Il mio Cesso

3 commenti 28 ottobre 2009 alle 06:27 - Edit entry?
Questa volta ho deciso di riportarvi un video autoprodotto. Le riprese sono state fatte dalla mia Padrona pertanto non essendo molto pratica ha avuto qualche difficoltà, infatti per Lei è stato un po' difficile stare fermi e contemporaneamente fare pipì.
Eh sì, avete capito bene! Questa volta e per la prima volta vi offro un video in cui mi usa come Cesso. Io ovviamente faccio il mio dovere fino in fondo.


A presto...

Marco

Switch

2 commenti 21 ottobre 2009 alle 02:59 - Edit entry?
Sapete cosa significa "Switch" nel mondo sadomaso? Beh...significa che uno può essere sia dom che sub. C'è chi lo fa per professione e si adatta al "mercato"...c'è chi lo fa perchè una volta si sente Padrone e una volta schiavo, c'è chi lo fa contemporaneamente, slave della propria Padrona ma Master di un altro sub che a sua volta è sottomesso anche dalla stessa Padrona.
Di sicuro la figura dello switch non si addice né a me né a mia Moglie, visto che in genere il nostro carattere ci porta ad essere sempre molto decisi in quasi tutti i campi della vita, soprattutto dopo quello che è successo una sera d'estate a casa nostra finite le vacanze al mare.
"Ti faccio vedere come funzionano" - le dissi mostrandole una coppia di manette nuove.
"Si ma cerca di non farmi male!" - mi esortò Lei, così le presi un polso e dopo averle chiuse su di esso bloccai l'altra estremità sulla testiera del letto matrimoniale.
"Sono freddissime...e dure..." - mi spiegò. Presi anche l'altro polso e feci la stessa cosa dell'altra parte.
"Ecco vedi? Praticamente non ti puoi slegare da sola...ora sei in mio possesso!" - sorridendo la stuzzicai accarezzandola sul viso.
"Ascolta Marco, non farmi arrabbiare...adesso liberami, dai che mi fanno male hai polsi!" - Le controllai i polsi per verificare di non crearle qualche problema, ma erano a posto e decisi di lasciarla così. Uscii dalla stanza e andai a lavarmi in bagno.
Stranamente mi eccitai...tornai da Lei e le tolsi i pantaloni corti del pigiama insieme alle mutante. Lei si ribellò, ma usando un pò la forza non poté impedirmelo. Presi anche la maglietta e la tirai su completamente sfilandogliela dalla testa e lasciandola appoggiata dietro. Per toglierla completamente avrei dovuto sfilare anche le manette, ma sarebbe stato un grosso errore in quel momento.
Lei era bellissima, nuda, depilata, abbronzata, ma i segni del costume evidenziavano i seni e i genitali in modo particolare. Cominciai a toccarla, ovunque, dove volevo, era mia e così glielo feci capire.
Iniziò a lasciarsi andare finché non le infilai nella figa un piccolo vibratore a 4 velocità.
Iniziò a sussultare e a minacciarmi. Lei odia le cose che le vibrano dentro. Lo accesi alla prima velocità, poi alla seconda, poi avanti fino alla quarta.
"Basta basta!!! Che faiiii....!" - mi implorò.
Lo rimisi alla prima velocità e tornai in bagno. Dopo 10 minuti tornai e la vidi immobile e in silenzio, con le gambe divaricate nella speranza che il dildo fuoriuscisse da solo.
Cominciali a leccarle le gambe, poi sempre più su, fino al clitoride, con la bocca tirai fuori il vibro e andai avanti. Leccai l'ombelico, i capezzoli, il collo e le misi il cazzo, già duro, dentro alla vagina. Lei stava in silenzio. Io cercavo di godere, in quella situazione di estremo possesso.
Sfilai il pene e tornai a leccarle la figa per un po'. Lei era chiaramente eccitata. Mentre la mia lingua le accarezzava l'inguine, infilai il piccolo vibratore nel suo ano, piano piano, entrò tutto senza problemi e poi lo accesi.
Mi alzai e mi girai, poi mi accucciai sopra di Lei e le misi il culo in faccia. Lei stava ferma immobile.
"Allora??? Dai! Muovi quella cazzo di lingua!" - Le urlai, appoggiandole il sedere il faccia.
Quando sentii la sua lingua muoversi nel mio ano, ricominciai anche io a leccarle il clito.
Trascorso un po' di tempo così, decisi ad un certo punto che era arrivato il momento di godere.
Mi alzi in piedi sul letto, esattamente sopra di Lei e cominciai a segarmi.
"Apri la bocca..." - le dissi e Lei la spalancò tirando fuori la lingua.
La mia mano faceva repentinamente il tipico movimento del su e giù, ma l'orgasmo ancora non arrivava, mentre vedevo la sua bocca lentamente chiudersi.
"Eh no! Tienila aperta...finché te lo dico io!" - le ordinai.
Ci volle poco e sborrai su di Lei, alcuni schizzi direttamente in gola, alcuni sulla lingua, altri sulla fronte, uno sui capelli, poi sul seno e sul collo. Scesi dal letto e pulii il mio cazzo sulla sua guancia, mentre Lei stava ingoiando il mio sperma.
Andai a lavarmi, lasciandola in quello stato. Quando tornai, le gocce di sborra rimaste sul corpo erano ormai scese fin sulle lenzuola.
"Adesso liberami!" - mi implorò.
"Ma scusa non vuoi venire?" - le chiesi.
"Non mi importa" - mi rispose.
La liberai e anche Lei andò a farsi una doccia.
La aspettai a letto e quando ritornò, mi diede un bacio con la lingua, bellissimo, profondo e speciale.
"Mi spiace, ma io a fare la schiava proprio non mi ci trovo" - mi precisò.
"Effettivamente, anche se ho goduto, ho fatto un po' fatica a raggiungere l'orgasmo, era come se mi mancasse qualcosa..." - iniziai a spiegarle.
Da qui cominciò un scambio di sensazioni e stati d'animo riguardo ciò che avevamo fatto, la conclusione è direi scontata: io sarò per sempre il suo schiavo, Lei la mia Padrona.
I nostri ruoli sono impressi dentro di noi, non possiamo cambiarli.
A presto...

Marco

Lisa

0 commenti 14 ottobre 2009 alle 22:51 - Edit entry?
Vi propongo un'altro racconto molto bello a cura di Red; ho deciso di inserirlo nel mio blog perché introduce un'argomento di cui fin'ora non avevo mai parlato: il Pony-Play.
Ovviamente a prima vista può sembrare una pratica banale, stupida, ridicola...assurda sotto certi punti di vista, ma dopo aver visto il filmatino con cui ho condito questa storia, credo che molti di voi cambieranno idea...
Approfitto anche per chiedere le vostre esperienze e testimonianze sul Pony-Play, sempre che qualcuno di voi lo abbia già provato.
A presto...
Marco

"La mia padrona mi applica il morso e colloca una sella sulla mia schiena… non le importa se io in realtà sono un essere umano, mi fa mettere a quattro zampe e si accomoda sulla mia schiena, infilando i suoi deliziosi piedi nelle staffe. Sento il suo peso su di me e inizio ad eccitarmi, ma non ho il tempo di pensare… i suoi bellissimi piedi subito mi spronano, e capisco che mi ordina di partire… arriva una dolorosa frustata e così inizio a trottare, ma lei subito pretende che io corra più in fretta e inizia a frustarmi ripetutamente… comincio a correre sul serio, i miei muscoli sono al massimo sforzo e la schiena inizia a darmi dei dolori, sudo sempre di più… ma la mia padrona nel frattempo è seduta comodamente sulla mia schiena, a bordo del suo schiavo che la trasporterà ovunque voglia sino a che le sue forze non si saranno esaurite del tutto… un’altra frustata: "Più veloce!"… al galoppo raggiungo un sentiero sterrato, le mie mani e le mie ginocchia iniziano a sanguinare mentre sono sempre più esausto… e la mia padrona, comoda sulla mia schiena, non muove un muscolo. Lascia che sia il suo schiavo a sgobbare per lei, e si gode il vento fresco e la cavalcata… "Più veloce!"… E’ la prima volta che la mia nuova padrona mi mette alla prova, e così mi obbliga ad una cavalcata di alcune ore… ad un certo punto, stremato, inciampo e cado al suolo… la mia padrona, senza scendere dalla mia schiena, mi ordina di alzarmi e inizia a frustarmi incessantemente, non più sul sedere ma sulle spalle e sulla nuca, senza smettere sino a quando io, per disperazione, con la schiena sanguinante per le frustate, riesco a rialzarmi a quattro zampe (nonostante lei sia ancora sulla mia schiena) e riparto. Dopo questa prova, la mia padrona si convince che io possa godere dell’onore di essere il suo schiavo per sempre. Da quel giorno, continua a cavalcarmi quando ne ha voglia (è l’utilizzo che preferisce di me, e anche quello che io preferisco), ma mi usa anche come poggiapiedi, sedia, sgabello o tappeto.



Ciascuna di queste funzioni può richiedere che io resti immobile con il suo peso su di me anche per ore, ma non le importa…la mia vita ha un senso soltanto in quanto possa servire alla sua comodità e al suo piacere… La mia padrona ha molta fantasia, e inventa sempre nuovi compiti per il suo schiavo… talvolta mi utilizza come cavallo da tiro, accomodandosi assieme ad un paio di sue amiche su una specie di risciò, altre volte vuole che io lecchi e baci i suoi piedi sino a consumarmi la lingua… se ne ha voglia mi schiaffeggia, mi frusta e mi riempie di calci, anche senza motivo, e ogni volta che ciò accade io torno sempre a strisciare ai suoi piedi per baciarli, anche se ciò può significare ricevere un nuovo calcio… La mia padrona, poi, oltre che per le sue amate cavalcate all’aria aperta, usa montarmi anche per spostarsi senza fatica in casa (sono io che debbo sgobbare per lei…), ad esempio per salire le scale… poi naturalmente io debbo occuparmi di tutte le faccende, lavare i pavimenti ecc., e se la mia padrona trova una pur piccola imprecisione nell’esecuzione dei miei compiti mi punisce facendomi stendere per terra a pancia in su, e calpestandomi senza pietà con le sue scarpe nere, lucide e con i tacchi! Soltanto la mia grande dedizione, a volte, riesce a farmi meritare il più ambito dei premi: la possibilità di utilizzare la mia lingua per il suo piacere sessuale".
Lisa era sconvolta.
Usciva con Mario da quasi 6 mesi, e lo trovava un ragazzo dolce e sensibile: lui aveva sempre tante attenzioni, la trattava come una vera principessa. Spesso le aveva detto di adorarla come una dea. Lui era incantato dalla delicatezza e dalla perfezione del suo corpo, minuto e delizioso, e spesso le aveva detto di trovare stupende le sue mani e divini i suoi piedini, ma lei non ci aveva dato peso. Ora però, leggendo di nascosto il diario di Mario, conoscendo quello che lui aveva sognato quella notte e scritto in quelle pagine, aveva scoperto la ragione di tutte quelle particolari attenzioni. E non sapeva più cosa pensare.
Quella notte non riuscì a chiudere occhio.
Ora conosceva le fantasie erotiche del suo ragazzo, e alla luce di ciò cercava di analizzare tutti i momenti passati insieme per trovare delle conferme… per riuscire veramente a capirlo…
Entrambi 24enni e studenti universitari, Mario e Lisa erano una bella coppia: lui alto 1,78, castano, discretamente muscoloso, bella presenza e brillante personalità; qualche volta, un po’ chiuso e taciturno. Lei bionda, occhi azzurri, fisico minuto (1,60 cm per 55 Kg), ma belle forme e tanti piccoli adorabili dettagli fisici, conditi da un carattere solare ed estroverso. A letto erano in discreta sintonia; facevano l’amore spesso e con passione… e qualche volta lei, maliziosamente, decideva di premiare le prestazioni di Mario, specie quando lo anticipava nell’orgasmo, con un bel pompino! Insomma… una brava ragazza, ma sveglia! :-)
Pensando e ripensando, Lisa ricordò di una volta in cui Mario, dopo averle sfilato i jeans e le mutandine, si era inginocchiato e aveva cominciato a leccarle con passione la fica. Le era piaciuto, ma dopo poco si era spostata, lo aveva fatto alzare, ed erano finiti a letto per la più bella ed intensa scopata della loro storia; ricordava perfettamente che lui, quella sera, era davvero una furia, ed aveva rapidamente raggiunto un orgasmo veramente esplosivo! Adesso capiva, e ancora non sapeva cosa pensare… Ma quel ricordo, e la consapevolezza che Mario, in ginocchio ai suoi piedi per procurarle piacere con la bocca, sarebbe stato pronto a farle da schiavetto, la fecero finalmente addormentare, con un forte senso di eccitazione.
L’indomani, mentre Mario era a lezione all’università, Lisa si confidò con la sua migliore amica, Loredana. Questa ascoltò in silenzio il suo racconto, quindi senza risponderle la invitò a seguirla a casa sua. Una volta che furono arrivate, Loredana cominciò ad urlare di gioia, abbracciando Lisa e congratulandosi con lei. Poi disse: "Benvenuta nel mio mondo, dolcezza. Stai per scoprire le sensazioni uniche del mondo sadomaso, il piacere della sottomissione, del procurare sofferenza ottenendo piacere. E’ da qualche anno che rifiuto qualsiasi uomo che non sia disposto a strisciare ai miei piedi, e non sono mai stata così appagata sessualmente. E, da come ti brillavano gli occhi, nonostante un po’ di imbarazzo, mentre mi raccontavi del diario di Mario, sono certa che diventerai una padrona in gamba almeno quanto me… e che da oggi saremo ancora più amiche di prima!". Lisa non credeva alle sue orecchie: "Ma allora… tu… mio Dio!"… Cominciò a sentirsi veramente eccitata. Aveva i brividi, sapeva che in quel momento per lei stava cambiando qualcosa di significativo. L’idea di essere adorata, di poter disporre di un uomo a suo piacimento, la intrigava da sempre. Ora, per la prima volta, aveva avuto il coraggio (e l’occasione) di parlare con qualcuno di questo argomento, e l’inaspettata reazione di Loredana le aveva fatto superare di colpo i dubbi e le perplessità che nelle ultime ore l’avevano tormentata. Quella sera, Mario avrebbe ricevuto la più bella sorpresa della sua vita…
Mario, quella sera, tornò a casa davvero distrutto.
"Ciao amore!", disse a Lisa "Sai, quel professor Bottardi è davvero un gran…"
In quel momento, Mario si accorse dell’insolito abbigliamento della sua adorata, e rimase immobilizzato.
Lisa troneggiava su due stivali neri di pelle con un tacco discretamente alto, e per il resto non indossava praticamente nulla, se non un abbigliamento intimo incredibilmente sexy ed aggressivo.
Nella mano destra, brandiva un affilato frustino da cavallerizza. Era bellissima.
Mario pensò che fosse un sogno, che ora si sarebbe svegliato e si sarebbe accorto di essersi addormentato nell’aula del Bottardi. Ma la voce dell’amata lo riportò con i piedi per terra.
"Cosa c’è, sei rimasto senza fiato?" chiese maliziosamente Lisa avanzando verso di lui. "In ginocchio, animale!!! Comincia a leccare i miei stivali, che sono nuovi ma non brillano abbastanza per i miei gusti! Nel frattempo, apri bene le orecchie, perché ti spiegherò come la tua vita cambierà da oggi in poi…"
Mario, ancora stordito, trovò subito la lucidità per gettare via i libri che aveva in mano e inginocchiarsi ai piedi di Lisa , cominciando a leccare con passione ogni centimetro dello stivale, quasi a volerlo consumare per poi arrivare al contatto con la pelle dei piedi della sua amata. Lei, per tutta risposta, cominciò a calpestargli dolorosamente una mano, aumentando il peso su quel piede ogni volta che Mario, in preda ai primi segni di stanchezza dopo un vigorosissimo inizio, tendeva a rallentare il ritmo delle sue leccate.
"Allora. Tanto per cominciare, da oggi in poi saremo una coppia soltanto in pubblico. In questa casa sarai completamente schiavo di ogni mio capriccio. Dovrai chiamarmi Padrona, camminare a quattro zampe o in ginocchio, e obbedire a qualsiasi mio ordine. Non sei autorizzato nemmeno a parlare senza un mio preciso comando, ma quando non ci sono o quando dormo devi trovare il tempo di provvedere a tutte le faccende domestiche".
Mario, che ad ogni parola della Padrona intensificava il ritmo del suo lavoro, con la mano sempre dolorante sotto la scarpa di Lisa , era talmente eccitato da provare dolore per via del cazzo costretto dai jeans.
Ma un’energica frustata della Padrona lo colpì all’improvviso sulla schiena. Il suo primo colpo di frusta.
"Corri in camera da letto e spogliati completamente, ad eccezione dei boxer. Poi vieni qui camminando carponi. Sbrigati, bestia!!!". Lisa cercava con successo di mostrarsi dura, ma non si era mai sentita così eccitata in vita sua. Sentiva distintamente i suoi slip inumidirsi sempre di più, e non vedeva l’ora di raggiungere un devastante orgasmo. Mario fu da lei in pochi secondi, trottando diligentemente. La trovò seduta in poltrona, che giocherellava con il frustino. "Bene bene. Vedo che, nonostante prima tu avessi una camicia, un piccolo segno la mia frustata te lo ha lasciato! Sei un uomo fortunato, e lo sarai ancor di più tra poco…"
Detto ciò, la Padrona colpì con tutta la sua forza la schiena nuda del suo schiavo, che a stento trovò la forza per trattenere un urlo. "E’ quello che hai sempre sognato, brutto animale, vero? Cosa pensi di me adesso?"
"Io ti amo… ehm… mi scusi Padrona… io La amo, io La adoro… sono entusiasta di diventare il Suo schiavo!"
"Bene. Allora ripetimi quanto mi adori ad ogni frustata!"
La Padrona cominciò la sua fustigazione. Si mise in piedi, davanti al povero Mario che era ancora carponi, e poi appoggiò un piede sulla nuca di lui per stare più comoda; quindi iniziò con una serie di colpi di una violenza che pochi si sarebbero aspettati da una ragazza così minuta. Le strisce rosse sulla schiena del povero Mario cominciarono pian piano ad essere sostituite da piccoli rivoli di sangue, e lui continuò sino alla fine a dire "Mia Padrona, io La adoro!" dopo ogni singolo colpo. Nessuno dei due ebbe la lucidità di contare le frustate, ma furono diverse decine e cessarono soltanto quando Lisa fu veramente spossata. E’ impossibile stabilire se fosse più eccitata e sconvolta la Padrona, che tutta sudata brandiva un frustino ormai sporco di sangue, o lo schiavo, che verso la fine cadde steso per terra dal dolore, ma riuscì devotamente ad urlare pochissimo, permettendo così alla sua adorata di continuare la fustigazione a suo piacimento, senza la preoccupazione di disturbare i vicini.
Non ancora soddisfatta, Lisa posò il frustino e decise di infierire ulteriormente sul dolore del suo sottomesso. Così prima posò un piede, sempre calzato dallo stivale, sulla schiena martoriata del suo schiavo, quindi salì con tutto il suo peso sulla schiena di lui. Il dolore, naturalmente, fu enorme: i tacchi della Padrona torturavano terribilmente le fresche ferite, ma Mario fu estremamente pronto ad obbedire quando Lei gli ordinò di strisciare e trasportarla in quel modo nei pressi della poltrona. Quando fu soddisfatta, Lisa scese e si accomodò esausta sulla poltrona.
Quindi disse: "Sei stato bravo. Rimpiango solo di non averti frustato prima, in questi mesi, ma troverò il modo di recuperare. Adesso, come premio, avrai la possibilità di portare al culmine l’eccitazione che già mi pervade. Alzati in ginocchio, e leccami la fica!!!"
Mario non se lo fece ripetere due volte. Scattò in ginocchio, si avvicinò, e dopo aver delicatamente sfilato la mutandina alla sua amata cominciò a leccarla con passione. Provò la sensazione di aver infilato la lingua in una pozzanghera, tanto intensa era l’eccitazione di Lisa , che infatti venne dentro la sua bocca in brevissimo tempo, urlando come mai le aveva sentito fare prima"
Il resto della serata trascorse tranquillo.
Lisa permise al suo schiavo di andare a disinfettarsi la ferite.
Quindi si accomodò sul divano per guardare un film, mentre lui fu autorizzato a toglierle gli stivali e leccarle le piante dei piedi. La lingua di Mario, calda e instancabile, le procurò un massaggio dolce e rilassante. Loredana glielo aveva anticipato, ma lei non avrebbe mai pensato che fosse stato così piacevole. Inoltre, vedere il suo ragazzo in quelle condizioni la riempiva di orgoglio ed eccitazione; lui era talmente preso dal suo compito che stava ad occhi chiusi, tenendo fra le mani il piede della Padrona per non farla stancare e leccandoglielo con devozione e sapienza.
Il fatto che lui non si fosse minimamente opposto a quella situazione, comportandosi come uno schiavo nato, faceva presagire a Lisa la possibilità di raggiungere con lui le situazioni più estreme. Ora considerava possibili, e cominciava a desiderare, anche le più terribili delle cose che Loredana le aveva raccontato.
Lisa si addormentò a metà del film, e quando si risvegliò dopo quasi un’ora trovò il suo schiavetto ancora intento a massaggiarle i piedi con la lingua; passava da un piede all’altro ogni due o tre minuti, e non si era fermato nemmeno durante il sonno della Padrona! Pur non avendo esperienza nel campo, Lisa cominciò a pensare che il suo Mario fosse uno schiavo perfetto.
Prima di andare a dormire, decise quindi di metterlo duramente alla prova.
"Devo fare pipì" disse sorridente, "Sdraiati a pancia in su e appoggia la testa sul bordo del divano!"
Mario esitò per un attimo: "No, Mari… ehm… Padrona… non lo so se ce la faccio…"
Mario non aveva mai ricevuto uno schiaffo dalla sua ragazza, ma quello che ebbe in quel momento fu talmente forte e ben piazzato da far rinascere con vigore la sua eccitazione, leggermente assopita dal piacevolissimo ma lungo e stancante lavoro di lingua, e da cancellare ogni remora.
"Stammi bene a sentire, schiavo!" disse Lisa avvicinandosi "Cercherò di pisciare nel modo più lento possibile, anche se sarà difficile perché ho davvero la vescica piena, quindi farai bene a non far cadere nemmeno una goccia, altrimenti le frustate che hai avuto prima di sembreranno carezze in confronto a quello che ti farò!!!"
Detto ciò, si piazzò a pochi millimetri dalla bocca di Mario, il quale, sentendo nuovamente l’odore che aveva assaporato poco prima, già desiderava ricominciare a leccarla. Ma una prova ben più dura lo aspettava: subito vide un rivolo dorato dirigersi verso la sua bocca spalancata, e sentì sulla lingua il caldo ed acido liquido proveniente dall’adorabile corpo della sua amata Padrona. Si sentiva eccitatissimo, ma subito si accorse che la sua bocca stava per riempirsi e così cominciò ad alternare i momenti in cui respirare con quelli in cui ingoiare. Non fu facilissimo, e un paio di volte rischiò letteralmente di annegare, ma riuscì a bere quasi tutta l’urina padronale.
Quanto a Lisa , stava letteralmente impazzendo dal piacere. Vedere il suo Mario che le faceva da cesso, lui che il giorno prima ancora non aveva mai avuto l’onore di chiamarla Padrona, la eccitò al punto che cominciò a schernirlo: "Bravo il mio cesso! Bevi, bevi!!! Quanto mi piace pisciarti in bocca… Beviiiiiiii!!!!! Schiavoooooo!!!!!"
Mentre ancora le ultime gocce di pipì colavano sulle labbra di Mario, la Padrona si gettò letteralmente con la fica sulla faccia dello schiavo, opprimendola con tutto il suo peso. Mario, con la sua adorata seduta sul viso, non esitò a mettere al lavoro la lingua, che prima funzionò da efficientissimo bidet, quindi cominciò a donare a Lisa un piacere immenso. La Padrona era scatenata: cavalcava letteralmente la faccia del suo schiavo, poggiandovi tutto il suo peso e strofinando avanti e indietro sulla sua lingua e sul suo volto tutto ciò che aveva tra le gambe: dal buco del culo sino al clitoride, andata e ritorno! Per aiutarsi non esitava a tirare i capelli dello schiavo e a graffiargli il petto. Era letteralmente fuori controllo, mentre lui le leccava tutto con incredibile bravura, e raggiunse un orgasmo che non è esagerato definire selvaggio. La faccia di Mario era tutta un programma: abbondavano l’urina e gli umori vaginali di Lisa , e c’erano anche alcune gocce di sangue, provocate dalle unghie della sublime Padrona quando cercava di afferrare i suoi capelli nella mischia furibonda che le si era scatenata tra le gambe.
Quella notte fu Mario a non riuscire a prendere sonno.
E non perché Lisa gli aveva ordinato di dormire per terra, pronto a fungerle da tappetino scendiletto l’indomani. Non si era mai sentito così felice ed eccitato, e quando fu sicuro che la Padrona dormisse, si concesse la sega più desiderata ed intensa della sua vita. Dopo l’incredibile serata trascorsa, ancora si chiedeva se tutto ciò fosse vero… e come fosse stata possibile una così straordinaria trasformazione nella sua adorata Lisa .
La risposta lo attendeva al mattino: quando si svegliò, sul letto c’erano due donne, sedute a guardarlo con aria divertita: Lisa e Loredana. Sorpreso dalla presenza di quest’ultima, Mario fece per alzarsi, ma le due immediatamente poggiarono i loro piedi nudi sul suo petto e sulla sua faccia, ridendo e calpestandolo.
Quindi fu Loredana a parlare: "E così volevi fare il cavallo, eh? Adesso ti accontentiamo!!!"
Fu un attimo: Mario aveva capito tutto…

Il Piacere per l'Orgasmo

4 commenti 7 ottobre 2009 alle 02:41 - Edit entry?
Cosa rappresenta per lo schiavo il proprio orgasmo? E cosa è invece per la padrona quello del suo sottomesso? Queste due domande avranno ovviamente mille risposte, ma sarebbe bello confrontarsi un po' e vi invito a inserire un commento (anche anonimo) con le vostre risposte.
Intanto godetevi questo filmatino, in cui troverete una raccolta di vari orgasmi, in cui il poveretto di turno, dopo essere venuto con tanto di schizzo, dovrà sopportare la tortura che la Padrona ha deciso di imporgli. Per tutte le Mistress protagoniste di questo video, risulta chiaro che l'orgasmo dello slave è SOLTANTO un punto di partenza.



Direi favoloso! Eccitantissimo e sublime...vi piacerebbe provare anche voi? A me capita spesso, soprattutto bere la pipì della mia Padrona dopo aver sborrato, e vi assicuro che non è facile e piacevole in quel momento, ma il solo pensiero e il legame intimo che vi lega a Lei è indescrivibile.
A presto...
Marco
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