattina seguente.

Intanto a fondo pagina la conta delle pisciate procede. A presto.


Marco

Toilet Training: il mio schiavo WC

0 commenti 17 agosto 2008 alle 22:27 - Edit entry?
Vi riporto un bellissimo articolo tratto da un sito internet a cura di Ladyjiuliet.
Grazie e a presto.
Marco
I lavori domestici li fa il mio schiavo. E' lui a lavare i piatti a pulire tutta la cucina, a rifare i letti, a fare la spesa, a curare la casa.
Io mi godo la vita, tranquilla e mi dedico a me stessa. Comodamente seduta sul divano a guardarmi la televisione o a parlare al telefono con qualche amica, mentre lui si organizza nelle faccende domestiche per fare nel modo migliore tutto quello che io ho chiesto. Alcune volte nudo, con la cintura di castità e con il collare. Altre volte vestito di tutto punto con la sua divisa da "camerierina" sexy.
Nelle mie richieste sono molto esigente. Pretendo il massimo e come è giusto che sia, che lavi in ginocchio il pavimento di tutta la casa. Il premio, solo se riesce a soddisfare in modo assoluto una mia richiesta , oltre alla soddisfazione massima da parte sua di ricevere un mio "brava", può essere la possibilità di stare un ora senza la cintura di castità.
Un uomo che vi ama e vi desidera sarà disposto a tutto pur di ottenere un po' di considerazione sessuale da voi. Pur di ottenere questa considerazione dalla padrona sarà disposto a superare fatiche e limiti nella speranza di ottenere un pur minimo contatto con il nostro corpo, che sia leccare le nostre ascelle o parti più intime. Anche per questo gli schiavi tenuti in privazione sessuale accolgono con piacere la possibilità di venire usati come water, o per servizio di "toilet".
Non vi è migliore addestramento per questo del "Toilet training".
Il Toilet training : pratiche volte a insegnare al sub a svolgere il ruolo di bidet e toilette umana per il Dom non va considerato soltanto una disciplina, ma come un diritto della Padrona e un privilegio dello schiavo, fino a divenire il normale rapporto di relazione fra voi e il vostro sottomesso.
Uno schiavo addestrato per il Toilet training è abituato a stare in bagno anche per ore, alcune volte anche tutta la giornata in attesa che la padrona voglia servirsi di lui come w.c. oppure seguirla in bagno attendendo accucciato ai suoi piedi mentre urina per poi ripulirla con la lingua, oppure per essere usato come carta igenica sfregando il suo volto sul sesso della padrona.
Inoltre uno schiavo addestrato per il Toilet training è tenuto a ripulire con la lingua il membro di chi ha dato soddisfazione sessuale alla sua padrona e se richiesto, anche a ricambiarlo con la bocca per il piacere che ha procurato alla sua padrona. Potete immaginare quanto è' divertente usare ed umiliare così il proprio schiavo, rendendolo consapevole del suo ruolo, quello di schiavo w.c. Una chiara ed evidente dimostrazione del vostro potere su di lui, della sua obbedienza e dell'impegno che mette nel servirvi.
Usare il proprio slave come gabinetto umano e insegnarli con attenzioni i metodi con cui volete essere servite per la cura e la pulizia delle vostre parti intime è una cosa che richiede tempo e pazienza, ma conduce ad un intimità particolarissima dove lo schiavo può mostrarvi una adorazione assoluta e una obbedienza superiore a chiunque altro.
In questa intimità speciale sarà emozionante scoprire quanto il vostro schiavo si concentri sulle vostre richieste accettando anche le più umilianti. A me ad esempio piace farlo sdraiare dentro la vasca da bagno e poi accovacciarmi sul suo volto fino a sfiorare la sua bocca. E mentre mi lecca con avidità, riversare tutta la pipì sul suo viso e nella bocca costringendolo a farmi prima da cesso poi da bided con la lingua. In questo modo lo sento realmente il mio Water Closet personale.
Questo è il mio schiavo, un uomo disposto a rinunciare al suo piacere sessuale purchè io gli conceda di venerarmi, aspettarmi in bagno a quattro zampe, e qualsiasi altra cosa pur di farmi felice, mentre tutto ciò che gli dò in cambio è di poter essere il mio cesso pisciandogli addosso e lasciargli leccare il mio sedere.
Talvolta mi domando come possa vivere in questa condizione perenne. In astinenza sessuale, potendo ottenere soltanto questo tipo di contatto con me...
Poi ricordo che è uno schiavo e che questo è il suo posto, scelto liberamente pur di starmi vicino.

Cristallo

0 commenti 2 agosto 2008 alle 21:35 - Edit entry?
Ritornano a grande richiesta i racconti. Questa volta non sono io l'autore, ma la storia è eccittante e coinvolgente. A presto!
Marco

Prologo
Incredibile. Se qualcuno mi avesse predetto come mi avrebbe ridotto una donna, l'avrei preso per pazzo. Mi sarei fatto una grande risata. Chiunque mi conosca lo avrebbe fatto. Io, abituato nella vita pubblica, come in quella privata ad impormi, a prendere le decisioni anche per gli altri. Io che sono una persona conosciuta in città, con un ruolo nella vita pubblica, noto per l'intransigenza delle mie posizioni, con un considerevole seguito tra la cittadinanza. Io che anche nelle relazioni sentimentali ho sempre avuto un ruolo dominante, che a letto ho sempre lentamente introdotto con le ragazze sfumature di sadomaso soft, di dominazione cerebrale. Io sono stato completamente assoggettato da una donna, sono lentamente, ma inesorabilmente scivolato in uno stato di vera e propria schiavitù. Intendiamoci, niente a che vedere con improbabili tutine in pelle e frustini da sex shop, niente a che vedere con "sedute di trattamento ginnico-sadomaso". Parlo di un rapporto contemporaneamente più sottile ma più totalizzante: sono diventato molto semplicemente una sua "cosa", un passatempo per i suoi capricci, per le sue "lune" storte. Lei ha i suoi amanti, i suoi ragazzi, più o meno ufficiali, con loro esce la sera, si mostra in pubblico: io invece sono qualcosa di molto di più, e di molto meno. Sono il suo divertimento, la sua valvola di sfogo, il suo schiavo.

Scricchiolii
Tutto è cominciato con quel modo che sembra casualità, ma é sempre, invece, realizzazione di inconfessati desideri. Inconfessati anche a sé stessi. Anche con Lei infatti avevo un rapporto di sottile dominazione, cui sembrava essersi completamente adattata. A letto le ordinavo quello che volevo, fuori dal letto eravamo una normalissima coppia. Niente di eccessivo: la facevo vestire in modo provocante, spesso senza mutandine, la costringevo a ripulirmi devotamente con la lingua dopo ogni scopata, la facevo stare per ore in ginocchio per lunghissimi pompini, la fotografavo in pose oscene, qualche volta la legavo al letto. Cose insomma piuttosto blande, ma che mi davano una notevole soddisfazione. Mi permettevano di progettare di giorno grandi notti di sesso, nelle quali sapevo di poter fare assolutamente quello che volevo, sicuro che Lei, sorridendo eccitata e con lo sguardo umilmente basso, mi avrebbe volentieri accontentato. Il tempo passava e questo tipo di relazione rimaneva sospesa in un limbo tra l'impossibilità di osare di più e l'incapacità di tornare ad un ménage normale. Il rapporto, come spesso accade in questi casi, andò logorandosi in una routine senza senso dopo pochi mesi. Con la passione sessuale se ne andò anche l'affiatamento di coppia e, non senza rimpianti, ci lasciammo. Ognuno trovò nuovi amori e nuove passioni, più o meno duraturi e soddisfacenti. Ma ci tenemmo in contatto. Una sera in cui ci rivedemmo, complice il buon vino delle nostre terre, ritrovammo istintivamente le antiche passioni e cominciammo a vederci, clandestini, per fugaci amplessi "automobilistici".I nostri rispettivi partners erano all'oscuro di tutto ed a noi ciò procurava una ritrovata intesa fatta di sotterfugi e piccole bugie senza l'obbligo di vincoli sentimentali. Anche il rapporto di dominazione su di Lei, liberato dai precedenti vincoli sentimentali, si caricò di nuova energia. Iniziai a pretendere di più, a sperimentare nuove prove cui sottoporLa. Le inserivo un tubo, delle dimensioni di un porta-rullino fotografico nell'ano, fissato con una cordicella alla cintura dei pantaloni e la costringevo ad uscire con questo scomodo ed imbarazzante ospite. Il linguaggio ed i gesti divenivano più secchi, netti. Spogliati dell'obbligo di una relazione sentimentale che non c'era più potevamo osare. Fu allora che, non ricordo in che modo, mi venne l'idea di proporLe l'inversione dei ruoli. E' questo il fatto veramente sorprendente: dopo quasi due anni di convinta, e convincente, sottomissione, Lei si rivelò completamente a suo agio nel nuovo ruolo di dominante. Era come se non avesse mai fatto altro. Era come se fosse stata una padrona per tutta la vita, come se fosse consapevole di essere di una razza superiore. E forse lo è. Inizialmente si trattò di piccole sfumature, di mezze frasi e gesti che mi eccitavano in maniera incredibile. E Lei appariva instancabile ed insuperabile nel suo nuovo ruolo. I nostri fugaci incontri notturni iniziavano ad essere dedicati esclusivamente al sesso perché Lei voleva così. Andavamo con la mia macchina lungo stradine di campagna ed iniziavamo maratone sessuali che finivano quasi all'alba. Lei mi dava ordini secchi, decideva cosa dovevo farLe, come dovevo prenderLa: "Leccami le tette" Mi diceva. "Mettimelo dentro" Mi ordinava, con tono secco. Mi bloccava le mani sopra la testa e mi saliva sopra. Da quando comandava Lei la posizione era sempre la stessa: Lei sopra ed io sotto. Questo nuovo rapporto era per me qualcosa di sensazionale, di vitale. Inevitabilmente cominciai a trascurare la mia, ufficiale, vita sentimentale ed a dipendere in maniera profonda da Lei. Ma contemporaneamente maturavo al precisa sensazione che per Lei non fosse lo stesso. Il mio rapporto con altre donne e con la fidanzata andò concludendosi e mi ritrovai a tuffarmi anima e corpo nel lavoro in attesa di una Sua chiamata. Lei invece continuava la Sua relazione di sempre, mi parlava del suo ragazzo e degli altri suoi amici ed amanti con fredda naturalezza. Ma era nel linguaggio che usava con me e nei suoi comportamenti che iniziava una profonda trasformazione del nostro rapporto che, non lo sapevo allora, mi avrebbe portato all'attuale stato di schiavitù. Iniziò, cosa che nemmeno io avevo fatto con Lei quando ero in posizione dominante, ad usare parole crude, ed umilianti, iniziò ad offendermi, a trattarmi con fredda irritazione. ma continuava a cercarmi a fissarmi appuntamenti. Ed io rimanevo trepidante in attesa, coinvolto sempre più in questo rapporto ed eccitato al solo sentire la sua voce. "Sbrigati, cretino, calati i pantaloni" Mi diceva con aria spazientita, poi senza togliersi la gonna si sfilava le mutandine e, dopo avermi fatto annusare la parte di stoffa a diretto contatto con il Suo sesso "Annusa, ti piace? Hai il cazzo abbastanza duro per i miei gusti, stronzo?" Mi ficcava in bocca le mutandine e mi saliva sopra infilandosi dentro il cazzo con le sue mani. "Così starai zitto, e vedi di farmi divertire!" Mi telefonava per darmi appuntamenti anche solo con pochi minuti di preavviso, ed io trovavo sempre qualche scusa per riandare i miei impegni e correre da Lei. A volte dovevo limitarmi ad usare a lungo la mia lingua o le mie dita, a volte avevo la fortuna di capitare in giornate in cui aveva particolarmente voglia e scopavamo anche tre volte consecutivamente. Non sarebbe corretto dire "scopavamo" perché senza ombra di dubbio, come lei non rinunciava mai a ricordarmi era Lei a scoparmi. Ad usarmi. “Se ti azzardi a "venire" prima di me finisci male.” Mi faceva rimanere in ginocchio a leccarla in mezzo alle gambe mentre Lei seguiva svogliatamente qualche programma televisivo, o mentre telefonava ai Suoi amici per fissare appuntamenti per la serata. Poi, come una sfera in un piano inclinato, cominciammo a prendere velocità. Il rapporto di dominazione divenne sempre più totalizzante, la mia sottomissione sempre più incondizionata. Le sue pretese sempre maggiori ed il mio "addestramento" veniva messo alla prova costantemente. Le piaceva raccontarmi le Sue avventure e le scopate, si dilungava nei particolari mentre io devotamente la stavo leccando tra le gambe: “l'altra sera ho conosciuto un ragazzo eccezionale, ci sono finita a letto dopo due ore.” Non si risparmiava paragoni e giudizi umilianti. “Aveva un cazzo fenomenale gli ho fatto un pompino da urlo, ti piacerebbe un pompino? fammi vedere, hai il cazzo duro? beh te lo puoi scordare, pensa a leccare!” E con piccolo nervoso calcio mi colpiva i testicoli. Non nascondo che io dal nostro rapporto avrei ovviamente voluto di più, avrei voluto essere sì il suo schiavo, ma possibilmente anche l'unico per Lei. Non sapevo in realtà cosa mi aspettava.Un sera dopo l'ennesima travolgente scopata, a casa sua, cercai di parlarLe del mio desiderio di accompagnare la nostra particolarissima intesa sessuale con anche un rapporto più stretto fra noi. Mi ricordo come fosse ora lo sguardo gelido ed ironico al tempo stesso, che mi rivolse. “allora non hai capito nulla, tu per me sei solo un passatempo, con te ci sono già stata insieme, e non ho nessuna intenzione di tornare indietro. Ho le mie storie ed i miei progetti e tu non ne fai parte. Se non come mio divertimento segreto, mi dispiace ma così stanno le cose; è meglio tu lo sappia. E ti adegua.” Forse fu il tono beffardo, forse fu il fatto che appena avendo appena scopato quelle parole non provocarono in me la solita violenta eccitazione. Provai un senso di disgusto e smarrimento e decisi di andarmene senza una parola. Lei mi fermò sulla porta sorridendo dolce, mi diede un bacio sfiorandomi le labbra. “Non odiarmi ti ho detto la verità, non è meglio così ? “ La baciai a mia volta e me andai. Seguirono giorni di tormento, non riuscivo nemmeno per un attimo a non pensare a Lei e, devo ammetterlo, ogni volta mi eccitavo. La mia vita nelle due settimane successive divenne un inferno, ogni cosa mi sembrava inutile e stupida. Provai anche ad uscire con qualche vecchia amica, ma fu tutto inutile.Una sera, era l'inizio della scorsa estate, per caso mentre aspettavo alcuni amici in un bar del centro, seduto nei tavolini esterni, arrivò Lei con un uomo molto più vecchio, Lei allora non aveva ancora compiuto 26 anni. Era splendida in minigonna ed una camicia generosamente aperta sul suo seno. I capelli biondi, leggermente ricci, sciolti lungo le spalle, la pelle dorata dal sole. fece finta di non vedermi. Parlava fitto con quello che poteva essere suo padre carezzandogli le mani ed i capelli, ridendo e baciandolo ripetutamente. Per me quello fu veramente troppo. Scappai in un altro bar dove, come da copione, mi ubriacai stressando il barista e metà degli avventori con un misto di pessimismo cosmico leopardiano ed il peggio dei luoghi comuni misogini tipici dei maschi sconfitti.Inevitabilmente la mattina dopo, smaltita la sbornia, non potei fare a meno di telefonarLe chiedendo di vederLa. “Sì ti avevo visto ieri sera ma ero in compagnia.” Allora balbettai uno sfiduciato: "Possiamo vederci?" "Sì" Mi rispose. "domani sera alla nove da me, ma conosci le condizioni" E riattaccò.

Rotolii
Arrivai puntuale la sera dopo, mi aspettava guardando la televisione. Fu cordiale gentile, mi offrì da bere. Ruppi io l'imbarazzo chiedendoLe cosa intendesse precisamente per "condizioni". Lei ridivenne fredda e beffarda e togliendomi il bicchiere dalla mano mi disse: "intanto mettiti in ginocchio ed abbassa la testa, che mettiamo le cose in chiaro". Obbedii prontamente, come del resto ero abituato ormai a fare con una certa frequenza, e tra eccitazione e preoccupazione mi disposi in ginocchio. Quello che mi disse fugò ogni possibile dubbio. "Se sei tornato qui è perché evidentemente non puoi fare a meno di me. Io invece si. Ed è questo il tuo problema, ma c'è una cosa che forse può aiutarti: ci ho preso gusto in questo ruolo e sono intenzionata a continuare a divertirmi. Le mie condizioni sono quindi fin troppo chiare: sarai a mia completa disposizione, io deciderò ogni singola cosa della tua vita che mi andrà di controllare. Tu invece a me non potrai chiedere nulla, se non supplicarmi di degnarti della mia attenzione. Sarai punito ad ogni minima infrazione, ma soprattutto sia io che te sappiamo che la punizione più grande sarebbe quella di non volerti più come schiavo. Quindi non sarò costretta a ridicole e stancanti punizioni corporali. Semplicemente voglio che tu sia a mia completa disposizione. Sempre. Non potrai avere relazioni di alcun tipo. Dovrai solo lavorare e per il resto attendere pazientemente chiuso in casa le mie chiamate. Questo è tutto, non hai diritto di sapere di più, puoi accettare o meno, ma fallo subito". Inutile dire che accettai immediatamente. Lei mi tastò per verificare la mia erezione. “Vedo che sei entusiasta - disse ridendo - ora però ho degli impegni, non ho tempo da perdere con te, ma ti concedo di leccami con devozione le scarpe poi vattene a casa ad aspettare quando avrò voglia di chiamarti." Obbedii leccando, cosa che non avevo mai fatto, accuratamente le sue scarpe salutai ed uscii. Nella testa avevo una grande confusione, ma l'erezione durò fino a casa dove mi masturbai pensando alle Sue parole ed al Suo sguardo.Mi ritrovai effettivamente ad attendere le Sue telefonate, la sua attenzione, le umiliazioni che architettava per me. Mi ritrovai ad osservare me stesso mentre sprofondavo nella più completa soggezione, una soggezione che aveva iscritta nel suo Dna una evidente e profonda disparità. Non perdeva occasione per umiliarmi con la sua indifferenza. Mi chiamava per passare una notte con Lei salvo poi cambiare improvvisamente idea. Come ad esempio quella sera in cui proprio nel bel mezzo di una scopata interruppe tutto per una telefonata. Eravamo nel Suo letto, come sempre io ero sotto. Mi aveva fatto spogliare e distendere. Solitamente io, secondo le Sue disposizioni, dovevo essere già in erezione con il preservativo infilato. Il preservativo dovevo metterlo anche se i realtà Lei prendeva regolarmente la pillola, ma da quando mi aveva sottomesso lo pretendeva lo stesso. Così diceva: -non mi insozzi con il tuo sperma.- Si era tolta le mutandine e me le aveva messe sulla faccia ed era salita sopra di me: -Vedi di farmi divertire, cretino.- Io rimanevo immobile nella mia posizione mentre Lei si godeva il mio cazzo muovendosi lentamente. Non mi era permesso parlare nè muovermi se non su Suo ordine. La osservavo attraverso uno spiraglio tra le sue mutandine, gli occhi chiusi e la bocca aperta, io per Lei ero solo un cazzo da usare. Possibilmente senza guardarmi in faccia. Ad un certo punto squillò il telefono e Lei senza fermarsi si allungò verso il comodino per rispondere. “Ciao tesoro, come stai....” Era un qualche suo amico. Si fermò e scese da sopra di me. Io rimanevo immobile aspettando che finisse la telefonata, con il cazzo durissimo. Lei mi tolse le mutandine che mi coprivano la faccia e con uno schiocco di dita mi indicò che dovevo scendere dal letto e mettermi per terra. Mi inginocchiai ai piedi del letto con ancora il preservativo infilato. La telefonata iniziava a divenire languida e confidenziale: “Ma certo che ho voglia di vederti. Ho sempre voglia di vedere te......va bene vengo tra un ora...a casa tua...va bene. Mi vestirò come piace a te.” Tappò con una mano il ricevitore e rivolta a me disse: “che cazzo fai ancora lì, non mi servi più. Vestiti e vai fuori dalla camera, devo prepararmi per uscire.” E poi guardando il mio cazzo inguainato ancora nel preservativo mi sorrise con scherno: “è quel mio amico con cui mi hai vista quella sera al bar. Sua moglie è via in vacanza e lui vuole che vada a casa sua. Togliti quel preservativo, che sei ridicolo. E inutile.” Tornò alla sua conversazione mentre io deluso ma eccitatissimo mi rivestivo. Poi riattaccò, stavo per andarmene quando Lei mi richiamò. “Sperò per te che tu non abbia impegni. Non ho nessuna voglia di guidare: dovrai farmi da autista. Ora mi vesto.” Uscì dalla camera indossava un vestitino, poco più di una sottoveste, che non lasciava nulla all'immaginazione. Era senza reggiseno, i capezzoli si intuivano alla perfezione, la gonna arrivava appena sopra il Suo splendido culo.Partimmo verso casa del suo amico. Io ero combattuto tra la frustrazione di una scopata bruscamente interrotta e l'eccitazione per le Sue sempre nuove sorprese. Lei mi carezzava le gambe parlandomi con naturalezza del Suo amico mentre io, diligentemente svolgevo il mio compito di autista. “E' proprio un vecchio porco. Era il mio professore al Liceo. Allora eravamo un po' tutte innamorate di lui. Un giorno tanti anni fa, in quinta, durante una gita scolastica si fece una mia amica. Da allora ho cominciato a vederlo in modo diverso. Dopo la maturità l'ho incontrato per caso. Mi ha subito portato in un albergo. Da allora ogni tanto quando sua moglie è via mi chiama. Ed io, non so perché corro subito da lui. Ormai ha quasi senssant'anni, non è più quello di un tempo come "energia", ma riequilibra con la fantasia. E poi, andare con lui, "a chiamata", mi fa sentire....... una vera puttana.”Poi girandosi a guardarmi mi baciò sfiorandomi la guancia. Allungò una mano in mezzo alle mie gambe. “Sempre duro eh, amore. Peccato per te. Se la telefonata arrivava più tardi saresti stato più fortunato. Pazienza, non è vero?” Annuii, e non mentivo. Ero veramente comunque felice ed eccitatissimo. Anche se non sapevo per quanto ancora sarei potuto resistere in quello stato.Arrivammo a destinazione Lei scese dopo avermi baciato. Io ero pronto ad ingranare la retromarcia, quando Lei ridendo mi disse: “cosa credevi, tu devi aspettare qui. Che io abbia finito i miei comodi.” Si voltò, poi si fermò e tornando sui suoi passi con quel sorriso che non prometteva nulla di buono. “Anzi dammi le chiavi e l'autoradio, ti chiudo dentro in macchina così non rischi di perderti e stai lì a riflettere sulla tua penosa situazione.”Mi chiuse in macchina con l'allarme inserito. Erano le nove. Avevo tempo per riflettere sulla mia situazione, parcheggiato sotto la loro alcova. Anche in questo caso il mio cazzo prese il sopravvento sul mio orgoglio. Rimasi lì, buono ed eccitato ad attendere pazientemente.A mezzanotte circa, dopo oltre tre ore di umiliante paziente attesa, Lei mi appare. Scapigliata e raggiante si avvicina alla porta della mia auto, sorride allegra, forse ha bevuto. Mi manda un bacio attraverso il finestrino. Poi mi apre la portiera, ormai ero anchilosato. Con le mani appoggiate al tettuccio si sporge con il busto dentro la macchina, come una prostituta che contratta una prestazione. E' sudata, con un vistoso livido alla base del collo. “Allora, come va il mio prigioniero. Stanco?” Rispondo che non lo sono, Lei mi bacia sulla bocca, la Sua lingua mi esplora in profondità. Sa di sesso. “Beh, la tua attesa è finita, lui mi ha chiesto di rimanere qui a dormire. Deve avere parecchie cose ancora da farmi.” Ride sguaiatamente, il suo sguardo tradisce l'eccitazione dovuta al sesso ed al vino. Mi bacia ancora ed una mano scivola tra le mie gambe a verificare l'immancabile, quanto inutile, erezione. Poi scostando una spallina del vestito e scoprendosi di più la scollatura mi mostra un altro livido sul seno destro: “non è fantastico? Mi ha letteralmente massacrata, è un polipo, mi mette le mani ovunque.” Poi riprendendo lentamente il controllo si liscia i capelli all'indietro e si rivolge a me con studiata freddezza: “tu invece dopo tre ore di paziente attesa puoi anche andartene a casa a farti una sega pensando a me.Vienimi a prendere domattina alle 8.30. Puntuale.” E per sottolineare l'ordine mi assesta un piccolo nervoso schiaffo sulla bocca. E se ne va. La notte la passo insonne. Malgrado il vino che ho bevuto per dimenticare e due vigorose seghe penso solo a Lei. Alle 8.20 sono già sotto casa del vecchio professore. Che vedo uscire infatti alle 8.30. Non mi vede, comunque non mi riconoscerebbe, mentre io gli leggo in faccia la soddisfazione. Aspetto pazientemente. Sono ormai le 10 quando si affaccia da una finestra della villetta e mi chiama dicendomi di entrare.Lei mi aspetta sulla porta. Indossa una grande maglia maschile che gli arriva poco sotto le mutandine. Mi fa entrare, allegra. La casa è piuttosto anonima ed in disordine. Lei mi trascina sul divano e mi bacia. “ti farò vedere qualcosa. Meriti una ricompensa per l'obbedienza e la pazienza.”.- Si alza la maglia. I seni sono segnati da piccoli lividi bluastri mi permette di baciarLe i capezzoli. “Piano, stupido, che mi fanno ancora male.” Poi si abbassa un po' le mutandine: il suo culo è segnato da sottili strisce rosse. “Mi ha frustata con la cintura. E legata al letto. Mi ha scopata tutta la notte. Davanti e dietro. E' stato incredibile. Pensavo ci rimanesse.” Mi raccontava queste cose eccitata mostrandomi il suo corpo segnato, come una bambina divertita.“Dai non abbiamo tanto tempo. Gli ho promesso che avrei rimesso in ordine la casa. E ovviamente tu servi a questo.” Mi portò in camera dove nel letto c'erano ancora una cintura e delle corde. Sul lenzuolo celeste notai una evidente macchia scura di sperma. Lei se ne accorse e mi ci spinse con la testa sopra. “Lecca dai, è suo.” Dovetti ovviamente leccare con disgusto lo sperma seccato sul lenzuolo che emanava ancora un odore intenso Lei mi teneva la testa schiacciata sul lenzuolo e rideva. “Puliscii per bene, merda.” Poi risistemai il letto. Lei mi aspettava sul divano. Mi fece inginocchiare davanti a Lei e mi fece abbassare i pantaloni. Estrasse il mio cazzo giocandoci un po' distrattamente. Poi allargò le gambe. Le Sue mutandine bianche evidenziavano un alone del tutto simile a quello del lenzuolo. “Visto che sei stato bravo, lecca anche qui.” Iniziai a leccarla in mezzo alle gambe in quel triangolino di stoffa a contatto con il suo sesso, denso dei suoi umori e di quelli dell'uomo che aveva avuto la fortuna di averLa. Poi Lei scostò le mutandine per farmi leccare dal vivo anche la sua fica. Era ancora piena di sperma. “Non mi sono lavata proprio per te. Lecca amore.” Intanto il suo piede mi sfiorava l'asta indurita. Mi prese per i capelli dietro la testa e mi staccò da Lei.“Ti piace leccarmi ? Ti piace la mia fica ?” Risposi che mi piaceva moltissimo ma che mi sarebbe piaciuto moltissimo poter riprendere la scopata della sera precedente. “Ora sono stanca. Ho scopato tutta questa notte, l'ultima l'abbiamo fatta stamattina. Sarà per un'altra volta, tu puoi aspettare.” Mi ordinò di masturbarmi davanti a Lei. Con pochi colpi, visto lo stato di eccitazione venni davanti al suo sguardo di compassione. Mi fece pulire tutto con un fazzoletto. Si vestì e ce ne andammo.Mi ritrovavo, insomma ogni giorno di più ad accertare la mia sempre più evidente inferiorità. Lei decideva quando e se vedermi. Lei decideva se dovevo o meno uscire la sera, se dovevo o meno pensare, parlare, se fosse dipeso dalla mia volontà avrebbe persino deciso se dovevo o meno respirare. Esistere. Ma la cosa "speciale" era che la mia condizione era semplicemente un dettaglio nei Suoi pensieri, ero solo un piccolo insignificante passatempo. Ne ero consapevole e morbosamente felice.Lei mi chiamava e dovevo accorrere da Lei, abbandonando tutti i miei impegni anche solo, perché doveva darmi qualche nuova assurda disposizione. Un giorno ad esempio mi chiamò, ordinandomi di raggiungerLa a casa immediatamente. Quando arrivai mi disse: “Vammi a comprare un bel completo di biancheria provocante, che stasera devo vedere un "amico." Corsi in un negozio e comprai, consigliato da una giovane commessa un bellissimo completo bianco con tanga, reggiseno a balconcino e reggicalze e tornai immediatamente a casa. Lei mi fece mettere come al solito in ginocchio, pantaloni e boxer abbassati ed aprì la scatola. Io pregustavo intanto di poterLa ammirare nel nuovo completo e magari anche di poterlo "inaugurare" con una scopata. Ma mi sbagliavo di grosso.Rimase contenta, prendendo in mano il completo e mi disse: “beh almeno servi a qualcosa, hai soldi e buon gusto. Credo che sarò irresistibile stasera. Ho proprio voglia di fare la troia. Adesso abbassa la testa fino a terra che me lo provo e non voglio che tu veda niente. Visto che come al solito hai già quell'inutile cazzo duro.” Obbedii immediatamente mi abbassai fino a toccare con la fronte il pavimento così Lei poté provarsi il completo. Avevo le mani dietro la schiena e le ginocchia allargate come da precise istruzioni. Ascoltai il frusciare dei Suoi vestiti. “Bene, merda, sto proprio bene con questo. Visto che sei stato bravo ti concedo un piccolo premio.” Mi azzardai, sempre immobile nella mia posizione, a chiedere se mi avrebbe concesso di guardarLa e magari toccarLa. La sua risposta fu secca e negativa. “Nemmeno per sogno, bavoso, al massimo ti posso far annusare le mutandine che ho tolto. “ Me le gettò vicino al viso. Mi mise un piede sopra la mia testa tenendomela schiacciata a terra. Io con una mano avvicinai le Sue mutandine odorando i suoi umori eccitatissimo. “Dai, cretino, fatti una sega. Che se no scoppi. Io voglio tenermi pronta per stasera.” La situazione fece sì che con soli quattro colpi venni abbondantemente tra le Sue risa di scherno e lo sperma colò a terra. “Adesso pulisci il pavimento con la lingua e poi vai via, io vado a vestirmi. Sono stata anche troppo buona e paziente con te a sorbirmi i tuoi penosi spettacolini. Le mutandine puoi tenerle, lavale e riportamele. Prima di uscire apparecchiami la tavola che ho in programma una cenetta a lume di candela.” Ringraziai e leccai da terra tutto lo sperma che avevo spanto. Lei controllava divertita indicandomi tutti i punti dove dovevo leccare. Aspettai che fosse uscita dalla stanza per rialzarmi. Feci quello che mi aveva ordinato.Questo fu il Primo segnale di un nuovo regime di "castità" ed umiliazioni che mi stava preparando. Intanto metteva, alla prova la mia obbedienza e la mia pazienza nei modi più assurdi per eccitarmi e tormentarmi, ma almeno ciò si concludeva spesso in qualche modo con una soddisfacente scopata. Seppur condita di divieti ed umiliazioni. Dovevo immancabilmente ringraziare in ogni fase del rapporto, dovevo subire offese e risa di scherno, quando non ceffoni, per presunte insufficienze erettive o di resistenza, dovevo sempre pulire con la lingua ogni tipo di residuo, ma comunque tutto sommato avevo qualche soddisfazione finale per le mie fatiche. Le cose iniziarono a complicarsi seriamente quando iniziò a pensare che non fossi alla sua altezza e non meritassi nessun tipo di soddisfazione sessuale. Iniziò interrompendo bruscamente una scopata apostrofandomi così: “sono proprio stufa del tuo inutile cazzo, non capisco perché ti concedo ancora di mettermelo dentro di tanto in tanto, bisogna che riprendiamo le distanze, una merda come te non dovrebbe avere simili soddisfazioni. E che tu in qualche modo raggiunga i tuoi penosi orgasmi maschili mi ha proprio stufato. Sarà meglio che ti dia nuove regole e ti rimetta al tuo posto. “Non avrei tardato a capire cosa intendesse e soprattutto non avrei tardato ad adattarmi perfettamente alle nuove regole. “tutto sommato ho uomini senz'altro migliori di te da cui farmi sbattere quando ne ho voglia, non mi sembra giusto che tu nella tua posizione abbia certi onori.” Il cazzo mi era diventato letteralmente di marmo, Lei lo guardò e mi ordinò di mettermi immediatamente a finire il "lavoro" facendola godere con la mia bocca. Si distese allargando le cosce ed aprendosi il sesso con le dita disse “vieni a leccare cretino e metti via quel coso inutile, dovrai imparare a controllarti. Ti garantisco che non vedrà la mia fica mai più, e nemmeno quella di nessun'altra.”Pochi giorni dopo arrivò una Sua telefonata, dovevo tenermi libero, per una serata con Lei. Non sapevo se essere lusingato o preoccupato. Dall'ultima volta non mi aveva più chiamato e temevo di dover essere messo ancora alla prova. Arrivai, ovviamente puntuale per le 19.00. Mi aveva ordinato una cassa di champagne, ma di speranze che mi si prospettasse una serata tranquilla, ne avevo ben poche. Ed ovviamente non mi sbagliavo.“Come stai, tesoro.” Mi accolse, bellissima in accappatoio, appena uscita dalla doccia. Si accomodò sul divano ed io, senza che nemmeno dovesse dire nulla, ero già in ginocchio. Poiché solitamente dovevo mettermi in quella posizione con i pantaloni calati, iniziai a slacciarmeli. “Fermo, fermo non voglio vedere niente dei tuoi miseri "spettacoli", piuttosto abbassa lo sguardo.” Si era lentamente alzata il bordo dell'accappatoio fino a pochi centimetri dall'inguine e la sua mano indugiava, sopra la stoffa, accarezzandosi il monte di venere. “Devo dire che l'ultima volta mi hai fatto quasi pena. Vederti in ginocchio a masturbarti annusando le mie mutandine. Ma poi nel corso della serata, quando ero con il mio amico, mi bagnavo ogni volta che ripensavo a quella scena. Se ne è accorto anche il mio amico del mio stato di eccitazione. E bisogna dire che ne ha approfittato, complice anche quel completo sexy che mi hai regalato.” Il Suo piede intanto aveva risalito la mia gamba, ed ora si strusciava sul mio cazzo durissimo, imprigionato dolorosamente nei jeans. “L'idea che ho avuto di negarti qualsiasi soddisfazione sessuale mi sembra eccezionale. Non trovi ?” Mi limitai ad annuire con al testa. mentre il suo piede ora schiacciava forte, costringendomi ad arretrare sedendomi sui miei talloni. “Ho provato a parlare, in modo generale della cosa con lui, ma mi è sembrato non capisse. Mi piacerebbe farti assistere ad una mia scopata: a quello che tu vorresti tanto ma che non puoi più avere. Forse però è troppo presto. Ma prima o poi....” Si spostò sul bordo del divano per poter esercitare meglio la pressione del piede. Ormai mi faceva proprio male mi stava schiacciando e mi sorrideva eccitata. Muovendosi però l'accappatoio si scostò ed il mio sguardo fu meccanicamente attratto dall'ombra del Suo pube. Lei se ne accorse ed uno schiaffo mi fece riabassare immediatamente lo sguardo. “Che cazzo guardi, stupido, non è roba per te questa. Stasera lui ed un paio di amici verranno qui dopo cena. Tu dovrai preparare tutto, poi ti chiuderò da qualche parte, potrai uscire quando saranno andati via. E farai le pulizie.” Un calcio ben assestato fu il segnale che aveva finito con le disposizioni. “Io vado a prepararmi, tu mettiti al lavoro.”Ovviamente eseguii gli ordini, fortunatamente conoscevo bene la casa. Quando ebbi finito arrivò Lei, in minigonna ed una maglia aderente che esaltava le sue splendide tette. “Come sto ?” Sfilò davanti a me lisciandosi la gonna ed accarezzandosi con le due mani il seno. Mi tastò in mezzo alle gambe sorridendo. Poi mi disse: “guarda qui, mi sono vestita come una volta tu mi chiedevi di fare.” Alzò un poco la gonna: aveva le calze autoreggenti e delle mutandine nere piccolissime. “Mi sento proprio in forma. Dì la verità cosa daresti per potermi anche solo toccare, merda.” “Inginocchiati.” Mi prese la testa per i capelli dietro la nuca. Con l'altra mano teneva sempre alzata la gonna. Mi spinse la faccia a pochi millimetri dal triangolino di pizzo nero che coprivano appena il cespuglio del suo pube. “Ti piacerebbe vero? Annusa, ho una voglia che non puoi avere nemmeno un idea.” Annusai cercando di avvicinarmi ma la sua mano mi teneva ferma la testa. “Dai tira fuori la lingua, cretino.” Cercai di avvicinarmi con la lingua, ma lei tenendomi per i capelli non mi permetteva di avvicinarmi troppo. Riuscii appena a sfiorare il pizzo con la punta della lingua. Lei rideva: “Ti piacerebbe.... “ Poi strattonandomi indietro: “leccami le scarpe.” Obbedii e scesi a leccarle le scarpe mentre Lei continuava a parlarmi. la dolcezza del suo tono non coincideva però con la durezza delle parole: “Vedrai che un po' alla volta imparerai che tu non puoi più avere queste cose, rimpiangerai i vecchi tempi, e potrai al massimo masturbarti qualche volta quando te lo concederò.” Poi voltandosi a controllare il lavoro, mi carezzò la testa complimentandosi per come avevo preparato il soggiorno per l'arrivo dei Suoi amici. “Andiamo tra poco saranno qui e non voglio che ti vedano.” Mi portò nel magazzino interrato dove mi fece spogliare. Mi guardò con il Suo usuale sguardo beffardo. “Che palle! hai ancora il cazzo duro. Ma allora ti ecciti anche ad essere trattato da sguattero?” Da uno scaffale prese una scatola, dentro c'era una catena. Mi fece inginocchiare e mi legò con la catena il collo ad un termosifone. Fece per andarsene, poi tornando sui suoi passi, prese dalla scatola anche un paio di manette e mi legò le mani dietro la schiena. “Così non ti sfinisci di seghe tutta la sera, porco. Bene, ora stai fermo e buono. Buon divertimento.” Spense la luce e chiuse la porta a chiave dietro di sé.Sentii musica e risa per tutta la sera. Poi con angoscia mi accorsi che stavano uscendo, tutti. Per ore la casa rimase in silenzio. lei era uscita lasciandomi in quello stato. Solo a notte inoltrata, anche se non sapevo che ora fosse, la sento rientrare. Ma non è sola. Dalle voci sembra essere in compagnia di un'altra donna. Dopo poco viene ad aprirmi. Ero in ginocchio con la testa trattenuta quasi a terra dalla catena, ma cercai lo stesso di alzare lo sguardo verso di Lei.“Passata una bella serata?” Mi domanda ironica, mentre con un piede calzato in una bellissima scarpa nera con il tacco si era insinuata sotto di me tra le mie gambe. “Ho una sorpresa per te. Una mia amica dorme a casa mia questa notte. Le ho confidato qualcosa del nostro segreto. Sembra interessata a vederti.” Cerco di dirLe che non voglio che nessuno mi veda in quelle condizioni. Ho un nome ed una immagine, la mia foto e spesso sui giornali sulla pagina della politica. Ma Lei ride. “Tu fai quello che dico io e basta. Cerca piuttosto di comportarti bene. non vorrei doverti picchiare davanti a lei.”Mi slega, Ma tiene la catena legata al collo. Con quella mi trascina al piano di sopra nudo. Mi sbatte in ginocchio davanti ad una splendida creatura. Federica si chiama. Ha solo diciotto anni. Potrebbe quasi essere mia figlia. Bellissima occhi scuri, capelli a caschetto ed un fisico magro ma con tutte le curve a posto. Rimane a bocca aperta nel vedere un uomo nudo ed incatenato proveniente dalla cantina dove è rimasto per ore. Lei mi fa abbassare la testa fino agli anfibi di Federica ordinandomi di leccarglieli. Intanto racconta alla sua amica, con dovizia di crudi particolari il mio stato di schiavitù. Federica si sporge incredula a guardarmi mentre le lecco le scarpe, mormorando a Lei un "no dai lascia stare, cosa fai?". “No Fede è bene che tu lo veda all'opera. Questa notte lo teniamo con noi poi se vuoi posso anche prestartelo qualche volta.”Mi mette un piede sulla nuca e continua a parlare mentre io ho ormai lucidato gli anfibi della Sua nuova amica. “E' comodo ti fa da autista e da cameriere, ti copre di regali e tu non devi fare nulla in cambio. Io non gliela do nemmeno più e lui è contento lo stesso. Può servirti per sfogarti quando sei incazzata o eccitata. Quando vuoi giocare. Lui è sempre a disposizione.” Poi disse una cosa che mi fece letteralmente gelare. “E poi un uomo nella sua posizione ridotto in questo stato è ricattabilissimo. Conviene approfittarne.”

Sgocciolii
Non ebbi il tempo di riflettere su questa minaccia. Lei mi ordinò di risistemare il salotto mentre loro si preparavano per la notte. Quando ebbi finito Lei mi chiamò in camera. “Fede è sconvolta, non crede che tu sia divenuto mio schiavo per libera scelta. Diglielo tu.” Confermai.Erano tutte due in reggiseno e mutandine sul letto. Bellissime. In un primo momento credevo avessero intenzione di fare sesso tra di loro, ma poi capii che in realtà, per ora, volevano solo scherzare e giocare. Mi ordinarono di portare da bere e mi fecero mettere, al solito, in ginocchio ai piedi dl letto le gambe larghe, le mani dietro la schiena e lo sguardo a terra. “Dai Fede, lasciati andare. Non ti capiteranno altre occasioni di avere un uomo a tua completa disposizione. Divertiti un po’ con lui.”Io rimanevo fermo in attesa di ordini. Federica evidentemente anche per la sua giovane età si vergognava, ma sembrava anche molto intrigata dalla situazione. Lei invece non aveva nessuna intenzione di desistere. Voleva provare per la prima volta a cedermi a qualcuno. “Facciamo così, Fede, io scendo un'oretta a guardare la tv, tanto non ho sonno. Tu rimani qui con lui. L'importante è che tu ne faccia quello che vuoi. Senza limiti.” Federica scuoteva la testa. Era impaurita, ma non riusciva a dire di no. “Dai facciamo così. Te lo chiederà lui.” E rivolta a me con tono sprezzante: “diglielo, merda, che a te piace essere trattato così, che per me faresti qualsiasi cosa e che quindi anche Fede può avere gli stessi diritti.” Poi con un tono più dolce rivolta alla sua amica. “L'unica cosa Fede, non dargli nessuna soddisfazione sessuale. Fatti fare quello che vuoi, se ne hai voglia e se lui non ti fa schifo, l'importante è che lui alla fine rimanga a bocca asciutta e con il cazzo duro. A me piace così e non voglio si abitui male.” Confermai in un sussurro, ma con un calcio improvviso in mezzo alle gambe Lei pretese che ripetessi tutto ad alta voce. Lo feci. Prima di uscire rivolta a Federica disse: “e mi raccomando se non lo vedi abbastanza umile o ti disobbedisce chiamami vengo subito a sistemarlo.” Ed uscì.Seguirono momenti di imbarazzo. Io ero nudo, dolorante per il calcio ricevuto e, come da addestramento tenevo la testa bassa e le mani dietro la schiena. Federica era splendida, con un succinto completino intimo blu. Si alzò e cominciò a camminarmi attorno. “Non ho mai visto un uomo ridotto così. Devi amarla molto per accettare tutto questo.” Io annuii, lei iniziò ad accarezzarmi la nuca, afferrò i miei capelli, mi fece alzare la testa e mi baciò. Poi si distese sul letto e mi disse di alzarmi e raggiungerla. “Mi piaci, e poi questa sera ho bevuto qualche bicchiere di troppo. Vieni qui accarezzami e baciami.” Iniziai ad esplorare questo splendido giovane corpo, baciandola ed accarezzandola. Era stupenda e, sembrava disponibile. Abbassai una mano in mezzo alle sue gambe. Iniziai ad accrezzarla da sopra le mutandine mentre la baciavo. Cominciava a muovere il pube dolcemente. Era eccitata. Ma appena cercai di abbassarle le mutandine mi fermò la mano. “No, non toccare, credo che lei non vorrebbe.” Ma non sembrava convinta. Mi fece sdraiare e si mise carponi sopra di me, baciandomi e leccandomi la faccia. Poi allargò ulteriormente le gambe ed iniziò a strofinare il pube sul mio cazzo. Non resistevo più. “Peccato tu sia il suo schiavo, mi piacerebbe farmi una scopata questa sera, ma da quello che ho capito a te queste cose sono vietate.”Si slacciò il reggiseno facendomi pendere due splendide tette vicini alla bocca, iniziai a succhiargliele avidamente. La pressione del suo pube era forte e si muoveva come se stessimo scopando. Ero eccitatissimo, le continue prove cui ero sottoposto mi stavano per far esplodere. Presi il coraggio a due mani e le dissi che potevamo farlo, Lei non se ne sarebbe accorta. Un grande sbaglio. Non avevo capito nulla.Federica alzandosi di scatto si mise a ridere e a chiamare Lei. Era una trappola. Uno scherzo feroce. Lei infatti arrivò subito, le mani sui fianchi, chiedendo ironicamente cosa fosse successo. Federica le si avvicino ed indicandomi con un dito, come una bambina spaventata disse che avevo cercato di metterglielo dentro. Lei mi disse secca di alzarmi mi prese per i capelli e mi trascinò in soggiorno. Ridevano.Mi misero in ginocchio davanti al divano dove intanto si erano sedute. “Schifoso bastardo, ci hai provato ?” Federica era rannicchiata addosso a Lei e sorrideva. Lei le accarezzava le gambe. Capii che era inutile qualsiasi difesa e mi scusai. “Eppure mi sembrava di essere stata chiara. Tu non sei più un uomo. Non ti devi permettere certe ambizioni. Credevi veramente che Fede volesse il tuo inutile schifoso cazzo.” La mano di Lei ora si era infilata sotto le mutandine di Fede, che mi guardava con un sorriso di sfida. Le carezza di Lei iniziavano ad avere effetto. Questa splendida ragazzina aveva la bocca semi aperta come pure le gambe che ora facilitavano le carezze di Lei con un lento sensuale movimento. Lei rivolta Fede chiedeva conferma delle accuse a mio carico: “ma davvero questo porco ci ha provato. Voleva scoparti?” Federica ormai eccitatissima confermava tutto. Diceva anche che quando lei mi aveva detto che non si poteva io avrei cercato addirittura di reagire e prenderla con la forza. Tutti e tre sapevamo che non era vero. Ma non era quello il punto. Cominciavo a temere come sarebbe andata a finire.Venni portato in camera, dove mentre le due splendide ragazze si scambiavano carezze sempre più audaci io venni legato ai piedi del letto. Le mani legate dietro la schiena alle caviglie. La bocca tappata dalle mutandine di Federica. Dovetti assistere ad un caldo rapporto tra le due ragazze che si leccavano e si accarezzavano a vicenda. Ad un certo punto Lei disse qualcosa all'orecchio di Fede che si mise a ridere annuendo. Lei si alzò e da un cassetto estrasse un vibratore che io ben conoscevo. Federica si distese a gambe larghe davanti a me. La sua fica, bagnatissima, era a pochi centimetri dalla mia faccia. Lei accese il vibratore, mi tolse le mutandine e mi infilò il manico del vibratore in bocca. Lei era dietro di me mi teneva la testa per i capelli e mi guidò lentamente dentro Federica. Dovevo tenere il vibratore con la bocca e muoverlo avanti e indietro, mentre la ragazzina godeva abbondantemente. Si avvicinò al mio orecchio per sussurrarmi: “guardati come sei ridotto. lo hai capito finalmente ? Quello che stai facendo ora è il massimo che potrai fare in futuro. Sarebbe meglio per te che ti dimenticassi di avere un cazzo. Se non fosse che mi piace vederti sempre penosamente ed inutilmente in erezione mi piacerebbe farti castrare chimicamente così diverresti finalmente impotente del tutto.” Poi si distese al fianco di Federica e mentre io continuavo a svolgere il mio compito la baciava sulla faccia e sulle tette. Dopo che feci venire abbondantemente Federica mi venne tolto il vibratore dalla bocca e sostituito di nuovo con le mutandine appallottolate. Le due ragazze continuarono ad abbracciarsi ed accarezzarsi. Ogni tanto mi dedicavano uno sguardo.Anche Federica prese coraggio e su insistenza di Lei mi si avvicinò per accarezzarmi il cazzo che ormai era duro da più di due ore. Ero ormai vicino all'orgasmo quando intervenne Lei: “dai, Fede, dagli un calcio....prova.” Io ero immobile sempre con le gambe aperte in ginocchio. Federica allungò una mano per toccarmi le palle, indecisa. “dai, togliti questa soddisfazione....” E poi rivolgendosi a me: “tu stai fermo, cretino, abbassa la testa che la metti in imbarazzo.” Fù in quel momento che Federica prese coraggio. Mi diede un calcio. Mi sforzai di non cadere, il calcio non era forte, ma mi aveva colpito proprio nei testicoli. Mi piegai per riprendere fiato. Federica ormai immedesimata nel ruolo mi prese per i capelli e mi fece rialzare il busto insultandomi chiamandomi finocchio ed ordinandomi di continuare a guardare. Lei la accolse baciandola nel letto: “sei stata bravissima, Fede.” Solo dopo un'ora Federica stanca cadde addormentata e Lei mi slegò e mi portò in sgabuzzino dove venni legato nuovamente al termosifone, con le mani dietro la schiena. Si abbassò e prendendomi il mento mi alzò la faccia per guardarmi negli occhi. “Hai visto amore ? Anche oggi tu sei rimasto a bocca asciutta. Il cazzo bello duro. Le palle ti staranno per scoppiare. Hai visto che bella la mia amica. Ma davvero credevi che ti avrei permesso di farci qualcosa insieme? Tu devi imparare meglio la tua inferiorità. Alla fine del mio trattamento sarai del tutto diverso. E lo so che lo vuoi anche tu.”Poi la sua mano scese sul mio cazzo, si accosciò per essere più vicina. Mi sussurrava nell'orecchio, il mio sguardo era ovviamente basso. “Con le mani legate così non potrai nemmeno farti una delle tue penose seghe.” Mi stava toccando il cazzo con tre sole dita. Le muoveva su e giù sfiorandomi appena la pelle attorno alla cappella, come se le facesse schifo o avesse paura di sporcarsi. “Che pena mi fai, amore, ma cerco di aiutarti.” Con uno sguardo gelido continuava a sfiorarmi il cazzo. “Cerca di venire in fretta, che non ho tempo da perdere.” Continuava con il suo movimento leggero di sole tre dita. Nel momento stesso in cui si accorse che stavo per venire si interruppe immediatamente, lasciando il mio cazzo ad eiaculare miseramente per terra. Mi avvicinò le dita alla bocca perché ripulissi, anche se in realtà i Suoi polpastrelli non si erano minimamente sporcati del mio seme. Poi prese la mia camicia che era lì vicino e la gettò sopra lo sperma colato a terra. E mentre con un piede usava la camicia come straccio per pulire mi apostrofò: “sono troppo buona con te. Ti rendi conto che fai pena.” Si annusò le dita con una smorfia di disgusto e si alzò per andarsene poi si ricordò di una cosa. Aveva un regalo per me. Tirò fuori da una scatola una ciotola, andò a riempirla di acqua e me la mise vicina. “Sei contento ? Ora sei veramente il mio cane. E se hai bisogni da fare li farai li dove sei. Buona notte, amore.” Mi baciò sulla fronte, chiuse la porta e se ne tornò a letto con la su splendida amica.La mattina successiva venne a svegliarmi Lei e mi slegò. Ero ridotto uno straccio. Inoltre purtroppo avevo dovuto pisciarmi addosso perché non ero riuscito a resistere. “Che puzza sei proprio un animale. Vestiti che devi preparare la colazione a Federica. Lei sta ancora dormendo io devo uscire.” Pulii il pavimento e mi vestii. Salii di sopra Lei se ne era andata. Mi avvicinai ala camera: Federica dormiva ancora. Bellissima, supina, indossava solo le mutandine il lenzuolo era per terra e si succhiava il pollice come una bambina. Andai a preparare il caffè e glielo portai in camera.Federica si svegliò, raccolse il lenzuolo per coprirsi. Era evidentemente imbarazzata e nemmeno io sapevo cosa dirle. Mi ringraziò e mi chiese di uscire dalla stanza. Dopo pochi minuti era vestita. Venne a salutarmi. Era sorridente, ma molto più timida della notte precedente, inoltre vestita si vedeva che era proprio una ragazzina. Mi disse che le dispiaceva di quello che era successo e che non si era mai comportata così. Cercai di riuncuorarla dicendole che avevo scelto io di accettare questo genere di cose. Lei evidentemente non poteva capire, ma credo che tutto sommato non le fosse dispiaciuta per nulla la serata. Mi baciò sulla guancia dicendo che sperava, comunque, di rivedermi. Uscimmo insieme da casa, come due normali amici. Anzi forse sembravamo padre e figlia. La accompagnai alla fermata del bus poi presi la macchina ed andai a casa a riposare. Finalmente.Per due settimane Lei non mi telefonò. Io mi dedicai al lavoro cercando di non pensare a nulla. La sera uscivo spesso con amici e qualche volta avevo anche qualche occasione di distrarmi con qualche bella ragazza. Non riuscivo però ad andare oltre qualche chiacchierata. L'addestramento che avevo ricevuto mi immobilizzava al solo pensiero di avere un rapporto normale, paritario. Rimanevo insomma in paziente attesa di poter di uovo precipitare in quel vortice di emozioni che solo Lei riusciva a darmi. Era qualcosa che ormai, evidentemente, non aveva più a che fare con il sesso. La dominazione cerebrale aveva preso il sopravvento su tutto.Una sera stavo per andare al cinema con alcuni amici quando arrivò la Sua tanto attesa telefonata. Nessun preambolo o parola di circostanza. “Stai a casa stasera, devo passare da te.” Arrivò alle dieci e mezza. Da sola. Mi salutò appena e si diresse verso il telefono. Parlò fitto, a bassa voce per oltre mezz'ora con qualcuno. Qualcosa evidentemente non andava. Io rimasi in salotto ad aspettare. Quando tornò mi ordinò di prenderLe da bere e mi disse che doveva parlarmi. Le preparai un gin tonic e senza che dovesse dirmi nulla mi inginocchiai ai piedi del divano dove si era accomodata.“E' successo un casino. Ieri la moglie del professore ci ha colti in fragrante. Ne ha fatto una tragedia. Ora lui è dovuto andare fuori di casa. Ho deciso che verremo a stare qui per qualche giorno per cui tu devi sparire. Lui non sa chi sei e sarebbe troppo complicato spiegare tutto. E poi non ne vali la pena. Non è vero?” Ovviamente annuii. Era pazzesco. Non ero assolutamente in grado di dirLe di no. Qualsiasi cosa mi ordinasse. Anche una cosa assurda come questa. “A casa mia non può venire. La moglie ormai sa dove abito. Quindi tu ti trasferirai in un albergo. Verrai qui solo quando ti chiamerò. A lui ho detto che sei un mio amico in viaggio all'estero.” Mi parlava con la sicurezza di chi sa che non avrei mai avuto il coraggio di obbiettare nulla. “Hai due ore per preparare la casa, vai a fare la spesa e riempi il frigo. Poi fatti una borsa e sparisci.” Poi alzandosi di scatto. “Dai cretino, non stare lì imbambolato muoviti. Io vado a casa di Fede, quando torno deve essere tutto pronto.”Lei uscì ed io non potei fare altro che preparare la mia casa per i due amanti. Comprai vini pregiati salmone ed ogni ben di dio. Mi preparai una borsa anche se non sapevo per quanto sarei stato cacciato da casa mia. Quando lei tornò era tutto pronto. Mi indicò l'albergo più vicino in cui sarei dovuto andare e poi con studiata indifferenza: “ah, guarda che ho promesso a Fede che vai a prenderla questa sera per portarla a cena è a casa da sola i suoi genitori sono in ferie. Cerca di comportarti bene in modo umile rispettoso che altrimenti me la paghi.” Mi diede il numero di telefono per chiamarla. E si raccomandò che la facessi divertire ma che non mi azzardassi a disobbedirle o, peggio a provarci. “Domani mattina il professore deve partire presto quindi tu alle nove devi essere qui per fare le pulizie. “ Mi accompagnò alla porta con le ultime raccomandazioni. “Attento con Fede, a quanto ho capito piace anche a lei avere uno schiavo, ma non ha la mia esperienza. Anche se la vedessi disponibile a concederti qualcosa ricordati e ricordale che a te queste cose non sono permesse. Fammi fare bella figura, ti conviene.”Andai a sistemarmi in albergo e da lì telefonai a Federica. Mi rispose allegra e gentile. “Ciao, ho sentito che sei stato sfrattato. Vieni a casa mia alle nove e prenota in un bel ristorante. Ci penserò io a distrarti. Un bacio, a dopo.” La cosa si metteva male. Temevo volesse mettermi ulteriormente alla prova e non mi sbagliavo.Arrivai a casa sua puntuale. Abitava in una splendida villa. Suonai al video citofono ed entrai. La porta era aperta ma non vedevo Federica, anche il resto della casa era molto bello. Mi chiamò dal piano di sopra mi disse di accomodarmi che sarebbe arrivata. Dopo pochi minuti scese le scale. Era uno schianto anche se evidentemente non era pronta. Indossava degli short minuscoli ed aderenti ed una maglietta corta che esaltava il suo seno sodo. Mi abbracciò con naturalezza. “Sono contenta di vederti. Ho sentito cosa ti è successo. Certo che la tua padrona le pensa proprio tutte per umiliarti.” Diceva queste cose con naturalezza ma anche con un tono tra l'eccitato ed il canzonatorio.“Vedo che ti sei messo elegante, vuoi salire che scegliamo assieme come mi vestirò?” La proposta era allettante, ma pericolosa, comunque accettai. Salimmo in camera sua. Era la tipica camera di una adolescente. mi fece accomodare su una poltrona ed iniziò uno studiatissimo spettacolino che aveva evidentemente l'unico scopo i eccitarmi e mettermi alla prova. Aprì un cassetto da cui estrasse un vero e proprio campionario di biancheria intima. Decidemmo per un completo di pizzo nero molto sexy. Lei lo indossò davanti a me, ma voltandomi le spalle. Poi si mostrò soddisfatta. Sfilando davanti a me.Era bellissima. Abbronzata e perfetta. Mi si avvicinò a pochi centimetri. Io ovviamente rimasi immobile. Mi prese la testa e cominciò ad accarezzarmi. Poi sempre in piedi mi alzò il viso e mi baciò a lungo. “Poverino immagino come ti sarai sentito l'altra notte dopo lo scherzo che ti abbiamo fatto. Immagino che la tua padrona ti abbia dato precisi ordini su come comportarti stasera.” Le raccontai che, infatti, avevo avuto precise disposizioni: di essere umile e sottomesso, di farla divertire ma di non provarci in alcun modo, nemmeno se invitato a farlo. Federica si sedette sopra di me eccitata e cominciò a leccarmi le labbra mentre strusciava il suo pube forte contro il mio. “Ah si, vuoi dire che se io ci provo tu non ci stai ? Beh a sentire cosa hai in mezzo alle gambe non si direbbe. Comunque vedremo.” Si tolse il reggiseno dicendo che le dava fastidio. Poi indossò una minigonna inguinale ed un top che le copriva a malapena il seno. Scarpe con i tacchi alti. Tutto nero, era bellissima. Per me si prospettava una serata ad alta tensione.Nel ristorante lei fu molto provocante, mi faceva complimenti strusciava i suoi piedi sulle mie gambe e non perdeva occasione per mettermi sotto il naso le sue splendide giovani tette. Alla fine della cena ero eccitatissimo, lei disse che doveva recarsi in bagno. Tornò dopo pochi minuti si sedette. Guardò attorno che non ci fossero occhi indiscreti poi mi buttò tra le mani le sue mutandine con uno sguardo di sfida. “Un regalo per te. Annusale. Mi sono toccata prima di toglierle.” Annusale e mettitele in tasca. Furtivamente le annusai, avevano un odore intenso di sesso. Anche lei sorridendo si annusò il dito medio. “Sono bagnatissima. Andiamo a casa mia.” E si alzò. Sulla strada per il ritorno in macchina mi rimase attaccata tutto il tempo. Con una mano frugava dentro i miei pantaloni. Con la lingua esplorava il mio orecchio destro.Arrivammo a casa sua. Appena varcata la porta fece scivolare a terra la minigonna e mi abbracciò spingendomi contro il muro. Ci baciammo si strusciò allungando le mani verso il mio uccello. “E ora vediamo quanto sei addestrato....” Si distese sul divano e dopo avermi fatto spogliare completamente ed inginocchiare mi ordinò di leccarla in mezzo alle gambe. Era un vero e proprio lago. Premeva forte la mia testa contro di sé. “Lecca da bravo.” Dopo un pò mi fece staccare tirandomi per i capelli. Mi prese il cazzo tra le mani. “Voglio che mi scopi.” Le dissi che non potevo, che non mi era concesso, ma lei non voleva sentire ragione. Mi fece distendere e mi salì sopra. Fu in quel momento che per fortuna, o sfortuna, squillò il telefono. Era Lei. Come se fosse stata lì a vederci era evidentemente preoccupata di quello che poteva succedere. Federica andò a rispondere e ridiventò improvvisamente una docile bambina obbediente ai voleri della mia padrona. Non so cosa le disse ma quando Federica ritornò da me aveva cambiato espressione. Era sempre eccitata ma aveva una luce nuova negli occhi. Una luce inquietante. “Alzati e vieni qui.” Si era messa in ginocchio sul divano nero in pelle con il busto ripiegato sullo schienale, come se dovessi prenderla da dietro. Le gambe erano spalancate ed il culo in fuori per aprire meglio la fica. “Ti è andata male anche questa volta. Vieni a leccare.” Mi inginocchiai davanti a lei e tuffai il viso in quello splendore aperto davanti a me. Leccai, succhiai il clitoride. Lei si teneva, eccitatissima le natiche aperte per favorire il mio lavoro. Dopo un lunghissimo lavoro con la lingua mi disse di infilarle due dita e di farla venire. Lo feci. Lei mi incitava: “dai muovile come se fosse il tuo cazzo.” Venne gridando. Poi esausta si distese sul divano. Bellissima e soddisfatta. Io ero ancora lì in ginocchio. Lei notò che il mio cazzo ovviamente era ormai violaceo per l'eccitazione. “Di solito a questo punto la tua padrona cosa fa ?” Risposi che a seconda delle occasioni o mi ordinava di masturbarmi, o di rimanere così. “Io sono buona, ti concedo di farti una sega davanti a me. Dai fallo. Ma aspetta che mi ricompongo, voglio godermi lo spettacolo.” Recuperò le mutandine e reindossò la maglietta togliendomi anche la piccola soddisfazione di guardarla nuda mentre mi masturbavo.Iniziai. Lei mi osservava attenta seduta con le ginocchia incrociate sul divano. Io in ginocchio nudo davanti a quella che poteva essere mia figlia mi stavo masturbando. Lei però mi fermò quasi subito. L'eccitazione era sparita dal suo viso. “Basta, mi fai pena e schifo. Rivestiti.” Io non ero ancora venuto. il cazzo mi faceva malissimo ma interruppì comunque. Lei ora era imbronciata, quasi fosse incazzata con me. Iniziai e rivestirmi. “Come fa un uomo come te ad essere ridotto così ? Anche a me piace la tua padrona ma non le permetterei mai di trattarmi così. Sei patetico.” Io ero ormai umiliatissimo e lei iniziava ad avere un tono veramente irritato. Voleva ferirmi. “La donna che ami si sta facendo sbattere da un vecchio a casa tua e tu sei ridotto a farti una sega davanti ad una ragazzina come me.” Io rimanevo con gli occhi bassi ad ascoltarla. Diceva la verità. In quel preciso momento accadde una cosa che dimostrò definitivamente il mio stato di schiavitù ormai "naturale". Mentre venivo insultato ed umiliato da questa splendida ragazzina mi accorsi che senza nemmeno toccarmi stavo venendo. Lo sperma colò tra i boxer ed i pantaloni lungo la mia gamba. Era il segno definitivo della mia sottomissione. Ero uno schiavo puro. puro come il cristallo.Tornai al mio albergo. Oramai non mi facevo nemmeno più domande, vivevo come perennemente in un sogno. O un incubo. Alla mattina mi svegliai presto per essere nella ormai mia ex casa puntuale alle nove. Suonai, non volevo usare le chiavi perché temevo di trovarli ancora letto. Il suo uomo infatti mi credeva all'estero. Il portone si aprì salii. La porta di casa era aperta ma non vedevo Lei. Dalla camera mi chiamò: “vieni qui, ho una sorpresa. Ovviamente molto preoccupato entrai in camera e quasi ebbi un malore per la triste sorpresa. Lei era a letto e con Lei c'era il Professore. mi girai di scatto per guadagnare l'uscita, ma Lei mi seguì: “dove vai? Non hai capito? Gli ho raccontato tutto di te, da vero porco qual'è, l'idea gli piace proprio. Ora abituati anche tu all'idea. Mi teneva per i capelli in corridoio parlandomi a bassa voce all'orecchio. A nulla ovviamente valsero le mie proteste.Aveva deciso di dilatare i confini della mia schiavitù. Mi riportò, sempre tenendomi per i capelli, in camera, dove mi fece inginocchiare ed il professore mi prese a scrutarmi con divertito interesse. Era un uomo di quasi sessant'anni con tutti i capelli bianchi ed una pancia decisamente pronunciata. Ancora non mi capacitavo come mai io ero in ginocchio, facevo lo schiavo e lui invece se la scopava allegramente. Fu Lei a fare le presentazioni: al Professore dovevo dare del lei ed obbedire in tutto e per tutto. Il Professore infine si rivolse con un tono canzonatorio e beffardo: “sono contento che il mio amore abbia uno schiavo personale e l'idea di approfittarne mi piace. Potrebbe dare nuova energia alle nostre scopate. Anzi a questo proposito esaudirò un desiderio del mio piccolo amore. Tu stai a guardare.” E rivolto a Lei con tono secco: -non volevi farlo assistere ad una scopata? Mettiti a quattro zampe e spalanca le cosce. Lei eccitatissima obbedì subito ed il professore si sistemò dietro. Con la mano si stava masturbando, evidentemente aveva qualche problema con l'erezione. E pensare che io qui in ginocchio avrei ben di che soddisfarLa.Dopo qualche minuto di "maneggiamento" preparatorio entrò ed iniziò a muoversi con colpi brevi ma veloci. Lei teneva le cosce spalancate e la bocca aperta. Si vedeva che era eccitatissima dalla situazione. Non tardò a dedicarsi a me. Mentre il Professore la scopava lei girò la testa verso di me che in ginocchio osservavo tutto. E cominciò a parlarmi. La sua voce era interrotta da gemiti e sospiri che andavano a tempo con i colpi di reni del Professore: “Vedi, lui si che è un vero uomo. Lui sa come si tratta una femmina. Abbassati i pantaloni cretino, che voglio vedere il tuo inutile cazzo.” Mi abbassai subito i pantaloni ed i boxer ero ovviamete eccitatissimo. Il mio cazzo era durissimo. Il Professore intanto ansimava dietro di Lei, troppo concentrato per seguire quello che stava accadendo. “Vedi come mi scopa, vieni qui vicino metti la faccia vicino al suo cazzo ed alla mia figa, annusa l'odore di sesso.” Mi avvicinai al cazzo del Professore che stantuffava la Sua meravigliosa fica. “Dopo ti faccio pulire tutto con la lingua, merda.” Era eccitatissima, la bocca aperta, ansimava, respirava forte dalle narici: “non puoi sapere cosa ti perdi, è bellissimo. Solo stanotte mi ha scopata tre volte, questa è la quarta.” Poco dopo il Professore venne e cadde disteso a letto sfinito. Lei invece era ormai una furia, voleva evidentemente continuare a a sfogarsi contro di me. Si alzò dal letto per prendermi per i capelli, il Professore guardava e rideva. Mi colpì con due schiaffi molto forti. “Ti è piaciuto lo spettacolino, amore. Era un pezzo che volevo farti questo. Ed è solo l'inizio” Poi abbassò lo sguardo a guardarsi in mezzo alle gambe. Lo sperma del professore le iniziava a colare lentamente dalla fica lungo le cosce. Mi guardò sorridendo indicando con un dito le goccioline che colavano. “Lecca tutto adesso.” Mi prese la testa e se la schiacciò contro di sè. Dovetti leccare tutto lo sperma che colava. Mentre il Professore rideva e rivolto a Lei: “Che schifo, ma come l'hai ridotto. Vieni qui bambina lascia in pace quel poveraccio.” Ma Lei, non mollava la presa e premeva la testa tra le sue cosce per farsi pulire, era ormai senza freni. “Ancora una cosa paparino ti prego, permettimi di far pulire anche te.” Sempre tirandomi per i capelli dietro la nuca mi trascinò dal lato del letto del Professore che intanto diceva: “Ma no che schifo non sono mica frocio. Io, per parte mia mi permisi di mormorare un no ti prego. Lei mi alzò la testa e mi sibilò: “Tu taci, nessuno ha chiesto il tuo parere.” E sigillò queste parlo con l'ennesimo schiaffo. E poi rivolta al Professore: “dai ti prego, hai detto che mi avresti fatta divertire, poi se vuoi te lo presto e ci fai quello che vuoi, ma adesso voglio che ti pulisca il cazzo.” Ed il professore, sbuffando: “ma io non voglio farci niente con questo qui. Comunque va bene basta che poi la pianti.” E dicendo questo alzò il lenzuolo e scoprì il cazzo già ammosciato all'ombra della sua pancia. Io ero terrorizzato, mi venivano letteralmente i conati di vomito solo all'idea di dove fare una cosa del genere. Anche se tutto sommato avevo dovuto leccare già due volte i suoi prodotti, farlo"dalla fonte" era per me impensabile, eppure. La cosa, semplicemente, mi ripugnava. Lui poi era un vecchio grasso decisamente poco attraente anche per il più affamato dei gay. Non ebbi però molto tempo per riflettere Lei mi aveva già trascinato vicino al suo cazzo. Chiusi gli occhi ed aprii la bocca. Pulii accuratamente l'uccello da tutti i rimasugli di sperma. Si mescolavano anche gli odori di urina e del sesso di Lei. Lei intanto controllava estasiata che eseguissi il compito alla perfezione. “Pulisci bene, succhia, non deve rimanere traccia. Non vorrai che il Professore debba alzarsi per lavarsi in bagno. Tu a cosa serviresti altrimenti.” Quando ebbi finito lei mi rimise in ginocchio ed abbracciò il professore ringraziandolo. Lui disse: “Ora basta però fai uscire il tuo uomo-cesso che voglio leggere. Lei mi ordinò di rivestirmi e di uscire. In salotto mi parlò con dolcezza. “bene, hai rotto anche questo tabù ora sei la servizio di ben tre persone, ma rimani pur sempre di mia proprietà. Ora vattene, il Professore non vuole averti intorno torna tra un'ora per fare le pulizie. E mi baciò sulle labbra.
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