Pissing e ancora pissing!

0 commenti 27 gennaio 2008 alle 21:53 - Edit entry?
Ho deciso di regalervi qualche interessante foto della mia collezione.
Buona visione!

Marco


Elen Submission

4 commenti 25 gennaio 2008 alle 23:12 - Edit entry?
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Carmilla

0 commenti 12 gennaio 2008 alle 19:06 - Edit entry?
Iniziamo il nuovo anno come un nuovo racconto scritto di pugno qualche anno fa.

Ti immagino alta, mora dallo sguardo severo. Sogno il profumo della tua pelle morbida e profumata, sento la tua forza e la tua sicurezza.
Ti aspetto sdraiato sul letto della stanza, senza finestre. L’unica luce è data dal tremolio di tre candele nere posizionate per terra ai lati dell’oscurità e rendono l’ambiente saturo di mistero: è questa la nostra cripta?Ho la testa rasata, i piedi nudi e porto pantaloni e camicia di colore nero. Disteso aspetto la tua selezione e guardo il soffitto; guardo le immagini animate delle ombre riflesse come un sacrificio pronto sull’altare. Ti attendo…e penso: ho paura? Per cosa? Paura di superare la tua selezione? O paura di perderti? Sento dei passi: forse i tuoi? Il mio cuore accelera, e più forte lo sento battere e più sei vicina. Chiudo gli occhi perché non ho il permesso di vederti. E ti immagino…ora i passi non ci sono più, mi stai scrutando e mi osservi. Sento i tuoi occhi scuri su di me, quasi dentro di me. Dopo qualche attimo, la tua voce risuona, il timbro è simile a quello di una dea. Mi esorti a tirare giù i pantaloni e poi di nuovo silenzio. Con i boxer all’altezza delle ginocchia mi osservi ancora. Ed io comincio a tremare. Ora guardi il mio pube bianco e scopri che non ho peli. Il mio membro disteso di lato mi sta scoppiando. Di nuovo rompi le tenebre: “Mostramelo!” Così faccio, lo prendo con la mano e lo alzo. “Abbassa la pelle!” Ed eseguo senza pensare: se solo rifletto morirei di vergogna e mille dubbi mi assalirebbero. Ma sono ormai tuo, sono lì solo per te e tutto me stesso dispone alla sua padrona.
Stai guardando la punta del mio pene e dopo poco scarichi la tua saliva su di essa: con volgarità vi sputi sopra.“Ricoprilo con la pelle ed apri la bocca!” Improvvisamente sento sulle labbra freddo e fra i denti come una catena. “Ora apri gli occhi, indossa questa e rivestiti…” Esamino ciò che tengo in bocca, ed è un guinzaglio, ma mi accorgo che il laccio è piccolo per il mio collo, forse è per il polso? “Mettitelo lì ben stretto e fai veloce!” Indicandomi dove metterlo, lo lego bene alla base dei testicoli e tiro su i pantaloni facendo fuoriuscire la catenella. Tu l’afferri e decidi di uscire. Ovviamente io ti seguo soffrendo il dolore quando strattoni il guinzaglio.
Ma ora posso vederti. Sei vestita anche tu di nero con un vestito lungo che modella le tue dolci curve. Gli stivali echeggiano e il portamento è quello di una signora.Usciamo di casa e camminando nel cortile mi ricordo di avere piedi scalzi, montiamo in macchina io dietro e tu alla guida. Infili il collare sulla leva del cambio e lo arrotoli, in modo da farmi sobbalzare ogni volta che cambi marcia.
Arriviamo presso un locale all’interno del qualche è stata organizzata una festa. E’ pieno di gente e tutti molto strani. Tutto è di colore viola anche le poche luci. Ognuno vestito secondo il proprio gusto. Vedo altri schiavi e li riconosco perché anche loro sono al guinzaglio. Ci sono anche schiave: una mi colpisce: è di colore, bellissima, ed è legata con un guinzaglio collegato ad un anellino sul clito. Mi ha colpito perché cerca sempre di stare molto vicina alla sua padrona onde evitare che si strappi la loro labile unione.Ti siedi al bar e parli con amici e indichi il pavimento dove mi siedo vicino ai tuoi piedi. Sembra che tu ti stia divertendo; ti sei messa anche a ballare. Ogni tanto controlli che io sia ancora lì seduto per terra attaccato al piede di un tavolino. Quando torni da me per bere qualcosa mi indichi di ripulirti stivali con la lingua e senza problema inizio a farlo davanti a tutti quelli che passavano per il bar. Dopo un po' arriva un signore sui 40 anni che ti chiede qualcosa e tu rispondi con un cenno. Stacchi il guinzaglio e glielo porgi. Ci stiamo lasciando ed io sono terrorizzato: ti rivedrò?
Siamo nella stanza di sotto: un posto diviso in tanti scompartimenti dove vengo bendato e fatto appoggiare alla pecorina su una specie di tavolino al quale vengo legato con i pantaloni abbassanti.Non ci vuole tanto e sento qualcuno o qualcosa (una mano?) che cerca di penetrarmi, sento che si fa strada dentro di me.Sento qualcuno che impartisce ordini e poi mi sento completamente rotto nella mia intimità. Un fallo mi sta penetrando e qualcuno sta tirando il guinzaglio: sento una voce di donna. Passano 3 forse 4 minuti e ormai il mio sedere offre un canale completamente aperto. Per me è stata la prima volta. Non ho mai provato una sensazione così profonda. Ora un pene. Qualcuno mi sta scopando. Sento dolore e sento piacere, mi sento perso con i pensieri. Sento la pancia scoppiare, sento il mio buchetto bruciare. Ora di chi sono? Chi sta godendo di me? Sento mugolare, sento le sue mani sulla mia schiena. Sento scoppiarmi qualcosa di caldo nel ventre e lo sento urlare e godere, sento i suoi ultimi sussulti e poi lei che lo asseconda. Ma ad un certo punto sento la tua voce famigliare e il mio corpo non c’è più, c’è la mia mente che si ricongiunge alla sua padrona.Sento le tue parole chiare non dirette a me: “Ti do solo un minuto, solo perché vuole così il tuo padrone!” Di nuovo un pene, forse più grosso entra nuovamente dentro di me. Ma è più veloce! E’ più violento: ma dura poco, lo sento venire e subito scomparire.
Non riesco a rendermi conto di nulla, ma tu mi hai già slegato e tolta la benda, mi dici di rivestirmi e di porgerti il mio guinzaglio. Vedo il tuo viso: la tua espressione non mostra il tuo stato d’animo, non lo fa mai: è sempre fredda e severa.
Stiamo tornando a casa: nel silenzio del viaggio ripenso alla mia avventura. Mi sento nudo, mi sento un oggetto, mi sento ancora aperto, mi sento sporco, mi sento tuo?Ritorniamo a casa ed appena dentro mi dici di spogliarmi, mentre ti sdrai sul divano.Vedi i boxer bagnati: “Ti sei divertita puttanella? Vedo dallo spema che è uscito dal tuo sedere che ti hanno riempito per bene…” Cercavo di tenerlo stretto, ma non ce l’ho fatta….piano piano è uscito contro la mia volontà.“Striscia fino a qui e puliscimi gli stivali…mi sento sfinita…” lo dici, ma non lo sembri. Io nudo ancora col guinzaglio mi avvicino a te, automaticamente te lo porgo e inizio con la lingua a fare il mio dovere. Ti rilassi ed io lecco le tue scarpe. Sono nere, un po’ impolverate. Alla fine mi dici di mostrare la lingua e di pulirla bene. Ora ti togli gli stivali e mostri i piedi, ti togli le calze e me li offri. Io continuo con la lingua a massaggiarli e leccarli dolcemente. Passo bene ogni angolo ed ogni parte e sento il tuo odore, che stimo e apprezzo come un profumo. Sono bellissimi e curatissimi, sento il tuo sangue nero che vi scorre dentro, vedo il tuo sguardo che si rilassa senza mostrare alcun cambiamento.Alzi un po’ la gonna ed intravedo le tue gambe, un po’ goffe ma subito ti fermi mi guardi ed osservi il mio pene duro.
Per te padrona: mi bastano le gambe e la mia eccitazione scoppia dentro di me…sono proprio infimo. Ora ti alzi e ti togli il vestito. Ti guardo e mi guardi. Sei bella, un perizoma di pelle nera e il reggiseno che ti stringe.“Verme ti piace la tua padrona?” Abbassi le mutandine e ti giri. “Leccami il mio ano, puliscilo bene!” Così faccio, con le mani allargo le cosce e affondo la lingua, nell’intimità più cupa che mi puoi offrire. Ancora una volta il tuo odore mi sta inebriando…e il pene è ancora più duro per te.Ora ti siedi e senza mutandine allarghi le gambe. Io ti guardo ed esclami: “Ti piace eh? Vorresti leccarla? Bene per farlo dovrai masturbarti davanti a me ora e venire in un minuto….non di più…e cerca di venire lì dentro….” Mi indichi un posacenere inutilizzato sul tavolino. “ORA! Veloce!”Lo faccio e in men che non si dica, il mio seme finisce nel contenitore. “Ed ora pulisci…CON LA LINGUA!”Prendo il mano il posacenere e verso il liquido nella bocca. La socchiudo, ma non ingoio subito, la mia diseccitazione si fa sentire e faccio fatica ad ingoiare. “Apri la bocca, fammi vedere quanto sei checca….” Apro e mostro il liquido bianco depositato dentro di me. “INGOIA!” E così faccio. “Non hai finito, troietta….leccalo bene…!” Con la lingua, disgustato e veramente umiliato ripulisco le ultime gocce sotto i tuoi occhi.
“Non hai finito….” Ed indichi il pene con una sbava di sperma ancora sulla punta. Con l’indice allora la raccolgo e la porto alla bocca, succhiando il dito come un ragazzino si gusta la panna sulla torta.Ora apri le gambe e mi dai la tua vera intimità. Il tuo angolo di peluria nera mi prende l’anima. C’è qualcosa nel mezzo. Forse l’inizio della tua eccitazione? O forse altro? Non importa, la mia lingua affonda. E cerca lui…. Mi esorti a leccarla tutta prima…. Ma alla fine il tuo ciccietto si è indurito, la mia bocca lo capisce. Dopo pochi minuti sento il tuo miele scendere e cerco di raccoglierlo tutto. Vedo il tuo volto più cupo….più eccitato…. E il mio ringraziamento è il tuo orgasmo….ma continuo a leccarti…ed assaporo la tua vera essenza.
“Puoi andartene checca…” Sputandomi in faccia, ti giri e mi accompagni alla porta, neppure il tempo di coprirmi, butti i vestiti fuori dalla porta e mi tiri le scarpe.
Buonanotte…
Marco
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