Gioco di Jessica 1 e 2

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Ho trova questo bellissimo racconto diviso in 4 parti (che ho riporto in 2 volte) che parla di castità e sottomissione. E' bellissimo anche se lungo e la sua lettura ne vale molto la pena.
Per i più pigri che preferiscono ascoltarlo consiglio di utilizzare un software gratuito e molto ben fatto che leggerà per voi qualsiasi cosa, lo potete trovare QUI: il programma da scaricare si chiama DSPEECH.
A presto...
Marco


PARTE PRIMA
Jessica, bellissima e crudele, accetta di sposarsi solo per condurre uno spietato gioco di sottomissione fisica e psicologica sul marito consenziente, ed inizia un'odissea che pare senza fine. Per chi non ha paura del Tease and Denial...
TORMENTO, DESIDERIO E VERO AMORE
Mia moglie Jessica ed io siamo sposati da più di quattro anni. Io ho 38 anni, lei 28. La prima volta che ci siamo incontrati l'attrazione fu immediata e incredibilmente intensa. Come se sapessimo di completare qualcosa di profondo l'uno nell'altro. Questi anni di matrimonio sono stati un periodo estremamente perverso, intenso e sessualmente gratificante, per lo meno per Jessica. Benché avessimo iniziato ad esplorare le nostre fantasie sessuali ben prima di sposarci, Jessica stabilì chiaramente che dopo il matrimonio non vi sarebbero state più fantasie - che tutto sarebbe diventato assolutamente reale. Ed il gioco di esasperazione del desiderio che lei amava tanto infliggermi non sarebbe più stato un gioco ma una realtà quotidiana, assoluta, per tutto il tempo in cui saremmo stati sposati. Mi avvertì che la nostra vita sessuale sarebbe "andata aldilà dei tuoi selvaggi sogni e incubi." Non non vedevo l'ora di sposarla. La mia attrazione per Jessica è sempre stata feroce. Possiede questa vena di seduttività maligna, infantile, arrogante che mi ha da sempre conquistato. Assomiglia molto all'attrice Selma Hayek. Ha lunghi capelli neri, lisci, sempre tagliati alla moda, che le cadono sulle spalle. Il suo volto pare disegnato, con zigomi alti e un naso che sembra scolpito. Le sue labbra sembrano sempre imbronciate e sono molto espressive. È alta un metro e sessantacinque, snella, ben fatta, con un seno prominente e uno stupendo sedere. Persino i suoi piedi sono attraenti, una 38 scarsa, le unghie dei piedi sempre meticolosamente laccate.
La prima notte della nostra luna di miele, regalmente sdraiata al mio fianco sul letto, Jessica stese le regole. "Non temere, dal tuo punto di vista le regole del nostro matrimonio saranno assai semplici da seguire. Ti sono richieste soltanto cinque piccole cose, e la prima è assai semplice da capire. Numero Uno, non ti permesso godere, punto. La seconda è un poco più complicata: Numero Due, ti permetterò di penetrarmi una volta all'anno, e soltanto per quindici minuti. Numero Tre, io ho il diritto di avere tutti gli amanti che desidero, dormire con loro spesso quanto mi gira, mentre tu non potrai avere nessun altro partner tranne me, benché nelle tue limitate possibilità. Numero Quattro, per essere sicura che non ti succeda di godere quando non sono nei dintorni, dovrai indossare questa cintura di castità, una specie di gabbia per uccellini diciamo, che ti impedirà di fare sesso, di masturbarti e persino di avere una erezione. Infine, il Numero Cinque, che mi riserva il diritto di cambiare le regole o aggiungerne di nuove anche senza chiedere il tuo consenso." Detto questo, Jessica mi ha dato la cintura di castità, mi ha mostrato come funzionava e me la messa addosso. Dopo averla chiusa sul mio sesso, Jessica mi ha baciato appassionatamente e mi ha detto: "Questo matrimonio sarà molto divertente, perlomeno per me!"
La regola numero due non ha mai funzionato come mi era stata spiegata. Devo ancora avere il permesso di fare sesso una volta con Jessica. Stando alle regole, avrebbe già dovuto succedere quattro volte, ma le cose non sono mai andate in questo modo. Per una qualche ragione, ogni volta quando arriva la notte in cui mi è permesso di penetrarla qualcosa va storto sempre all'ultimo istante. In qualche modo non mi è mai permesso di penetrare mia moglie Jessica e finisco sempre con il ritrovarmi a baciarle il sedere. Ogni volta che siamo sul punto di farlo, succede qualcosa che mi nega la mia occasione di soddisfazione sessuale annuale. Soddisfazione comunque incompleta, poiché non mi sarebbe comunque permesso di godere, in ogni caso.
Riguardo alla cintura di castità, ci si abitua dopo un poco. Fortunatamente non è visibile sotto gli abiti consueti. Jessica mi obbliga a indossarla 24 ore al giorno sette giorni su sette, con le sole eccezioni dei momenti in cui desidera tormentarmi in modo più completo. Me la toglie di dosso quando desidera condurmi sull'orlo dell'orgasmo e poi lasciarmi totalmente frustrato. Un gioco che le piace davvero fare. In effetti sarebbe corretto dire che il fatto di eccitarmi e poi negarmi sadicamente ogni piacere sia il vero cuore del nostro matrimonio. È il fondamento da cui muove ogni desiderio sessuale in Jessica. O, d'altro canto, potrei dire che è il fondamento da cui muove ogni suo desiderio sessuale nei miei confronti. In effetti ha tutti gli amanti che vuole, con cui conduce una vita sessuale indulgente e stravagante. Jessica gode ogni volta e così godono i suoi amanti. Per umiliarmi e mostrarmi come permette ai suoi amanti di godere, spesso Jessica torna a casa e mi obbliga a leccare il suo sesso ancora pregno del seme dei suoi amanti. Ma con me, suo marito, va in modo ben diverso. Con me ogni cosa è orientata a frustrarmi sessualmente. Nulla eccita e soddisfa Jessica maggiormente che il trovare nuovi e più crudeli metodi per frustrarmi. Per condurmi sull'orlo del piacere e poi negarmelo. A questo punto di norma diventa molto tenera con me. A modo suo, è molto amorevole nei miei confronti. Se doveste assistere soltanto alla fase dopo il gioco, dopo la fase del trattamento sadico e umiliante nei miei confronti, vedreste una moglie molto dolce e affettuosa con il suo marito amorevole. Ma sarebbe una immagine ingannevole, poiché le uniche occasioni in cui Jessica è dolce con me seguono momenti di terribile tormento sessuale su di me.
È come se avesse un profondo bisogno di qualcuno da degradare e maltrattare, con cui si possa sentire totalmente sicura e amorevole in seguito. Con i suoi amanti ha soltanto sesso che la soddisfa fisicamente. E ne ha in abbondanza. Ma il motivo per cui rimane con me è che le fornisco occasione di uno sfogo profondo e catartico. È anche un modo carino per dire che ha trovato qualcuno abbastanza stupido da subire i suoi atteggiamenti sadici. Mi ha ripetuto tante volte che è stata la mia sfortuna averla incontrata. Aver incontrato una donna capace di controllarmi e farmi soffrire ogni volta. Ed è ciò che fa. Ed io continuo ad accettarlo. Per qualche ragione sono come ipnotizzato da lei. Benché una persona sana la avrebbe lasciata in un secondo, io mi ritrovo ammaliato e schiavizzato da lei. Per quanto frustrante e doloroso possa essere restare con lei, c'è una sorta di potere che esercita su di me. Qualcosa che me lo fa accettare.
Così, quest'anno, dopo quattro anni dall'ultima volta in cui ho avuto il permesso di fare sesso con lei, sono particolarmente tormentato dal desiderio di poter fare sesso con la mia bellissima e incredibilmente eccitante moglie. E sono anche particolarmente preoccupato che qualcosa, proprio all'ultimo istante, possa avvenire e costringermi a rimandare questo momento per un altro anno. QUARTO ANNO DI CASTITÀ Jessica mi ha appena chiamato dalla camera da letto. Mi accoglie sdraiata sulla schiena, sopra il letto matrimoniale. Indossa un rossetto rosso scuro, delle scarpe nere col tacco a spillo e null'altro, e mi indica la sua vagina. "Bene, penso tu sappia che notte è questa. Proprio quel momento dell'anno. Il momento dei tuoi quindici minuti di piacere. Di certo te li sei sudati... Quando è stata l'ultima volta che hai sentito il mio sesso tutto attorno al tuo pisello?" "È stato il 28 agosto del 1994" "Hmm, quindi prima che ci sposassimo." Mi accorgo che Jessica sta iniziando a carezzarsi sulla clitoride con un lento movimento circolare. "Pensa, è stato più di quattro anni fa! Come corre il tempo.. Almeno per me corre. Eppure l'ultima volta che ho avuto un uccello dentro di me è stato la notte scorsa. E l'ultima volta che tu sei stato dentro di me risale a quattro anni fa, per cui, immagino che non sia proprio la stessa cosa. Certo devi ammettere che è piuttosto ironico. Ti sei sposato questa donna così sexy a cui avevi, per così dire, accesso illimitato prima del matrimonio, e adesso che è tua moglie ti nega totalmente ogni piacere. È quello che si ottiene a sposare una strega, immagino. Non puoi dire che non ti avessi avvertito." Ora Jessica si strofina la clitoride con più forza e velocità. "E adesso guarda come le cose si sono messe per te. Sei sposato con questa donna così calda che ti nega il suo sesso mentre lo offre liberamente ad altri uomini, che ti domina così completamente e a cui non riesci a negare assolutamente nulla." Posso vedere il sesso di Jessica brillare di succhi vaginali. Le labbra sono turgide e bagnate mentre continua a sfregarsi, come se fosse sempre più eccitata da quello che mi sta dicendo. Jessica mi indica di avvicinarmi a lei. Posa la sua mano sulla mia gabbia per uccellini. Inizia a toccare il mio sesso imprigionato nella gabbia. Immediatamente fiorisce una erezione, per quanto la gabbia la renda possibile, non di più di cinque centimetri. "Non mi sembri molto comodo… Immagino che essendo questa la tua grande notte dovrei liberarti da questo oggetto crudele che ti faccio indossare tutto il tempo." Jessica si avvicina e parla direttamente al mio sesso con una voce infantile: "Il piccolo pene deve sentirsi così disperato rinchiuso qui dentro. Ti piacerebbe venire fuori a giocare dentro la mia succosa, morbida e bagnata micetta? Ti piacerebbe? La mia micetta è pronta per te adesso, finalmente. Spero che tu ti ricordi questa notte molto a lungo, pisellino."
E mentre dice "pisellino" sblocca la gabbia con la chiave che porta sempre al collo. Rimuove la gabbia e accarezza il mio sesso per un minuto. Quindi si volta verso di me e dice: "Spero che tu ti ricordi ancora come si fa a scopare una donna! È passato tanto tempo che forse ti sei scordato come si penetra una vagina. Magari ti sei anche scordato come si fa a godere! Magari invece è come andare in bicicletta e non ce ne si scorda mai del tutto. Beh, un peccato che non lo scopriremo in ogni caso, vero?"
"Vediamo, non è stato un anno ma quattro da quando sei stato dentro di me. Devi essere molto voglioso ad oggi. E sono quattro anni che non ti permetto proprio di godere! Dio, ho così tanta voglia e sono venuta giusto ieri notte! Povero piccolo, chissà quanta voglia hai tu! Sono ben felice di non essere al posto tuo!" Jessica gives me an order. "Take off my shoes and start kissing my feet." I start kissing her beautiful size seven feet. All the while Jessica continues to play with herself. Jessica mi dà un ordine: "Toglimi le scarpe e baciami i piedi." Ubbidisco e le bacio i suoi stupendi piedini. Jessica continua a toccarsi. "Hmm. Mi sto preparando per te, ragazzo mio. Stanotte è la notte d'oro del maritino, non è vero? La prima volta che puoi fare sesso con tua moglie, in assoluto! Beh, non agitarti troppo, dopotutto il sesso tra marito e moglie è una parte naturale e bellissima del matrimonio. E succede che la prima volta che lo si fa possa anche non sembrare un granché. Ma non preoccuparti, ti darò un'altra occasione l'anno prossimo di sicuro." Jessica fa una risatina. Ora la fica di Jessica gronda di piacere. E il mio sesso è duro e gonfio nell'aspettativa dell'imminente penetrazione.
"Voglio essere bagnata per te. Siccome non avrai altre occasioni per scoparmi per un altro anno voglio davvero che sia una esperienza memorabile per te. Povero piccolo che ha dovuto attendere quattro lunghi anni per questo. Quindi voglio che tu sia davvero soddisfatto dopo tutti questi ritardi che hai dovuto subire… e sei stato così comprensivo, così paziente." Jessica ci sta dando dentro davvero nel toccarsi. Io sono sempre più eccitato nel vederla toccarsi in questo modo. Anche se dice di farlo per prepararsi per me, sembra molto più concentrata sul suo piacere che su di me. E mi sembra anche avvicinarsi pericolosamente all'orgasmo. Inizia a sentirmi nervoso nel vederla così, poiché ci sono due cose che so a proposito di quando Jessica viene. La prima è che una volta che ha goduto, perde ogni interesse nel sesso per un po', e la seconda è che può diventare terribilmente crudele. "Ti conviene sperare che io non goda per errore prima che tu mi possa penetrare." "Perché?" "Perché, diciamo, non aiuterebbe esattamente la tua causa.." Inizio a baciarle i piedi con maggiore passione nella speranza che questo la renda più bendisposta nei miei confronti. Le prendo il piede sinistro in mano e inizio a baciarlo con estrema tenerezza. Sfortunatamente, questo ottiene l'effetto opposto di ciò che desideravo. Quando i miei occhi e quelli di Jessica si incrociano e lei può vedere la mia completa sottomissione alla sua richiesta di baciarle i piedi, la faccia di Jessica si atteggia in un'espressione sprezzante. E in quel preciso momento Jessica giunge ad un intenso orgasmo.
Osservo mentre Jessica grida di piacere mentre assapora un lungo, violento orgasmo. Le sue labbra si increspano mentre assapora l'estasi. Dopo alcuni minuti, Jessica dice: "Mmm. Questo si che era un orgasmo, mi tremano le dita dei piedi." Jessica continua a gemere dolcemente nei postumi dell'orgasmo. Per tutto il tempo le continuo a tenere lo stupendo piedino tra le mani, baciandolo, il mio pene eretto che trema di eccitazione, mentre aspetto che mi ordini di possederla. Jessica spalanca gli occhi e li fissa nei miei. La sua espressione può venire descritta solo come un sorriso affettato di condiscendenza. "Mi stavo giusto preparando per te e tu ti metti a baciarmi i piedi in questo modo rendendomi impossibile resistere oltre. Che peccato per te! Ma puoi andare avanti a baciarmi i piedi per un poco se ti va. " Jessica ricomincia a ridacchiare.
Non essendo ben certo di che cosa intendesse, decido che è meglio restare sul sicuro e continuo a baciarle il piede. Dopo qualche altro minuto Jessica mi scalcia lontano dal suo piede. Mi guarda dritto negli occhi e dice: "Povero maritino, c'eri andato così vicino questa volta." Jessica si gira e si mette a 4 zampe, sporgendo il suo stupendo sedere verso l'alto, di fronte a me. Mi dice di salire sul letto e piazzare il volto vicino al suo sedere, ed io ubbidisco. Ora che si sente sessualmente soddisfatta, ho la netta sensazione che le mie speranze di ottenere almeno un poco di piacere sessuale siano destinate a svanire. Con il suo ano grinzoso a 15 centimetri dalla mia faccia, la voce di Jessica assume un tono estremamente arrogante e annoiato, come se l'intera situazione le fosse venuta terribilmente a noia. Difatti annuncia in tono pragmatico: "Sai cosa? Potremmo rimandare sul fatto di fare sesso per quest'anno e invece di scoparmi ti potrei permettere di leccarmi il buco del culo. Che ne dici? Io ero così calda e pronta per te, così bagnata… proprio sul punto di dirti di scoparmi - non più di altri trenta secondi. Il problema è che ero così eccitata che quando avrei dovuto fermarmi sono andata avanti a toccarmi e alla fine mi sono goduta questo splendido orgasmo. E adesso mi è passata tutta la voglia, proprio tutta. Non ne ho più neppure un briciolo. Se ricordi ancora come sia avere un orgasmo concorderai con me che appena dopo essere venuti si perde ogni desiderio per un po'. Anche se dubito tu possa ricordare questa sensazione, dopotutto sono più di quattro anni oramai." Jessica comincia a ridere.
"Ora che sono venuta mi sento molto di più nello stato d'animo di avere la tua lingua nel mio buco del culo piuttosto che sopportare il tuo pisello dentro di me. Prenditi un minuto per decidere, lo lascio a te. Puoi piazzarmi il pisello dentro e scoparmi per quindici minuti, oppure puoi fare quello che desidero io e abbandonare la possibilità di scoparmi per un altro anno. Cinque anni suona anche meglio, molto meglio di un impegno di quattro anni. Dà un'idea di maggiore completezza, non trovi anche tu? E per non renderla una perdita così irreparabile per te ti lascerei leccare il mio culo per, diciamo, cinque interi minuti. Mi pare onesto, non trovi? Dopotutto non tutti gli uomini che possono scoparmi possono leccarmi il sedere. Rinunciando a fare sesso con me per un altro anno ottieni il privilegio di leccarmi il sedere per cinque minuti! Però rammenta che la scelta è soltanto tua. Soltanto, ora come ora non sono proprio dell'umore per averti dentro di me, proprio per niente. Al contrario, dopo un orgasmo così soddisfacente sono pronta per averti a adorare il mio piccolo grazioso ano. Sarebbe la ciliegina sulla torta, sulla mia torta. Sarebbe un sacrificio così carino da parte tua nei miei confronti." Avvicino il mio volto al suo ano grinzoso. Per un momento considero le mie opzioni: scopare Jessica ora, per la prima volta in quattro anni, oppure rinunciare a questa occasione di piacere con lei per leccarle semplicemente l'ano per cinque minuti, un atto che Jessica mi richiede assai spesso. Con una voce insolente e annoiata Jessica dice: "Insomma, scopami o leccami, non mettiamoci tutta la notte." Il suo tono arrogante mi spinge oltre il limite. La mia scelta è fatta. So cosa devo fare. So cose Jessica vuole che io faccia. Poso le mie labbra sul suo ano e comincio a baciarlo appassionatamente.
"Ecco un bravo bambino!" esclama Jessica. Mentre continuo a baciarle e leccarle l'ano Jessica continua a schernirmi. "Tutta questa faccenda è colpa tua, lo sai bene.
Se solo mi avessi detto di piantarla di toccarmi lo avrei fatto e ora come ora staresti spingendo il tuo pisello dentro di me, sentendo la mia micetta succosa tutta stretta attorno al tuo cazzo duro. Se soltanto non mi avessi baciato i piedi in quel modo così appassionato." Jessica ricomincia a ridere. "E poi, quando ti ho dato la scelta tra scoparmi e leccarmi il buco del culo tu hai scelto di leccarmi l'ano. Hai rinunciato a scoparmi per la prima volta in quattro anni per poter leccare il mio ano per cinque minuti! Sei così patetico da meritarti il mio culo sulle labbra!" Sbircio allo specchio che sta sulla parete di fronte al letto per vedere la faccia di Jessica mentre mi dice queste cose. Mi sta guardando con un ghigno beffardo. E mentre mi insulta in questo modo la mia adorazione per il suo ano e per il suo sedere giunge ad un picco febbrile. Più mi umilia e degrada più appassionatamente le lecco e bacio il sedere. Jessica, accorgendosi che sto cominciando a provarne troppo piacere guarda l'orologio e annuncia: "Ne hai avuto abbastanza. Sono passati solo tre minuti e mezzo ma sono stanca e voglio dormire. Tutto questo umiliarti e frustrarti mi ha davvero provato." Gusto un ultimo bacio adorante sull'ano di Jessica e mi sdraio sul letto al suo fianco. Jessica si gira sulla schiena e mi scivola vicino, cosicché il mio pene turgido si trova a pochi centimetri dalla sua vagina. Il tono di Jessica cambia. Lei cambia spesso da arrogante a infantile, a tenera e di nuovo insolente. È una parte del suo fascino. "Per me va bene se vuoi mettere il tuo coso vicino alla mia micetta. Così potrai sentire come è bagnata e calda. Voglio che tu senta almeno un poco di quello che ti sei perso." Ubbidisco alle istruzioni di Jessica e poso il mio cazzo sopra la sua vagina bagnata e bollente. È una sensazione incredibilmente soave e al tempo stesso terribilmente frustrante. Più frustrante che piacevole, alla fine. Jessica inizia a baciarmi teneramente il viso, poi si mette a leccarmi la faccia. Sa quanto questo mi ecciti. Ora diventa molto dolce. Dolce nel senso che Jessica intende, ovviamente. "Tesoro, temo di aver dimenticato di dirti una cosa che probabilmente avrei dovuto dirti prima. Prima che tu facessi la tua scelta, intendo dire. Ooops. Suppongo che in tutta quella eccitazione mi sia scordata di spiegarti le nuove regole che ho deciso." Jessica lecca la mia faccia come un gelato provocandomi ancora maggiore frustrazione. "Il fatto è che quando ti dò la possibilità di fare sesso con me e tu rinunci, anche se ti ho chiesto io stessa di rinunciarvi, invece di perdere un altro anno prima di poter fare sesso di nuovo con me tu rinunci per sempre al diritto di fare sesso con me. Immagino che avrei dovuto avvertirti a proposito di questa regola speciale prima di chiederti di scegliere ma me ne sono scordata, che peccato." Jessica continua a baciarmi teneramente il volto mentre mi spiega.
"Probabilmente non mi immaginavo che dopo tutto questo tempo tu avresti potuto sottometterti ad una richiesta così egoista e crudele da parte mia. Probabilmente ho pensato che dopo quattro anni senza poter fare sesso con tua moglie non ti saresti mai fatto dissuadere. Ho creato questa regola come una specie di prova del nove, così che se mai ti avessi posto di fronte a una scelta di quel tipo ne avresti saputo abbastanza da resistermi e scoparmi una buona volta. Ma in effetti avrei dovuto dirtelo. Penso che un simile deterrente non funzioni se tu non sei affatto informato. Oh, beh, sbagliando si impara." Jessica strofina la sua vagina contro la mia erezione vibrante. "Povero piccino che non ottiene mai un po' di respiro." Jessica muove i fianchi su e giù sfregandomi la vagina contro il cazzo dalla clitoride lungo le labbra. Parlando con tono materno Jessica dice: "Povero piccino che viene punito ogni volta che accondiscende la sua crudele mogliettina! Non è mica giusto!
Ecco qui una egoista che gli chiede di rinunciare al suo momento di piacere e rimandare ogni gratificazione e poi siccome lei è stata pigra e avara lui finisce penalizzato ancora una volta! Non è affatto giusto, non ti pare?" Jessica ricomincia a leccarmi la faccia. "Sarebbe stato probabilmente più onesto se tu avessi saputo che assecondando la mia richiesta egoistica avresti rinunciato per sempre al diritto di fare sesso con me, non credi?" Annuisco. "Povero maritino, non hai un attimo di tregua dalla sua crudele mogliettina?" Scrollo il capo. "E viene sempre punito." Annuisco. "Il maritino ama la sua mogliettina?" Annuisco. "Il maritino muore dalla voglia di fare sesso con la sua mogliettina?" Annuisco. "Il maritino ama di più la sua mogliettina proprio quando lei è così crudele con lui?" Annuisco. "Quindi, più la mogliettina è crudele con lui più lui la adora, giusto?" Annuisco. "Per cui il maritino ha capito bene che non potrà mai più avere un orgasmo nè penetrare la sua mogliettina?" Annuisco. "Povero maritino, la mogliettina ottiene tutto e lui nulla" Annuisco. "Dimmi quanto mi ami." "Ti adoro, non potrei amarti di più di così."
Jessica lascia la stanza e torna con un pacchetto di ghiaccio. Mi applica il ghiaccio sul mio cazzo gonfio e purpureo. Dopo pochi secondi il mio sesso comincia a ridimensionarsi per via del freddo. Jessica prende la gabbia di castità e rapidamente me la rimette addosso.
"Scommetto che quando mi hai sposata non immaginavi che avresti passato la maggior parte del tempo con il cazzo chiuso in una gabbia di metallo e mai dentro la vagina della tua bella mogliettina. Ma scommetto che in qualche modo quella gabbia sia una tua seconda natura. Penso che ti faccia bene. Sai, è sicura, protettiva. Non sentirai più la sensazione della vagina di tua moglie oramai. È tutta morbida e calda, per nulla simile alla tua gabbia, tutta metallica, fredda e costrittiva. Scommetto che oramai pensi alla gabbietta come a tua moglie. Devi restare fedele alla tua moglie di metallo, non credi? Non sarebbe carino se tu facessi sesso con me. La tua moglie metallica si sentirebbe tradita, non trovi? No no, non sarebbe affatto corretto." Jessica ricomincia a parlare direttamente al mio pene, come all'inizio di questa nottata. "Povero piccolo pisellino, non sei riuscito ad entrare nella mia calda e succosa micetta. E adesso non potrai mai più provare questa sensazione! Oh, povero piccolo pisellino." E mentre pronuncia la parola "piccolo" chiude il lucchetto, assicurandomi nella mia moglie metallica. Poi sfrega la sua vagina contro il mio cazzo chiuso nella gabbia. Mentre lo fa ridacchia tra sé, perché sa che posso sentire un minimo del suo calore attraverso la gabbia. "Bene, buona notte a tutti e due, e cerca di tenerlo a freno!" Jessica ride della sua battuta. Mentre ride, mi bacia tutta la faccia, poi si volta dall'altra parte e si addormenta.

PARTE SECONDA
Prosegue il gioco di crudeltà e sottomissione della stupenda Jessica sul marito consenziente. Dopo cinque anni di matrimonio Jessica decide di festeggiare i risultati raggiunti e di dare al marito qualcosa da ricordare per molto tempo...
CINQUE ANNI SENZA ORGASMO
Stanotte ricorre il quinto anniversario dell'ultima volta che Jessica mi ha lasciato venire. Jessica me ne ha parlato per tutto il mese. Diceva: "Non scordarti che il 14 si avvicina. E’ il quinto anniversario dell'ultima volta che ti ho permesso di godere e dobbiamo festeggiare. Vedrai, sarà un anniversario che non scorderai tanto facilmente!" Non sapevo se intendeva che mi sarebbe piaciuto o che sarebbe stato molto penoso per me. Considerando che non ha ancora assolto al suo impegno di fare sesso con me da quando ci siamo sposati ho i miei dubbi su quanto piacevole questo anniversario possa essere per me. Sono le 9 di sera. Jessica mi ha detto di spogliarmi e mettermi a sedere sul letto. Lo faccio, indossando soltanto la gabbia di castità . Jessica compare nel riquadro della porta ed è stupenda. Indossa una minigonna nera, una camicetta nera e delle scarpe con il tacco alto a punta aperta, anch'esse nere. Ha in mano una scatola e viene verso il letto. Dalla scatola salta fuori un assortimento di addobbi da festa del tipo che ti aspetteresti per il compleanno di un bambino. Prende un cappello di carta da festa e me lo fa indossare. E’ quel tipo di cappellaccio di carta a punta, con un elastico che corre sotto la mascella. Dalla scatola tira fuori anche dei fischietti del tipo che, quando vi soffi dentro, srotolano una striscia di carta colorata. "Buon quinto anniversario senza godere!" Jessica soffia in un fischietto e ride. Poi comincia a baciarmi appassionatamente sulla bocca. Dopo avermi baciato per qualche istante ricomincia a parlare: "Questo E’¨ quel che si dice raggiungere dei risultati. Devi andarne molto fiero! Cinque anni e neppure un solo orgasmo! Non una sola eiaculazione! Non un solo momento di godimento sessuale! Dimmi, la cosa ti fa ancora male? Intendo dire, ti senti ancora frustrato o ti sei semplicemente rassegnato alla situazione?" mi chiede ridendo. "E’ sempre peggio. Non c'è un solo momento in cui non mi senta incredibilmente eccitato. C'è come un bruciore costante nei miei testicoli, e diventa sempre peggiore ogni volta che mi stuzzichi e mi frustri. Ogni volta che mi ecciti e poi mi neghi il piacere il bruciore diventa molto, molto peggio." "Oh povero bimbo!" Jessica, che ha addosso uno spesso strato di rossetto scuro, mi piazza un rumoroso bacio sulla guancia. "Questo non suona affatto bello per te! Vuoi dire che per tutto questo tempo sei sempre rimasto frustrato?" Annuisco. Jessica mi sorride e inizia a spogliarsi. "Vediamo di togliere quella terribile prigione." Inserisce la chiave nel lucchetto e la gira. Mi toglie la cintura di castità e la posa sul comodino accanto al letto. E’ passato un anno dall'ultima volta che il mio pene è stato libero. Mi diventa immediatamente duro. Jessica si sdraia sul letto e mi invita a raggiungerla. Si gira perchè io mi sdrai su di lei. Prima che io lo faccia prende un rossetto color sangue e se ne applica un ulteriore spesso strato sulle labbra. Quando ha finito, mi sdraio su di lei. Siamo uno sopra l'altra, entrambi nudi. "Ora puoi sfregare il tuo cazzo lentamente e dolcemente sul mio sesso." Inizio a farlo e finalmente posso sentire la calda e vischiosa carezza della sua fica che reagisce aprendosi un poco. Ciò che provo è indescrivibile. Il mio cazzo, rimasto chiuso in una prigione e in stato di privazione per gli ultimi cinque anni mi sommerge di sensazioni quasi insostenibili. Jessica mi domanda: "Tu sai perchè io ti faccia soffrire in questo modo?" "Non lo so davvero. Forse stai sfogando su di me una specie di rancore nei confronti degli uomini in generale." "Hmmm sembra interessante, vai avanti." "Beh, a volte penso che forse tu ce l'abbia con gli uomini che in tutto il mondo costringono le donne a fare sesso con loro anche se esse non vogliono, e quindi questa è una tua maniera per ricambiare il genere maschile per tutto il male che ha fatto al genere femminile."
"E ti dà conforto pensare che sia questa la ragione per cui ti tormento in questo modo?" "Un poco. Mi aiuta pensare che tutto ciò avviene per qualche ragione profonda." "Vuoi sapere la vera ragione per cui ti eccito e poi frustro in questo modo?" Annuisco. Jessica comincia a leccarmi le labbra come se fossi un cono gelato. "La vera ragione per cui mi piace tormentarti col desiderio e poi negarti ogni piacere è che Io sono semplicemente una stronza. E adoro eccitarti e poi lasciarti frustrato! Sono una vera strega, e mi piace il fatto di averti portato a soffrire costantemente. Amo il fatto di sapere che ti ho condotto alla privazione di qualsiasi orgasmo, qualsiasi piacere sessuale, il fatto di avere negato la tua stessa mascolinità . “Jessica ora mi fissa negli occhi con passione. Tra una frase e l'altra succhia le mie labbra. "Amo proprio il fatto di frustrarti e amo il fatto di essere un tormento per te e amo trattarti con insofferenza. Amo quello che ti ho fatto diventare. Amo che dopo averti negato ogni piacere per anni la prima notte che mi metto un po' a giocare con te tutto quello che mi chiedi è di poter baciare e venerare il mio culo. Lo adoro semplicemente." Jessica allarga le gambe e me le allaccia sui fianchi. Sto sfregando il mio cazzo contro la sua figa sempre più calda e bagnata. Sto diventando pazzo dalla voglia di scoparla e di venire. Jessica mi lecca la faccia per qualche secondo. Poi spalanca le labbra del suo sesso con le dita, facendomi scivolare quasi dentro, incredibilmente vicino a scoparla. Vicino, ma non abbastanza. "Sei così vicino, ad un millimetro dall'entrare nella mia deliziosa fighetta. Così vicino eppure così lontano, tesoro. Dimmi quanto ti senti frustrato adesso." "Sono pazzo di desiderio adesso, Jessica. Farei qualsiasi cosa per poterti scopare e per poter venire, qualsiasi cosa." "Provi quel bruciore di cui mi parlavi prima?" "Si, mi brucia da morire in questo momento. E’ come un bruciore rosso che mi esplode da dentro le balle e brucia lungo il mio sesso. Come se il mio precum (fluidi di lubrificazione, N.d.T.) fosse lava fusa che mi divora dall'interno." "Oh - che bello, mi piace quando mi spighi quanto ti fa male. La mia figa mi ribolle quando mi dici queste cose!"
Ora mi sfrego con foga sempre maggiore contro la figa di Jessica. Tutto d'un tratto Jessica si mette a parlare con un tono di voce infantile: "Non ce l'hai con me perchè non ti lascio venire? O perchè non ti permetterò mai più di scoparmi?" "No.. non ce l'ho con te. Però spero sempre che tu mi permetta di venire e di scopare con te prima o poi." Lei continua a parlare con la vocina di una bimba di cinque anni: "Mi piace così tanto scaldarti e poi dirti di fermarti! E’ così divertente fartelo venire tutto duro e poi costringerlo dentro la sua gabbietta! Mi piace quando fai quella faccia quando ti dico di fermarti! Hai l'aria così abbattuta, povero piccolo maritino!" Jessica ora ha sollevato le sue gambe sulle mie spalle e la sua figa si spalanca ancora di più. Sento salire un dolore feroce dai miei testicoli. Jessica torna al suo atteggiamento provocatorio: "Dimmi quanto sei eccitato adesso." "Le mie balle stanno esplodendo. Non penso di essere mai stato tanto frustrato in vita mia." "Oh povero piccolo! Sono già cinque anni dalla notte in cui ho iniziato a negarti persino il diritto di godere. Probabilmente sei l'unico maschio al mondo che abbia dovuto subire tutto questo. L'unico uomo al mondo che sia mai stato negato del diritto di godere per cinque anni interi! Pensi che ti lascerò mai godere?" "Penso di si. Penso che me lo permetterai prima o poi." Jessica mi ride in faccia: "Davvero lo credi? Questa è buona." E ricomincia a leccarmi la faccia. "Non hai ancora capito che più a lungo ti tengo in questo stato più il gioco diventa crudele e più crudele diventa più mi piace? Più a lungo ti faccio soffrire maggior piacere ne ricavo. Sai cosa mi eccita da morire? L'idea di tenerti così per dieci anni! Oddio solo a pensarlo mi si scioglie tutta." A questo punto,a furia di sfregarlo sul suo sesso e di ascoltare come mi schernisce sento montare dentro di me l'orgasmo. Jessica se ne deve essere accorta perchè mi dice di fermarmi e si mette a fissare il mio cazzo. Con la vocetta da bambina Jessica dice "Oooh, guarda tutto questo buffo liquido che esce dal tuo piccolo cosino! Non possiamo mica lasciare che sporchi tutto in giro! Sarebbe un vero pasticcio. Bisogna fermare questo sporcaccione!" e così dicendo Jessica corre in cucina. Torna con una borsa del ghiaccio. Si sdraia sul letto e sistema la borsa del ghiaccio girata all'insù sopra la sua figa. "Vieni a prenderla!" Mi sdraio su di lei e lei spinge il pacchetto del ghiaccio attorno al mio sesso e ai testicoli. Quindi mi attira su di se, nella esatta posizione in cui saremmo per fare sesso assieme. Solo che invece di sentire la figa calda e succosa di Jessica mi trovo a sfregarmi contro una borsa del ghiaccio. Jessica mi bacia con passione, godendosi la mia situazione paradossale. Si diverte a cercare di eccitarmi sapendo che il ghiaccio mi sta ridimensionando. Ed è esattamente ciò che succede. La mia erezione sfiorisce velocemente per via del gelo. Il mio cazzo rattrappisce e si ritira. Jessica gli rifila un'occhiata. "Oooh, guarda un po' che cazzettino piccolo abbiamo qui! E’ persino più piccolo del suo solito! Scommetto che si sentirebbe molto meglio nella mia bocca!" e con questo me lo prende in bocca. Posso sentire il calore della sua bocca tutto attorno al mio pene congelato. Ma il calore lo sta già avvolgendo di nuovo. Sento il sangue gonfiarlo mentre Jessica continua a succhiarlo e giragli attorno la lingua dentro la sua bocca. Appena mi diventa di nuovo duro lo lascia uscire dalla bocca e lo guarda mentre mi si rizza completamente. "Ooooh, guarda, è resuscitato!" Jessica se la ride. Continua a baciarlo in tutta la sua lunghezza. "Oh guarda, le tue palle sono davvero blu! Non è soltanto un modo di dire dopotutto. Scommetto che ti farebbero vincere al concorso del ragazzo con le palle più blu”.
Jessica risale sul letto e mi attira sopra di sè. Apre le gambe e comincia a sfregare il suo sesso contro il mio. Ancora una volta mi torna duro da morire. Jessica continua a leccarmi la faccia per eccitarmi il più possibile. Continuo a sfregarmi sul suo sesso. Ce l'ho duro quanto mi è umanamente possibile. Dopo pochi minuti Jessica rimette in mezzo la borsa del ghiaccio, forzandomi di nuovo a sfregarmi contro di essa. Subito la mia erezione comincia a perdere consistenza. Questo gioco prosegue per almeno un'ora ancora, con un totale di dieci cicli in cui vengo portato ad un passo dall'orgasmo e poi sgonfiato completamente dal ghiaccio. Alla fine sono almeno due ore che mi trovo sempre sull'orlo dell'orgasmo. Il mio pene sparge tanto di quel precum in giro che sto praticamente gocciolando continuamente sul tappeto. Pare che i miei genitali e la mia prostata siano talmente sconvolti da questo teasing and denial che dura da cinque anni da farmi produrre precum come fosse sperma. Il mio corpo è evidentemente convinto di essere sul punto di raggiungere un enorme orgasmo tale da svuotarmi di cinque anni di sperma e frustrazione. Questo pare credere il mio corpo, ma la mia mente la sa più lunga. "Bene, ti abbiamo fatto divertire più che abbastanza. E’ tempo di tornare nella tua gabbia per un altro anno." Jessica prende la gabbia e dopo avermi sgonfiato con il ghiaccio ancora una volta torna a incarcerarvi il mio sesso e chiude il lucchetto prima che possa di nuovo ingrossarsi. Dopo avermi imprigionato torna su di me e mi copre la bocca di baci. Quindi torna a sdraiarsi sul letto. "Ho voglia! Non ho un orgasmo da questa mattina e tutto questo eccitarti e frustrate mi ha proprio fatto venire voglia." Jessica inizia a toccarsi la clitoride. "perchè non mi baci le dita dei piedi mentre mi soddisfo?" mi chino sui suoi piedi e mi metto a baciarle le dite, una alla volta. Lei continua a giocare con il suo sesso. Dopo pochi minuti, mentre le venero i piedi, Jessica gode in ondate estatiche.
Quando ha finito di gustarsi il suo orgasmo, mi attira vicino. "Mmm, è stato un orgasmo delizioso. Ero così eccitata. Ho dovuto aspettare per quasi una intera giornata per avere un orgasmo!" mi dice ridendo. Inizia a baciarmi le labbra e muovere la lingua attorno alla mia bocca e sulla mia faccia. "Ma il cazzo e le palle non ti fanno male dopo tutto questo stuzzicarli?" "Si. Un male terribile. In questo momento ho quel bruciore che mi assale ogni volta che mi tormenti così tanto le balle mi bruciano, il cazzo fa male, e sono lacerato da un miscuglio di terribile desiderio e intensissima frustrazione. La frustrazione è così profonda che sento come se i miei genitali fossero tenuti sopra una fiamma viva. Guarda:" e le indico il consistente rivolo di precum che continua a sgorgare dal mio pene imprigionato. Ricopre tutta la mia cappella e sbrodola furoi dalla gabbia. "Mmmm adoro sentire queste cose. Tenerti in questo stato è la cosa che preferisco al mondo. Non ti sconvolge il fatto che in cinque anni non ti abbia lasciato godere nemmeno una sola volta?" "Ad essere sinceri si." "Beh, anche a me sconvolge! Non posso credere di essere così crudele con te. Talvolta mi sorprendo da sola." Mentre parla, Jessica continua a tracciare i confini della mia bocca con la lingua. "Sono così cattiva! Non ti ho fatto venire nemmeno una volta in cinque anni!" D'improvviso Jessica cambia atteggiamento. Percepisco un altro aspetto della sua mutevole personalità femminile che emerge. Mi guarda con freddezza e si volta sullo stomaco. "Un vero uomo ottiene di fare sesso con me, una patetica scusa di uomo può al massimo baciarmi il culo. Vediamo se indovini a quale categoria appartieni. Su, dimmelo, voglio sentirlo dalle tue labbra." Jessica mi tira verso di sè finchè le nostre labbra si sfiorano. Mi fissa negli occhi con severità . "Allora? Sto aspettando!" Prendo tempo per un momento, poi ammetto: "Io.. non sono un vero uomo."Ma Jessica non pare soddisfatta. "No no, non è abbastanza. Voglio sentire di più. Spiegami quanto sei patetico. Su avanti, sto ancora aspettando!" Jessica ricomincia a far scorrere la sua lingua sulle mia labbra e sulla mia faccia. Ancora una volta, fonde crudeltà e dolcezza in quella miscela traditrice che è la sua specialità . Ricomincio a parlare, cercando di soddisfarla annaspando nell'umiliazione che mi sta infliggendo. "Sono una patetica scusa di uomo." Mi lecca il viso con più passione, ora. "Bene, è un inizio, ora vai avanti" Lotto con la mia lingua per riuscire a parlare. "Sono solo una patetica scusa di uomo. Per questo non marito di poter godere." "bene, questo andava meglio. Quasi sufficiente direi. E’ divertente come tu non riesca a descrivere quanto sei patetico senza vergognartene. Penso sia più ironico che divertente, in effetti. Ma non inatteso, considerando che riguarda te. Era quasi abbastanza buono, ma voglio giusto un poco di più di auto-degradazione da parte tua. Su tesoro, puoi farcela. Solo un poco di più e avrai un premio. Beh, un premio di consolazione, ma è pur sempre qualcosa." Rabbrividisco, mentre ripeto ancora una volta quelle parole dolorose. "Bene, ora dimmi, quale parte del corpo è la più spregevole? Quale parte del corpo un vero uomo confiderebbe la più disgustosa e insultante? Immagina, per un attimo, di essere un uomo. Quale parte anatomica troveresti la più umiliante e meno invitante per appiccicarvi le labbra e da baciare appassionatamente? Hmmm? Stai sforzando le meningi?" Jessica mi dedica un ghigno mentre esito a rispondere. "Dunque? Lascia che te dia qualche suggerimento." Jessica mi spinge lontano dalla sua faccia e solleva il sedere, poi spinge la mia testa per farmi guardare direttamente tra le sue natiche. "Ci sei arrivato, Sherlock?" "Va bene, allora te lo spiegherò io." Piazza le mani sulle natiche e le allarga indicandomi il suo ano con l'indice della mano destra. "Devo baciarti l'ano." "Molto bene, non sei così scemo come sembri. Non bado a quello che dice la gente." Jessica mi ride in faccia da dietro la spalla. "No, non hai ottenuto di poter godere, ma puoi baciare il mio piccolo delizioso buco del culo per, diciamo, cinque interi minuti dovrebbe essere abbastanza." Jessica agita il suo sedere davanti alla mia faccia. "Allora, che cosa stai aspettando?"
Inizio a baciarle il sedere e l'ano con tenerezza e adorazione. Mentre mi continuo ad umiliare Jessica rinnova il trucco delle labbra con uno strato spesso di rossetto scuro. Mi osserva grazie allo specchio sulla parete, sopra i cuscini. Sorride soddisfatta della scena che ha disegnato. Aumento la passione con cui le sto baciando e leccando il culo. "come ci si sente, a baciare e adorare il mio sedere? Ti senti ancora un uomo?" mi fermo per un momento dal leccare e incontro i suoi occhi duri nello specchio. "No, non mi sento come un uomo mi sento debole e stupido e patetico." "beh, tanto peggio oramai, no? Lo vedi, sei patetico. Un vero uomo non si lascerebbe mai umiliare così da una donna, non credi? No, ovviamente no. Un vero uomo lascerebbe mai una donna a decidere che non può godere per cinque anni, non pensi? No, di sicuro non lo farebbe. E un vero uomo non permetterebbe mai ad una donna di dirgli in faccia che non gli è permesso venire e che invece che venire deve baciarle il buco del culo. Ora dimmi, lo farebbe? Allora?" "No." "Esattamente. E questo che cosa ci rivela su di te? Che sei un vero uomo? Direi proprio di no. Ci dice che sei un patetico e spaventato piccolo maschietto che lascia che sua moglie se lo rigiri come preferisce e lo conduca a patetici atti di umiliazione solo per soddisfare i suoi capricci. E quindi che cosa potrebbe finire col fare un piccolo impotente come te nelle mani di una donna stronza come me? Dillo, voglio sentirlo dalle tue labbra, prima che tornino all'attività che gli è più appropriata. Dimmelo!" "Penso che debba subire frustrazioni sessuali continue e poi essere condotto agli atti di umiliazione più completi che si possano immaginare, come baciare il buco del sedere della donna che lo manipola e tormenta." "Esatto. Ora voglio sentire la tua lingua un po' più a fondo dentro il mio culo, capito?" "Si, ho capito." Corro a infilare la mia lingua nel suo sedere mentre lei finisce di applicarsi il rossetto sulle labbra. "Non ti ho lasciato venire per cinque anni e non ho alcuna intenzione di concedertelo mai più. L'idea di celebrare il decimo anniversario di tua sofferenza mi elettrizza totalmente. Sei davvero patetico." Aumento la passione nel baciarle l'ano. Mi scopro ad adorarla come ipnotizzato. "E’ buffo. Col passare degli anni la mia cattiveria cresce. E più sono crudele verso di te più la cosa mi eccita. Più ti sottometti senza alcuna resistenza più mi viene voglia di trovare nuove e più feroci cose da farti subire. Ora che ti ho impedito di godere per cinque anni mi viene voglia di impedirtelo per altri cinque, e altri cinque dopo quelli."
"Ha un buon sapore il buco del mio culo dopo che ti ho tormentato e frustrato in questo modo? Scommetto che ti sembra due volte più dolce non è vero? O due volte più amaro? Non si può mai dire con te. Non so neppure se ti piace il gusto del mio ano perchè ti piace il suo sapore o perchè non ti piace affatto e quindi sai di meritartelo. Amo la sensazione di averti là ad adorare il mio culetto. C'è qualcosa di autocelebrativo in questo. Va bene, è tutto quello che hai ottenuto." Jessica spinge via la mia faccia dal suo sedere e mi vado a infilare accanto a lei sotto le coperte. Mi abbraccia e posso sentire il calore del suo sesso attraverso le sbarre della mia gabbia. Jessica sembra improvvisamente molto stanca e inizia a sbadigliare e stiracchiarsi. Ha un'aria molto soddisfatta sul viso. Dopo pochi minuti mi domanda: "Il bruciore dovuto al mio modo di tormentarti ed eccitarti sta calmandosi?" "Si, è molto meno doloroso di un'ora fa." "Pensi che riuscirai a dormire?" "Si, credo di si." "Ebbene, io voglio che tu abbia dei problemi a dormire. Voglio che tu rimanga sveglio a ripensare a tutto quello che ti ho fatto. Voglio che tu rifletta su quanto ti ho frustrato, eccitato e negato ogni piacere negli ultimi cinque anni. Voglio che tu sia ossessionato da che razza di persona hai sposato, e da che razza d'uomo hai finito col diventare. Voglio che ripensi a come ti ho castrato sessualmente, privato di ogni mascolinità e derubato di ogni forma di soddisfazione sessuale. Voglio che pensi a quanto mi piace costringerti a vivere una vita di assoluta frustrazione sessuale per potermi divertire a eccitarti e negarti ogni piacere. Voglio che pensi a che razza di donna preferisce sentire la lingua di suo marito che le esplora il buco del culo piuttosto che il suo cazzo tra le gambe." Jessica ricomincia a leccarmi la faccia. Mi lecca come fossi un cono gelato. Il mio pene cerca subito di erigersi e si scontra con la sua prigione. Il bruciore nei testicoli risorge immediatamente. Jessica continua a leccarmi e intanto mi dice: "Dimmi quando ricomincia a bruciare di nuovo." Aspetto ancora qualche secondo finchè il bruciore non diventa di nuovo intollerabile e poi le dico: "Ora brucia come l'inferno. Il dolore nasce dai testicoli e mi avvolge il cazzo e tutta l'area del bacino." Ancora un paio di leccate e Jessica si ferma. "bene, questo dovrebbe tenerti sveglio per un poco." "Ti amo Jessica," le dico. Lei risponde: "Lo so." E si addormenta.
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